Martedi, 11/07/2023 - Verrebbe da dire “Emozioni” come la famosa canzone di Lucio Battisti. Passare con lo sguardo il castello e scoprire che Sabato 8 luglio 2023 il vento ha portato in giro per il paese di Carosino (Ta) il suono della chitarra del maestro Roberto Friuli. Il suo sogno si è avverato: quello di presentarsi da solo con la sua insostituibile chitarra, davanti ai suoi compaesani, a offrire quello che lui ha coltivato per anni, come fosse una bellissima rosa rossa: la sua musica. Una musica che lo ha aiutato nell’infanzia a sentirsi meno solo, più forte di fronte a situazioni che la vita ci offre. Il palazzo ducale ha aperto le sue porte per accogliere un uomo che nella sua semplicità ha offerto un repertorio immenso, pieno di ricordi per chi ascolta. Roberto ha realizzato il sogno di una bella esibizione grazie alla parrocchia e amministrazione comunale che lo hanno sempre incoraggiato. Gli amici come Michele hanno messo a disposizione la strumentazione e la delicatezza delle luci, che ha creato un’atmosfera da sogno. Il sogno.
Ma cosa ci ha fatto ascoltare il maestro? Intanto abbiamo iniziato ad ascoltare il brano “Suite in Sol Minore per liuto”, e qui la nostra memoria ha cominciato a viaggiare sulle note della trasmissione di Piero Angela. Poi la chitarra ha dato voce all’ “Ave Maria” di Schubert, una esibizione emozionata ma autentica, si sa che le mani si riscaldano a poco a poco, durante l’esibizione, dicono sottovoce gli amici storici di Roberto.
E poi inaspettatamente arriva la “Romanza” di Beethoven, una melodia che ti porta indietro nel tempo: me la ricordo da piccola mentre faceva da sottofondo allo spot della vecchia Romagna etichetta nera, il brandy che crea un'atmosfera. Era il Natale dei primi anni ‘80 che ci riporta alle nostre vascate sul corso, e le comitive come quella di Roberto con la chitarra sui gradini delle case a cantare i pezzi forti di quel tempo. Per la maggior parte cantautori: How many roads must a man walk down ... Emozioni lontane, che quest’aria eterna e intramontabile mi rievoca nel castello del mio paese. Una melodia che ha il potere di calmare e di far riflettere perché l’abbiamo ascoltata col cuore, con un salto nel tempo, un tempo in cui le persone si guardavano negli occhi, e con quelli si parlavano. Sui gradini di Corso Umberto.
È stata poi la volta di Mario Gangi, del brano Villa Lobes e per finire ma non per importanza il brano che ha fatto innamorare tanti adolescenti di fine anni ’70, con i nostri pantaloni a zampa e quella sua maglietta fina, con la rivoluzione nella testa e la dolcezza nel cuore: pioggia d’estate, che bagni lo sguardo del mare…
Grazie Roberto Friuli per la magia di questa serata pizzicata dalle corde di chitarra.
Elena Manigrasso
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