Lunedi, 10/02/2014 - Per il 14 fabbraio mi regalo il ballo in piazza con il resto del mondo, insieme a chi aderirà alla proposta di One Billion Rising, http://www.youtube.com/watch?v=O9sjg7g0pnU , mentre a chi pensa che tutto questo sia una risibile stupidaggine regalo la visione di due filmati, diversi tra loro ma che hanno però in comune la forza positiva della comunicazione della musica e della danza nella lotta contro il sessismo e il pregiudizio.
Il primo, trovato al sito della campagna di sensibilizzazione contro l’Aids Aidsalliance, http://www.youtube.com/watch?v=MTLcXRhkkw8
racconta il percorso di alcuni ragazzini, che da possibili prede della guerra tra bande in Etiopia si sono trasformati in attivisti/ danzatori per sensibilizzare i coetanei alla sessualità protetta.
In una cultura fortemente sessuofobica e machista la domanda che sembra senza risposta è: come si fa a parlare di sesso sicuro?
Se avrete voglia di vedere il breve video avrete come risposta concreta questa: ballare.
Ballare per attirare l’attenzione e la curiosità dei giovani (la metà della popolazione in Etiopia è sotto i 24 anni) e aprire spazi di discussione con il corpo e la sua potente grazia e bellezza.
L’idea di lottare contro il pregiudizio secondo il quale per gli uomini parlare di sesso e affettività è un tabù è una gigantesca operazione di coraggio e intelligenza. E sono dei ragazzini a metterci la faccia, il corpo e il coraggio.
Il secondo video è un remake della canzone di Robert Palmer, Simply rresistible, che nel 1988 ne fece un video molto glamour corredato, senza grande sforzo di fantasia, da modelle mozzafiato. http://www.youtube.com/watch?v=UrGw_cOgwa8
La cantante Ingrid Michaelson, rilanciata dall’interessante sito Upworthy, usa lo stile video proposto da Palmer ma lo rovescia, proponendo su un ritmo trascinante e un testo molto positivo e rassicurante verso l’amore di qualunque tipo immagini divertenti di corpi maschili e femminili non stereotipizzati e spinti nel solito clichè delle bellone e dei bistecconi.
Non c’è la classica sessualizzazione del corpo femminile. Qui, come suggerisce nel breve testo di presentazione Rebecca Einsenberg, la telecamera tratta allo stesso modo maschi e femmine, e in entrambi i generi sono presenti in egual misura bellezza, forza, muscoli, grazia, movenze sensuali ma nessuna allusione ad un presunto ‘dover essere’ sessualizzato secondo stereotipi (donne con trucco e maschi selvaggi e attivi su giovani bellissime e sex toys al loro servizio).
‘No matter who or how we love, we are all the same’(non importa chi e come ami, siamo tutte e tutti uguali). Buon 14 febbraio.
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