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La ‘dolce avventura’ da socializzare

La ‘dolce avventura’ da socializzare

Società/ Salute - ‘Mamme oltre il blu’ nasce a Carpi per sostenere le mamme negli impegnativi mesi che seguono il parto

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2005

Dare assistenza, sostegno e aiuto alle donne e alle coppie nel delicato periodo post partum. Questo l’obiettivo del progetto “Mamme oltre il blu”, che nasce dalla constatazione che fra le neomamme sorge piuttosto di frequente una forma di stress. Escludendo le ben più devastanti forme di psicosi post partum, si sa che circa il 10/15% di donne sviluppa la depressione postnatale: una malattia depressiva non psicotica, di lieve o modesta gravità che si verifica nel corso del primo anno dopo il parto. E’ definita Post-partum blues ed erroneamente si enfatizza la transitorietà di questa sindrome pensando che non richieda trattamenti specifici, ma soltanto informazioni adeguate e amorevole sostegno, magari elargiti con eccessiva invadenza da mamme, zie e suocere. Daniela Depietri (Presidente della Commissione Pari Opportunità di Carpi) e la Dr.ssa Maria Dirce Vezzani (Responsabile della Funzione Salute Donna del Distretto di Carpi) hanno ideato il progetto che è stato finanziato dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Carpi, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, dall’Azienda Usl di Modena e dai Comuni di Carpi, Soliera, Campogalliano, Novi di Modena. Partendo dalla considerazione che la depressione post partum può avere conseguenze sulla relazione mamma – bambino e quindi sullo sviluppo emozionale, comportamentale e cognitivo del bambino, il progetto osserva che “la maggioranza delle donne che vivono una esperienza di depressione post partum non cerca l’aiuto dei professionisti; almeno il 50% delle donne in questa condizione non cerca l’aiuto di famigliari e/o amici; nonostante i frequenti contatti con gli operatori dei servizi sanitari nel periodo immediatamente successivo al parto, le donne risultano restie a dichiarare i loro problemi fisici, emozionali e soprattutto i segni di una possibile depressione”. Accanto a queste forme classiche del disagio psicologico postnatale si possono verificare disordini da stress post traumatico (ad es. quando il parto e la nascita di un bambino con problemi possono innescare il processo di ricordo con conseguenti fenomeni di ipereccitabilità) oppure disordini da ansia nei confronti della salute del bambino. Le attività e le iniziative avviate in base al progetto sono:
- un punto d’ascolto (presso il Consultorio Familiare) dove si accoglie la domanda spontanea delle donne prima e dopo il parto e delle famiglie. Si offre ascolto e informazioni con invio di operatori per servizi specifici e incontri privati;
- attività di gruppo pre e post parto, aperti anche ai partner o altri famigliari interessati, per fornire le informazioni utili alle gestanti per affrontare il periodo successivo alla nascita del bambino;
- focus group gruppi di ascolto composti sia da neomamme primipare sia pluripare per raccogliere i loro bisogni e operare/verificare la reale coincidenza fra questi e i servizi offerti.
Secondo le stime la depressione rappresenta la quarta causa, per importanza, al carico globale di malattie e le previsioni dicono che raggiungerà la seconda posizione entro il 2020. Se questo è vero, allora è del tutto evidente che il grande lavoro da fare per la salute pubblica è la prevenzione e il percorso ideato a Carpi si colloca proprio in questa filosofia, nell’intento di ridurre “il divario tra la disponibilità di trattamenti efficaci e l’alto numero di soggetti che non li ricevono”. (T.B.)

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