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La destra s’è desta

La destra s’è desta

È nato Donneperilsì@yahoo.com - Emma Bonino e le altre donne di destra vogliono vincere prima di tutto contro l’astensionismo

Giulia Salvagni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2005

Come si sarà sentito Berlusconi? Che avranno pensato Buttiglione, Follini e tutti i ministri del centrodestra nel sapere che le loro donne si sono alleate per “remare contro”? Le donne della destra italiana hanno preso posizione ed hanno formato il comitato "Donne per il sì'".
Una decisione importante che riporta alla Lisistrata di Aristofane. In una Grecia logorata dalla guerra, torna la pace ed il benessere grazie allo sciopero sessuale con cui le donne di entrambe le parti ricattano i loro uomini. Qui non si tratterà di ricatto ma di dialogo in casa. “Parlate, non chiacchierate” è uno degli slogan lanciati da Emma Bonino, ideatrice del Comitato, che parte dalla considerazione che “Le donne che fanno riferimento ai partiti del no, vivono questa condizione con disagio e trovano ipocrita la scelta dell’astensione”. Così è bastato un giro di telefonate: “Siamo otto promotrici casuali. Abbiamo dovuto fare i conti con il tempo, con chi poteva essere lunedì alle ore 13 a Roma di fronte a un notaio”. Con fare cameratesco in occasione della presentazione del Comitato aggiunge: “Margherita Boniver l’ho trovata ad Hong Kong, ma non c’è Fiamma Nierenstein, che ha pensato bene di finire quel giorno in ospedale, non c’è Fiorella Padoa Schioppa perché aveva un convegno, non ci sono tante altre, quindi nessuna si senta esclusa. Chi è radicale, liberale, laica, cattolico-liberale, insomma chi vuole essere con noi, ben venga!”.
Tra le altre ci sono Stefania Prestigiacomo, Stefania Craxi, Giuliana Del Bufalo, Lella Golfo, Sonia Raule e Silvia Venturini Fendi. Il Comitato raccoglie numerose adesioni di donne impegnate nei vari settori della società, come la giornalista Mariolina Sattanino, corrispondente Rai da Bruxelles. Ci sono anche le avvocatesse Giulia Bongiorno e Tina Lagostena Bassi, le attrici Virna Lisi, Elsa Martinelli e Giuliana Lojodice, la campionessa di sci Manuela Di Centa.
Questa legge “inumana e antiscientifica” - come l’ha definita Umberto Veronesi - ha compiuto così il miracolo di unire, intorno ai referendum sulla procreazione medicalmente assistita e la libertà di ricerca, le donne del centrodestra con quelle del centrosinistra.
“Ci dicono che ognuno potrà decidere secondo libertà di coscienza – continua Emma Bonino -, ma mi sfugge perché, se c’è libertà di coscienza, si debba andare al mare. Noi ci proponiamo soprattutto di battere l’astensione, siamo donne che fanno riferimento a partiti politici diversi, anche di partiti che hanno approvato la legge. Tra noi ci sono donne che si sono battute sin dall’inizio contro questa legge e non l’hanno votata. Ma anche donne che oggi sono per quel che mi disse una volta Leonardo Sciascia “contraddissi e mi contraddico”. In questa frase c’è l’essenza dell’intelligenza delle cose. E io sono convinta che saranno in molte, senza sentirsi umiliate, a seguire l’esempio di Sciascia”.
Tuttavia intorno alla legge 40 il panorama si complica sempre di più. Prende piede, tra alcuni, anche l'ipotesi dell'“astensione mirata” con parlamentari che spiegano di essere intenzionati a farsi consegnare, al momento del voto, solo alcune delle schede coi quesiti per far fallire il quorum sugli altri. ''Io - argomenta ad esempio il sottosegretario azzurro all'Istruzione Valentina Aprea - mi farò dare solo la scheda numero due: quella abrogativa dell'obbligo di impianto degli embrioni nell'utero materno dopo la loro creazione''.
''Tutti - scrivono dalla Quercia - hanno diritto al rispetto delle proprie posizioni etiche, ma chi ricopre ruoli istituzionali è tenuto più di altri a non sottrarsi al diritto fondamentale di cittadinanza, che è il diritto di voto''. Il comunicato dei Ds sembrerebbe un richiamo 'preventivo' a Francesco Rutelli, che più di qualcuno accredita come indirizzato verso l'astensione.
Sul come portare al voto 25 milioni più una persona “con il più uno che può essere il vicino di casa, il collega, l'amico” incalza Emma Bonino, si stanno dando da fare anche al neo Comitato per il sì delle donne di centrodestra. “Certo, bisogna mobilitarsi: fare una mailing list, raccogliere numeri di telefono, organizzare cene, parlare con i vicini di casa. Insomma bisogna fare tutto quello che fareste normalmente, ma fatelo pensando a questo. Ieri, dal parrucchiere, c’era una grandissima discussione su questo argomento, ecco: bisogna parlare e non chiacchierare...”. (Per info: donneperilsì@yahoo.com oppure www.lucacoscioni.it)


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