Iori Catia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
Le violenze di ogni tipo sulle donne si moltiplicano. Assumono le forme più disparate, si contorcono tra insulti verbali quando va bene, per poi tradursi in vere e proprie aggressioni fisiche quando l’altro si sente impotente a reggere lo sguardo che interroga, penetrante e pietoso.
Epperò a ben pensarci è violento chi non trova altra strada che quella della distruttività cieca, dell’odio contro chi reputa più debole, desiderando al contempo con questa forma impropria più attenzione, più amore, più considerazione. Forse anche solo la certezza di esistere per qualcuno. Se noi donne cominciassimo a guardare a queste povere persone con lo sguardo della compassione, credo che al di là della legittima difesa e della paura tutta giustificata, smonteremmo ogni attacco gratuito. Dietro a quella violenza sta un’incapacità totale di vivere, di comunicare, e occorre molto maternage da parte nostra per non rispondere semplicemente contrattaccando, ma prendendo le distanze e capendo che la fragilità di quegli uomini, in realtà sempre più diffusa, è simile al pianto straziato di un neonato che si sente indifeso. Certo ce ne vuole di maturità per arrivare a questo passaggio ma temo sia l’unica strada percorribile per non vivere costantemente in un clima di paura paralizzante. A tal proposito una recente indagine promossa dall’Università di Bologna mette a buon diritto in guardia dall’affrontare il tema della paura con argomentazioni da bar: il governo dell’insicurezza personale che inficia le nostre giornate e soprattutto i nostri spostamenti richiede rigore se non vogliamo imbarbarirci e cadere in propaganda politica. Se i kit antistupro danno carne ai titoli dei giornali è opportuno invece affrontare le questioni del rischio personale, cominciare a capire perché l’autolesionismo di molte donne si sposa guarda caso proprio con la violenza maschile, perché si sia poi indotte a nascondere tutto questo in nome di chissà quale protettorato.
E allora vi consiglio di saccheggiare a piene mani i consigli regalati a piene mani dal sito www.governarelapaura.it. Saperne di più è già un modo per difenderci meglio.
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