Venerdi, 15/12/2017 - Il secondo incontro del ciclo "Le donne e la creatività", realizzato a cura del Laboratorio di studi femministi Anna Rita Simeone - Sguardi sulle differenze dell’Università La Sapienza di Romasi tiene sabato 16 dicembre. Annalisa Perrotta, ricercatrice di Letteratura italiana, modera l’incontro e con lei abbiamo cercato di mettere a fuoco il tema della creatività, che intende indagare anche il disagio di artiste moderne e contemporanee le quali attraverso la scrittura hanno trovato un modo per esprimere e combattere forse anche il loro malessere.
“La creatività ha un legame profondo con l'inconscio. E questo vale sia per gli uomini che per le donne. Ma per queste ultime l'espressione artistica ha un contatto più problematico con l'irregolarità. Per essere artisti, per creare qualcosa di nuovo è necessario smarcarsi da tutto ciò che è richiesto, atteso e riconducibile a schemi precostituiti, essere irregolari”.
E se è stato semplice per gli uomini tracciare nuovi percorso creativi, non si può dire altrettanto per le donne che invece nel loro rapporto con la creatività hanno dovuto imbattersi in un percorso di sofferenza.
Dunque per le artiste essere creative ha significato anche essere diverse nella connotazione più negativa del termine perché le ha poste di fronte ad uno scontro continuo tra quello che erano e quello che la società vuole che loro siano, innescando una lotta esistenziale che non può essere dimenticata, ma anzi indagata.
E così da Virginia Woolf ad Amelia Rosselli, da Emily Dickinson a Sylvia Plath fino a Alda Merini, il seminario si sviluppa sull’asse della incurabile creatività delle grandi artisti moderne e contemporanee. Artiste, spesso accomunate dalla scelta tragica del suicidio, che hanno parlato “anche di quello che si agitava nel loro animo e hanno riflettuto sulla propria creatività. Le poesie scelte parlano di un rapporto difficile col desiderio (di esprimersi, o di aver accesso alla mensa del sapere). Si parla di difficoltà nel trovare una separazione o una giusta distanza tra sé e gli oggetti (i Poppies in July di Sylvia Plath), di un effetto tempestoso e forse non voluto e subito della propria stessa irregolarità (Sono nata il ventuno a primavera, Merini). Mentre il testo di Woolf (il breve saggio Dell'essere malati) connette in modo straordinario corpo e creatività attraverso l'analisi di quella condizione speciale che è costituita dalla malattia, nella quale il malato è autorizzato a venir meno ai suoi obblighi sociali e abbandonarsi alla contemplazione, alla riflessione libera, alla percezione e alla comprensione profonda, alla creazione”.
Nel solco degli oltre diciassette anni di attività, il Laboratorio di Studi femministi Anna Rita Simeone “Sguardi sulle differenze” - nato nel 2000 grazie all’iniziativa della professoressa Maria Serena Sapegno e delle ricercatrici Monica Cristina Sorini e Fabrizia Giuliani, - anche con il ciclo di seminari in programma fino a maggio 2018 continua la sua lunga tradizione di luogo di scambio, trasmissione, ricerca e confronto sul variegato mondo della cultura femminile e sugli studi di genere.
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