Venerdi, 05/04/2024 - La Biennale Donna, storica manifestazione dedicata alla creatività femminile contemporanea promossa da UDI – Unione Donne in Italia, giunge quest’anno alla sua XX edizione. Un traguardo di tutto rispetto che dal 14 aprile al 30 giugno, a Palazzo Bonacossi di Ferrara, ospiterà la collettiva "Yours in Solidarity – Altre storie tra arte e parola", a cura di Sofia Gotti e Caterina Iaquinta.
La mostra comprende varie opere d’arte ed anche le cosiddette ‘handcrafts’, tra cui installazioni, sculture, ‘performances’ ed opere tessili, frutto di esperienze comuni di sei artiste internazionali: Binta Diaw, Amelia Etlinger, Bracha L. Ettinger, Sara Leghissa, Muna Mussie e Nicoline van Harskamp.
Tra gli intenti l’evento plurimo si propone di mettere in luce alcuni aspetti peculiari della manifestazione ferrarese fin dai suoi esordi e, al tempo stesso, di rilanciare la sua immagine sul territorio nazionale. L’idea è quella di continuare a far emergere ‘figure dallo sfondo’ – una nostalgica e bellissima citazione dal titolo della mostra che fu fatta nel 1988, un po’ ‘ante litteram’ rispetto alla poi alla più tarda ed istituzionale Biennale Donna, dedicata all’artista veneziana Bice Lazzari alla allora Galleria Civica d'Arte Moderna di Palazzo Diamanti, come ricorderanno le colleghe più 'mature': al tempo stesso, s’intende presentare ‘nuove voci’ pronte a levarsi per riaffermare se stesse in un mondo sempre più complesso ed accentratore.
In realtà, da sempre attenta al rapporto fra arte e la società contemporanea, la Biennale Donna - che ha visto alternarsi, negli anni, artiste del calibro di Yoko Ono o Patty Smith o Letizia Battaglia, per non citarne che 3 ma di che rango - intende concentrarsi sulle questioni socioculturali, identitarie e geopolitiche che influenzano i contributi estetici dell’odierno panorama delle donne artiste.
Nell'ambito della mostra sarà presentato pure un prezioso nucleo di materiali storici dell’UDI, tra documenti d’archivio, pubblicazioni, stendardi e fotografie d’archivio, al cui riordino ebbe l’onore di collaborare anche chi scrive con una delle organizzatrici, Liviana Zagagnoni, per ripercorrere le principali tappe della Biennale Donna e ricostruire la sua totale e più lunga evoluzione ad oggi.
Un ricordo particolare merita la estrema e grandissima figura di Patti Smith, classe 1946, vestale del rock ribelle e sensuale e ‘poetessa on the road’ – come era stata definita allora dal critico Duccio Dogheria – che presentò a Ferrara, nell’ambito dell’XI Biennale Donna, la sua trentennale produzione artistica, praticamente una ‘performance’ nella ‘performance’, una 'mèta-performance'.
Un rapporto, quello di Patti con le arti visive, poco noto persino ai ‘fans’ più incalliti, ma non per questo meno importante in un’artista che, ispirandosi a figure come Jim Morrison, Arthur Rimbaud e William Blake, e poi Allen Ginsberg e William Burroughs, ha fatto sempre dello sconfinamento una regola espressiva.
La mostra presentava l’intera produzione grafica e fotografica dell’Artista. Un amore per la pittura che risaliva al finire degli anni Sessanta, quando, trasferendosi a New York, nel corso dello straordinario rapporto che l’aveva unita a Robert Mapplethorpe - cambiando la vita di entrambi - aveva sognato di diventare pittrice. Il destino le riservò, come è noto, qualcosa di diverso, ma questo primo amore non si è mai esaurito, surclassato da nuove e ben più note passioni, ma che continua e si evolve a tutt’oggi.
La mostra "Yours in Solidarity – Altre storie tra arte e parola" è organizzata dal Comitato Biennale Donna dell’UDI e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con la Fondazione Ferrara Arte, ed il sostegno della Regione Emilia-Romagna.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo bilingue italiano e inglese con i testi delle curatrici e le immagini delle opere esposte.
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