Per Giovanna Badalassi (Ladynomics) i rincari attesi cadranno soprattutto sulle donne, soprattutto se anziane o capofamiglia (Ansa)
Per le donne, soprattutto se anziane o capofamiglia, i rincari attesi per il costo dell'energia si profilano marcati. Una prospettiva aggravata ora anche dalla guerra in Ucraina.
Dati alla mano, l'economista Giovanna Badalassi - coautrice insieme all'esperta di mainstreaming di genere Federica Gentile, di Ladynomics, sito di economia e politica di genere - spiega all'ANSA il contesto per cui le donne già si annunciano penalizzate da questa crisi energetica.
"Il diverso impatto della crisi energetica - afferma - grava di più sulle donne in relazione alla loro peggiore condizione economica in generale. La Banca d'Italia ricorda che le donne possiedono un quarto in meno delle risorse economiche rispetto agli uomini. Sono meno le donne che lavorano rispetto agli uomini, sono occupate in settori peggio pagati, subiscono il pay gap, spesso sono obbligate a lavori precari, flessibili, al part-time".
Esposte in particolare in questo senso, sono le donne anziane che vivono da sole e le famiglie monogenitoriali, con capofamiglia una donna, con uno o più minori a carico. Tra gli over 80, sono donne il 79,3% dei beneficiari delle pensioni assistenziali e sono donne il 74,2% dei titolari di pensioni sotto i 750 euro. Nel caso di famiglie monogenitoriali, se il capofamiglia è donna (l'8,2% contro il 2% degli uomini) hanno un rischio di povertà del 28,8% contro il 24,2% se invece è uomo. Le donne, quindi, "sono più esposte alla povertà reale e pure al maggiore rischio di povertà. E' giocoforza considerare quindi che il costo dell'energia le colpisca in modo più forte e profondo in termini di decisioni di spesa e di privazioni".
Per contrastare questa situazione, che la pandemia ha aggravato, sono necessari - secondo l'esperta - importanti strumenti di sostegno che "dovranno essere anche strutturati per intercettare in modo puntuale le fasce di povertà femminile a maggiore rischio di povertà energetica. Anche in questo caso infatti gli studi ci dicono che quando le politiche sono neutre e non tengono conto delle differenze, di fatto diventano politiche discriminatorie".
L'edizione 2022 dell'8 Marzo può essere un'occasione per riflettere su un tema significativamente attuale ed individuare non solo i disagi a carico delle donne ma anche - sottolinea Badalassi - "per considerare il contributo che queste possono dare per risolvere la crisi energetica", visto il loro diffuso impegno in tema di ambiente. "E' importante che il loro ruolo possa crescere nel campo dell'energia sia a livello politico, per poter dire la loro nelle grandi scelte strategiche sull'energia, sia a livello professionale, per poter collaborare ad una produzione di energia sempre più sostenibile". Ma su questi fronti c'è molto da fare, "il campo dell'energia è soprattutto declinato al maschile: in politica abbiamo avuto solo una ministra allo sviluppo economico, mentre il tasso di femminilizzazione delle imprese dell'energia, secondo Eurostat (2020), è del 24,6%, contro una media generale del 42%". Il costo dell'energia ed il rincaro delle bollette "è dunque un esempio importante di come problemi individuali e quotidiani si possono affrontare e risolvere solo se si costruisce una visione ed un approccio collettivo nella società, nelle istituzioni e nelle imprese, all'insegna della parità di genere e della pari condivisione e partecipazione sia nell'affrontare i problemi sia nel tentare di risolverli".
Articolo di Agnese Malatesta pubblicato il 7 marzo 2022 ( MAS/ S0B QBXB) in Ansa
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