Piemonte / Progetto Sfide - La diversità per una “gestione innovativa delle risorse umane”
Donatella Orioli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2008
Il progetto SFIDE finanziato dall’iniziativa Comunitaria EQUAL sull’Asse delle pari opportunità tra uomini e donne, ha contribuito a diffondere la cultura di pari opportunità nelle prassi organizzative di aziende pubbliche e private delle province di Alessandria, Asti, Cuneo e Vercelli, individuando risposte concrete per valorizzare e armonizzare le diversità in azienda, per migliorarne la competitività sul mercato e la qualità di vita di lavoratrici e lavoratori.
La sperimentazione del servizio SFIDE è stata realizzata nelle aziende pubbliche e private della partnership, attraverso il coinvolgimento del management e di 30 donne occupate che sono state accompagnate in un percorso di consapevolezza e di valorizzazione del loro ruolo. Le donne occupate, in particolare, si trovano ad affrontare situazioni di difficoltà legate in primo luogo al loro essere lavoratrici con una famiglia, spesso prive di supporto nella rete familiare, insufficientemente aiutate dai servizi e dalle strutture di conciliazione a livello locale. Questa situazione è causa di demotivazione e spinge le donne a rinunciare a percorsi di crescita professionale e anche al lavoro stesso. Il know how costruito in tre anni di lavoro è stato documentato e messo a disposizione di tutte le organizzazioni attraverso il KIT di strumenti del progetto Sfide, considerato una “cassetta degli attrezzi” da cui ogni azienda e/o addetto/a ai lavori può attingere per Riconoscere, Valorizzare, Armonizzare le diversità.
Il KIT descrive il modello di intervento, le metodologie e gli strumenti utilizzati e sperimentati nell’ambito del progetto SFIDE!!!, attraverso un servizio di gestione della diversità in azienda coordinato da un gruppo di esperti nella gestione innovativa delle risorse umane.
Le tappe del percorso hanno interessato l’analisi organizzativa e della cultura, in particolare quella di genere, con strumenti e metodi quali interviste individuali, focus group e questionari. Un percorso formativo di gruppo sulla gestione della diversità ha aiutato l’azienda stessa a dotarsi di strumenti per il riconoscimento, la gestione, la valorizzazione e l’armonizzazione dei talenti individuali.
Parallelamente, alcune lavoratrici selezionate per ciascuna azienda sono state accompagnate in un percorso di scoperta e valorizzazione delle proprie meta-competenze e di assunzione di ruolo.
Tutti i processi e gli strumenti sperimentati sono confluiti in un Equality Plan, un programma di azioni positive, “su misura” per ciascuna azienda, che risponda all’esigenza di integrare la logica della valorizzazione delle diversità nel sistema interno di gestione delle risorse umane.
Il kit è supportato dal “Glossario per le aziende sul linguaggio di Pari Opportunità”.
Tra le aziende coinvolte c’è l’ente pubblico Provincia di Vercelli che ha attraversato e sta attraversando una fase di riorganizzazione interna. Il progetto SFIDE ha strutturato il suo intervento al fine di accompagnare questo processo di cambiamento, garantendo cosi che nella fase di riorganizzazione tutte le diversità fossero riconosciute e valorizzate.
Tra le imprese coinvolte, il principale denominatore comune è stato quello di supportare le lavoratrici nella costruzione di un equilibrio fra la vita privata e il lavoro e far sì che fosse garantita la tenuta sul ruolo, senza trascurare lo sviluppo delle competenze manageriali con la creazione di team avanzati in grado di includere e valorizzare le differenze.
Laddove si è registrata una massiccia presenza di lavoratori/lavoratrici immigrati con conseguente diversità culturale e linguistica importante, il progetto ha sviluppato un sistema di gestione del personale finalizzato alla risoluzione di alcuni problemi strutturali per aiutare e supportare l’azienda.
In virtù di queste importanti sperimentazioni e nell’ottica di una miglior ottimizzazione delle risorse, può diventare interessante il reale trasferimento delle buone pratiche.
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