La donna è come l'onda, se non ti sostiene t'affonda
Massime e minime - Una visione umorale del femminile
Ortensi Paola Lunedi, 12/09/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2011
Ci risiamo. Il giudizio sulle donne parte da concetti che convergono tutti su considerazioni umorali del femminile, creandoci un po’ di fastidio. Si evidenzia la superficialità della conoscenza delle donne da parte dell’uomo, di certo colui che tali detti ha coniato e diffuso, con cui ha consolidato pregiudizi duri da cancellare. L’onda, come tutte le espressioni della natura, è di certo imprevedibile. A partire dagli tsunami, movimenti anomali per antonomasia. Tornando però alle onde “normali”, che permettono a grandi e bambini giochi d’acqua senza fine o capriole acrobatiche con il surf, e leggendo il proverbio in modo positivo, appare quasi un complimento. Infatti il sostenere presuppone la forza di offrire a chi se ne giova un riferimento solido e rassicurante, un appiglio a cui può attraccare anche chi affonda per proprie difficoltà e non certo per femminil cattiveria. Va da se che tutti, non solo le donne, possono affondare qualcuno ricorrendo alla mancanza di stima, alle maldicenze o ai dispetti… attività purtroppo fiorenti e che, uomini o donne ne siano gli autori, preferiremmo fossero abolite. C’è uno sgradevole retrogusto, in questo e in tanti proverbi che riguardano le donne: il frequente accostamento del femminile alla magia e al mistero della natura. Non a caso un altro detto così definisce la presunta irrazionale mutevolezza femminile “donna e luna, oggi serena e domani bruna”. Natura, magia, suggestioni che civiltà antichissime, per definire il femminile, sintetizzarono nell’idea di Dea Terra, madre e origine sapiente e misteriosa di ogni cosa. Un accostamento al divino/pagano di cui possiamo sognare, mentre puntiamo a una morbida onda dei nostri capelli che se ben riuscita di certo ci darà un tocco di umano benessere.
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