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La dignità della persona e diritto di asilo politico se perseguitato nello Stato di origine.

La dignità della persona e diritto di asilo politico se perseguitato nello Stato di origine.

Quando si chiudono le porte non si chiude il libro della Costituzione, non si scrivono altre leggi

Mercoledi, 30/03/2022 - "Chi ci vuole bene ci spinge verso la felicità, non ci butta a terra”.
Questa la frase di esordio del laboratorio che ha messo in ascolto e in empatia i partecipanti presso Babele APS a Carosino il 24 Marzo 2022 con le due ospiti: Paola Dinoi ed Elena Manigrasso. Si è parlato di famiglia, di diritti, dei doveri dei coniugi, dei genitori verso la prole e di cosa succede se i diritti vengono negati ad un cittadino o a ospiti del nostro Paese. Alcune delle famiglie presenti provenivano dall’Iraq, Pakistan, Afghanistan, ma con un linguaggio semplice e con l’aiuto di una lavagna cancellabile gli ostacoli della comunicazione si sono ridotti notevolmente.
L’avvocata Dinoi ha messo in chiaro il ruolo del legale: egli non è altro che un facilitatore di giustizia tra cittadino e lo Stato. Anche chi non è cittadino italiano ha il diritto sempre di preservare la dignità della persona e ha diritto di asilo politico se perseguitato nello Stato di origine.
Quali difficoltà potrebbe trovare una persona straniera? Tante, ad esempio sfruttamento, o atti che portano ad intimorire la persona ospite. Basta poco per passare al ruolo di vittima.
Non bisogna mai dimenticare che anche chi è ospite di uno stato Democratico mantiene i suoi diritti inalienabili, ha possibilità di essere difeso da un legale anche con gratuito patrocinio.
La professoressa Manigrasso aveva il compito di indicare che i diritti inalienabili della persona vanno curati nella vita sociale ma anche, anzi, soprattutto all’interno delle nostre case. Quando si chiudono le porte non si chiude il libro della Costituzione, non si scrivono altre leggi. Non si usa in casa la legge del più forte, questo è reato. Si ricevono schiaffi e minacce in casa? E’ un fatto molto grave che va sanato con un provvedimento sul maltrattante. Ci possono essere diverse strade da percorrere: allertare i Carabinieri o la Polizia, chiamare il 1522, un numero attivo per 24h il quale indica i centri antiviolenza più vicini al luogo dove si è consumata la violenza.
L’avvocata Dinoi ha preso la parola affermando che solamente superando il silenzio le cose possono cambiare. Il maltrattante solo così si troverà di fronte al giudice a dare conto dei suoi maltrattamenti.
Le famiglie presenti hanno gradito gli interventi, hanno ascoltato tra un biberon dato al loro piccolo che saltellava in braccio tra il papà e la mamma, tra matite offerte per colorare e parole ascoltate con Lingue e religioni diverse, ma che facevano sentire una grande voglia di stare insieme e di scoprire mondi nuovi, pensieri e culture di terre lontane, che fanno sognare ad occhi aperti la volontà di camminare tutti, insieme, con gli stessi diritti. Perché siamo un’unica famiglia umana.

Elena Manigrasso

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