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La cultura deve r-esistere

La cultura deve r-esistere

Movimenti / 3 - Terzo appuntamento della riflessione su reti e associazioni femminili e femministe. Intervista a Monica Pepe, presidente di zeroviolenzadonne onlus

Ribet Elena Lunedi, 13/09/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2010

Nel panorama italiano attuale, è indispensabile che le associazioni e i gruppi delle donne trovino il modo di essere un soggetto politico?

Partiamo da questa considerazione: agli uomini non è mai stato richiesto di essere un soggetto politico unico su questioni che li riguardassero personalmente o su questioni individuate “a partire da sé”. Anche gli uomini si dividono, si frammentano come meglio credono, nella politica e altrove.

Detto questo, c’è da sottolineare che le donne, quando storicamente sono riuscite insieme a portare avanti battaglie e obiettivi politici comuni, hanno ottenuto grandi risultati. E questo lo dimostra la storia.

La situazione attuale è molto più complessa perché, se da una parte è vero che le donne hanno ottenuto maggiori spazi (in termini di opportunità e di diritti), è anche vero che d’altra parte continuano a subire pressioni retrive. Non siamo più solo nelle case, ma l’immaginario collettivo culturale ci rinchiude in modelli e ruoli che rappresentano le nostre gabbie oggi.



La frammentazione rappresenta l’unico problema? O c’è dell’altro?

Esistono visioni molto diverse su come migliorare la condizione delle donne nella società. Prendo atto che la frammentazione c’è anche perché non è stata trovata né una modalità nuova né una capacità politica di fare fronte comune.

Ma questo si comprende bene analizzando il momento sociale e politico complessivo di arretramento culturale dell’Italia. Siamo nel cuore di un modello consumista molto becero e molto poco indagato a livello di dibattito pubblico e culturale. Questo modello ha impoverito le persone prima a livello mentale e ora anche nel lavoro, quindi materialmente. I “beni” quali sono? Cosa intendiamo quando pensiamo alla “ricchezza”? Vedo chiaramente che le relazioni tra donne, e in generale tra le persone, subiscono questo stato di cose.



La lotta alle discriminazioni e la lotta alla violenza contro le donne potrebbero essere temi validi per costruire strategie comuni?

Ci sono associazioni che ritengono di non dover dialogare con le istituzioni, chi al contrario non solo ritiene giusto interfacciarsi con loro, ma pensa che le istituzioni avrebbero il dovere di intervenire. Le donne uccise nel nostro paese “civile” sono tante, troppe. Ma anche su questo ci sono analisi, prospettive e modalità differenti di intervento. Le difficoltà aumentano se si parla di discriminazioni, di rappresentanza politica, di disoccupazione e lavoro.



Ci sono margini di speranza?

Sì. Il fatto che ci siano donne che continuativamente fanno attività politica, culturale, di controinformazione, sul territorio, da nord a sud, dimostra che sempre e comunque le donne hanno capacità politiche e culturali enormi. Laddove siamo sempre più oppressi da un potere politico e un sistema mediatico persecutori, è questa azione delle donne la vera “rete” che ci può salvare. Solo le persone in carne e ossa possono farlo. Se questa attività resiste è un segno distintivo della nostra forza.



Cos’è il progetto Zeroviolenzadonne.it?

Zeroviolenzadonne è un progetto animato da un grande spirito di servizio, nato nel 2009 per diffondere un punto di vista diverso sulla relazione tra donne e uomini. La necessità di rileggere criticamente i media, di selezionare e orientare l’informazione sulle questioni di genere e su qualsiasi forma di discriminazione, ci ha incoraggiato a continuare. I risultati sono molto positivi. C’è una volontà delle persone di capire e di cambiare il proprio piano di riflessione, di non essere passivi rispetto ai messaggi della comunicazione di massa. Progetti di questo tipo possono sopravvivere soltanto grazie al contributo di persone e gruppi che credano a un’operazione di “spostamento culturale”. La Tavola Valdese è uno dei soggetti che ci ha appoggiato fin dall’inizio.



www.zeroviolenzadonne.it









 

altre iniziative di gruppi e associazioni di donne





UN FORUM PER IL FUTURO

Sostenuto dall’AFFI (Associazione Federativa Femminista Internazionale) e dall’Associazione Alma Cappiello, questo progetto intende costituire un forum di tutte le associazioni e i gruppi che stanno già lavorando sui temi della cittadinanza politica, dell’economia, del lavoro, dei diritti sociali delle donne, della democrazia paritaria, senza trascurare il tema della rappresentazione del corpo nei media. Il percorso continuerà nelle prossime settimane. Sono moltissime le realtà che condividono questa grande volontà di cambiamento. Mettiamole in rete, insieme.

Info: affiassociazioni@yahoo.it

 





DI NUOVO… “Libere”!

“Nel campo del lavoro, del welfare, della maternità, del sistema dei media, nelle rappresentanze istituzionali si verificano scarti talmente forti tra principi e realtà che la libertà rischia di continuo”. La pensano così le donne del gruppo “Di nuovo”, che ha prodotto un documento e lo spettacolo teatrale “Libere” di Cristina Comencini, regia di Francesca Comencini, con Lunetta Savino e Isabella Ragonese. Nell’atto unico, due donne di generazioni diverse cercano di dialogare sui temi cari al femminismo. Con uno sguardo al futuro.

Info: http://dinuovodinuovo.blogspot.com

 





DIVERSAMENTE UGUALI

Mentre la convenzione del'ONU sui diritti delle persone con disabilità richiama fortemente l'attenzione sulla discriminazione della donna disabile e sui minori, i mass media ignorano il problema. Serve un luogo dove discutere della disabilità al femminile, delle discriminazioni, dell’affettività, dei ruoli di madre, moglie, componente della famiglia e della società. Nasce così il gruppo donnediversamenteuguali: “perché noi vogliamo essere uguali anche se diverse”.

Info: http://www.mrd.joomlafree.it

Iscrizioni: donnediversamenteuguali-subscribe@yahoogroups.com

 





ELEZIONI: MAI PIÙ SENZA DONNE!

Un gruppo di esperte lancia un appello per invitare le regioni ad adottare la doppia preferenza di genere nelle rispettive leggi elettorali. L’appello, rivolto ai Ministri delle Pari Opportunità, degli Affari Regionali e al Presidente della Conferenza Stato Regioni richiama l’attenzione sul principio della democrazia paritaria (pari opportunità nell’accesso alle cariche elettive di uomini e donne), supportato dal riconoscimento della legittimità costituzionale della legge elettorale della Regione Campania. Obiettivo: l’adozione di un provvedimento che promuova l’inserimento di norme analoghe da parte delle Regioni in ottemperanza all’articolo 117 della Costituzione.

Prime firmatarie: Daniela Carlà, Annamaria Parente, Marisa Rodano

Per aderire all’appello: doppiapreferenza@virgilio.it





(13 settembre 2010)









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