Salute BeneComune - Il grande paradosso: spendere di più per avere minore qualità
Michele Grandolfo Martedi, 02/08/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2016
L’intenzione di chiudere il cento nascita di Vipiteno, punto di riferimento delle donne che desiderano vivere l’esperienza della nascita rispettata è, nella migliore delle ipotesi, una insensatezza, nella peggiore, una delle varie risposte violente alla campagna #bastatacere in cui le donne hanno preso la parola per denunciare le forme della violenza ostetrica che hanno subito nelle loro esperienze.
Le recenti prese di posizione dell’OMS sul non rispetto e la violenza nel parto e i pronunciamenti del NICE che raccomandano il parto in casa sono in profonda sintonia con quanto denunciato dalle donne. Anche le indagini dell’ISS sul percorso nascita testimoniano la notevole distanza delle pratiche da quanto raccomandato dalle linee guida nazionali e internazionali. Ci si aspetterebbe una accelerazione per il completamento delle linee guida su travaglio, parto e puerperio, un serio programma nazionale di aggiornamento professionale, la promozione dell’istituzione delle case di maternità a conduzione ostetrica, la promozione del ricettario ostetrico e del rimborso del parto a domicilio. Invece si prendono provvedimenti, sulla base di astratte indicazioni nazionali, di chiusura di centri nascita periferici quando sarebbe molto più opportuno trasformarli eventualmente in case di maternità.
Si parla a sproposito di sicurezza quando sono proprio le procedure medicalizzanti a metterla in discussione: basterebbe citare le procedure adottate nel travaglio parto (posizione litotomica, cardiotocografia in continuo, induzione, ecc) che portano più facilmente al taglio cesareo attribuendo alle vittime la responsabilità (mancato impegno della parte presentata), per non parlare dell’impedimento del contatto pelle-pelle immediato e prolungato e l’attacco al seno entro la mezz’ora, fattori determinanti non solo l’avvio corretto dell’allattamento al seno e il suo proseguimento a lungo ma anche fattore altamente protettivo riguardo l’emorragia post partum, prima causa di morte materna. Il tutto caratterizzato da costi molto maggiori rispetto alle modalità raccomandate del parto rispettato. È il grande paradosso: spendere di più per avere minore qualità. E le autorità centrali agiscono in modo ambiguo con documenti sulle buone intenzioni di promozione dell’allattamento al seno non evidenziando critiche e sanzioni per le violazioni del codice internazionale per la protezione dell’allattamento materno, approvando corsi, convegni e congressi ECM sponsorizzati da multinazionali del latte artificiale.
Ribadisco che la nascita rispettata rappresenta una grande opportunità per la riscoperta del senso di competenza e dell’autonomia da parte della donna e della persona che nasce, fondamenti per una società libera basata sulla cooperazione di autonomie in grado di autodeterminarsi e non su relazioni di potere, queste ultime radici delle violenze e degli omicidi contro le donne.
Penso che cambiamenti significativi possano avvenire, contro gli interessi consolidati e le ideologie dominanti, con la presa di parola da parte delle donne: la campagna #bastatacere che ora prosegue con l’osservatorio violenza ostetrica è solo l’inizio. La lotta deve continuare e generalizzarsi. Sono convinto che questa volta ci saranno molti più uomini che prendono coscienza (anche per liberarsi dallo stereotipo del maschilismo) e parteciperanno alla liberazione delle autonomie in relazione.
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