Sabato, 31/10/2015 - Apre sabato 31 ottobre alle ore 11 al Castello di Duino la XVI edizione della mostra d'arte intitolata La bellezza per la bontà, l’arte aiuta la vita, organizzata a favore del Premio alla Bontà Hazel Marie Cole Onlus, istituito da Aldo e Donatella Pianciamore, e curata dall’architetto Marianna Accerboni, che introdurrà l’esposizione. Alla rassegna, visitabile fino al 15 novembre e accompagnata da un esaustivo catalogo, prendono parte 23 artisti tra pittori triestini, di altre città italiane e stranieri (orario di apertura del Castello/ info 335 6750946).
Dal 16 al 30 novembre la mostra sarà visitabile alla Sala del Giubileo (riva 3 novembre 9, inaugurazione ore 18).
Bontà e bellezza s’intrecciano in questa iniziativa - scrive Accerboni - che premia la generosità e l’altruismo nel ricordo di Hazel Marie Cole, straordinaria figura di mecenate inglese, la quale fece di tali doti il proprio stile di vita. Al di là del precipuo fine benefico, la rassegna, giunta quest’anno alla quindicesima edizione, ha il pregio di riassumere attraverso le opere di 21 artisti, realizzate secondo tecniche diverse - dalla pittura a olio su tela o faesite, all’acrilico, alla tecnica mista, alla tempera su tavola, faesite, carta e tela; al collage, al gesso, all’acquarello, al pennarello, al pastello su carta; all’acquaforte, agli acrilici su tela, al disegno a matita - un panorama attraente e variegato del lessico artistico contemporaneo a Trieste, in Italia e all’estero. Inoltre, come in molte delle scorse edizioni, alla consueta e prestigiosa sede espositiva del Castello di Duino, si affianca anche quella della Sala del Giubileo.
Gli artisti presenti seguono per la maggior parte due percorsi creativi: i più sono orientati a un’interpretazione essenziale della realtà, arricchita sovente di suggestioni oniriche, fantastiche, simboliche, metafisiche e surreali, altri seguono invece il filone narrativo. Al primo gruppo appartiene la pittura fascinosissima, supportata da una tecnica ineccepibile di Antonio Sofianopulo, pittore triestino di origine greca, che ha tratto dalla consuetudine famigliare all’arte (la madre Renata era pittrice e pubblicitaria, lo zio Cesare un noto pittore simbolista, allievo di von Stuck), la prima formazione in tale disciplina. A tale indirizzo guarda anche l’affascinante, coraggiosa e originale scelta concettuale e simbolica di Erika Stocker Micheli, interpretata attraverso un’ efficace composizione cromatica, sostenuta da un essenziale slancio d’inclinazione espressionista; il ricco immaginario di Fulvio Dot, che, nell’opera esposta, ci consegna una Venezia elegante, in cui alla raffinatezza del passato s’intreccia originalmente il linguaggio contemporaneo; il racconto criptico di Dante Pisani; il felice gioco creativo di Ferruccio Bernini, artista e scenografo triestino dall’inesauribile capacità inventiva e onirica; l’arte morbida, originale e fantastica di Bruna Daus Medin; il segno forte, vitale e deciso della francese Valerie Bregaint, della friulana Un cenno a parte merita l’interpretazione delicata e convincente del milieu romano senza tempo, realizzata con pittorica immediatezza da Annie G. Blanchi. Al filone neoromantico fa riferimento la delicata e intensa ricerca cromatica e luministica, che rappresenta la nuova sperimentazione dell’inesauribile vena creativa di Nora Carella.
Il linguaggio narrativo è abbracciato dalla monfalconese Carla Fiocchi, che dipinge con delicato sentire un universo ricco di luce e di equilibrio. Secondo l’indirizzo figurativo si esprimono anche Carolina Franza, pittrice che fonda la sua pittura dedicata a una interpretazione contemporanea ma filologica dell’icona, sulla Conoscenza delle tematiche religiose e delle tecniche, elementi in strettissima simbiosi quando si tratta di realizzare l’icona; e Holly Furlanis, deliziosa autrice di una pittura di taglio decorativo dal brillante cromatismo.
La ricerca espressionista si volge all’astrazione con l’elegante predilezione materica di grande bellezza cromatica di Elvio Zorzenon, dall’efficace incisività nel rapporto segno-colore; Alda Baglioni ci offre invece una prova felice e molto calibrata della sua pittura appartenente all’espressionismo figurativo. Di grande fascino appare il mondo del Nord europeo testimoniato dal pittore belga François Piers, che recentemente ha esposto con grandissimo successo a Trieste e che, come la Baglioni, sa magistralmente donare luce e sottaciuta poesia al paesaggio. Al mondo espressionista appartengono anche il pittore istriano Livio Zoppolato, presente con un paesaggio che esemplifica l’incredibile poliedricità espressiva e tecnica della sua valente personalità, e Marta Potenzieri Reale: innamorata da sempre dell’acquarello, fa uso di questa tecnica per sperimentare un’interessante ricerca interiore che, dopo la pittura d’ispirazione Zen, affronta ora le grandi intuizioni di Rudolph Steiner. Espressionista figurativa di grande qualità è Elsa Delise, che con classe e sapienti riferimenti luministici imposta il proprio racconto di una realtà intima, rigorosa e trasversale, mentre tra espressionismo e narrazione si snoda l’arte gentile di Carlo Sini.
Last but not least, chiudono la significativa rassegna due interessanti sculture: un’opera tridimensionale di coinvolgente intensità, in cui Angelo Salemi reinterpreta, attraverso la terracotta smaltata in tonalità calde, il tema antico dell’uomo e del tempo che, dal luminoso Sud, ci giunge quasi fosse la materializzazione di un pensiero filosofico. Anne Tudor compone invece con grande eleganza ed equilibrio, un disegno tridimensionale d’ispirazione simbolica e concettale, realizzato in legno, materiale prediletto da questa talentuosa scultrice londinese, che ha esposto in sedi prestigiose, tra cui le Royal Institute Galleries di Piccadilly (Londra), il Museo delle Arti di Parigi e il Palazzo delle Esposizioni di Roma, e ha scelto l’Italia quale paese d’adozione.
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