Lunedi, 26/09/2011 - È difficilissimo resistere al sorriso vitale e contagioso di una donna ed è ancora più straordinario rendersi conto che non esistono reali barriere, se non quelle culturali e mentali, da cui talvolta ci facciamo stupidamente condizionare. Quel sorriso meraviglioso è stampato sul viso di una donna argentina di origine siciliana, che da quando aveva ventun’ anni è costretta sulla sedia a rotelle. Susana ci tiene a ribadire da subito qual è lo stato d’animo con cui vive questa sua “condizione”. “Non mi sento in alcun modo esclusa dalla società. Al contrario, questa mia particolarità, unitamente al mio lavoro di architetta, mi ha aiutato a sviluppare una sensibilità più forte e a concepire spazi e ambienti in cui non esistano barriere di alcun tipo”. Susana ha infatti collaborato con numerosi enti privati e pubblici a Buenos Aires, coordinando progetti per la costruzione di edifici che rispettino le persone diversamente abili. È stata anche nelle commissioni di valutazione della fattibilità di numerose opere, unendo il suo lavoro ad un’altra grande passione, la psicologia sociale. Si è dunque laureata due volte, in due materie apparentemente distanti come l’architettura e la psicologia, riuscendo però a trovare un filo rosso grazie alla sua incredibile personalità. “Sono stata coordinatrice di numerosi gruppi di donne, sfruttando la mia naturale propensione all’ascolto dell’altro e addentrandomi sempre di più nei meccanismi che ci portano ad essere quello che siamo o semplicemente a sentirci in un determinato modo in relazione alla società in cui viviamo. Credo fortemente nella forza del corpo e dell’espressione non verbale, lavorando io stessa costantemente sulla comunicazione corporale, anche se per alcuni sono solo una donna di mezza età su una sedia a rotelle! Le donne sono ancora così ferocemente ancorate ai loro ruoli tradizionali, anche se, in Argentina, come in molti altri paesi, non rinunciano più così facilmente alla loro indipendenza economica e a un lavoro che le soddisfi. Mi viene in mente un modo di dire molto efficace, che calza a pennello per quanto riguarda la vita delle donne: ‘o te quiebras o te doblas’!”. O bruci o ti sdoppi è il significato di questo proverbio argentino che rende bene l’idea della difficoltà patita dalle donne nella gestione del tempo pubblico e privato. Questa donna che la sa lunga sulla vita e sulla bellezza sembra sia indenne da queste sofferenze, anche quando racconta particolari intimi e dolorosi del suo presente. E se è difficilissimo resistere al suo sorriso, è altrettanto semplice immaginare quante volte si sia dovuta sdoppiare per evitare una fine meno rosea.
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