Il ritrovamento della lettera dell'autore di un femminicidio costituisce la conferma ulteriore delle tesi di quanti sostengono che tale efferato delitto non sia ascrivibile ad un raptus di follia
Sabato, 27/09/2014 - Ci fosse mai stato bisogno di un riscontro concreto alle affermazioni del dott. Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), al riguardo delle responsabilità degli autori dei femminicidi, lo potremmo individuare nella disamina della lettera che uno di loro, Pietro Di Paola, ha scritto prima di compiere l’efferato crimine ai danni della sua ex fidanzata. Dall’esame di quanto scritto si da un senso compiuto a quanto ribadito dall’esperto suindicato, ossia che “nella stragrande maggioranza ci troviamo, infatti, davanti a uomini che hanno comportamenti violenti, aggressivi, prepotenti, semplicemente una personalità antisociale ed egoistica, che non tollerano la possibilità per la donna di operare scelte diverse e autonome". Difatti scorrendo le righe di quella lettera si scopre che egli preannunciava ciò che sarebbe avvenuto: “non mi sono lanciato subito con lei, anzi le ho fatto provare il terrore di perdere tutto amici, famiglia e futuro”.
Lascia un Commento