Le attiviste egiziane hanno organizzato per domani al Cairo la Million Women March, un corteo con un milione di donne. “Si dimenticano del ruolo delle donne nella rivoluzione”, ha detto Dina Abou El-Soud, 35enne organizzatrice della mobilitazione accusando il governo militare al potere in Egitto di aver dimenticato il ruolo delle donne nella rivolta contro l'ex presidente Hosni Mubarak e di mantenere un sistema politico dominato da figure maschili. Il timore delle attiviste è che i cambiamenti politici sostenuti dal Consiglio supremo delle forze armate rafforzino solo il sistema patriarcale di potere. L'iniziativa dell'8 marzo, a cui - secondo la stampa egiziana - parteciperanno anche molti uomini, è stata organizzata tramite il social network Facebook in occasione della Giornata internazionale della donna. Punto centrale del corteo sarà Piazza Tahrir, simbolo della rivolta contro Mubarak.
Iran
Le donne iraniane scenderanno domani in piazza a Teheran per chiedere libertà e uguaglianza. Secondo il sito d'informazione femminista 'Sharzadnews', sono diverse le associazioni e le organizzazioni femministe che hanno annunciato di voler manifestare domani nella capitale in occasione della Giornata internazionale della donna. La sezione femminile dell'Associazione nazionale dei giovani iraniani, con un comunicato inviato ai siti di opposizione 'Iranpressnews' e 'Cyrusnews', precisa di voler partecipare alla manifestazione senza il velo islamico. Le attiviste invitano anche altre donne iraniane a “compiere un simile gesto simbolico per dimostrare al mondo che le donne in Iran vogliono essere libere di poter scegliere il tipo di abbigliamento da indossare e che non tollerano più l'imposizione dell'hijab da parte dello stato islamico”. Dopo la rivoluzione islamica del 1979 l'uso dell'hijab (il velo islamico) per le donne iraniane è diventato obbligatorio. Due giorni fa il Consiglio per il coordinamento dell'Onda Verde ha invitato tutti i sostenitori del fronte riformista a scendere in piazza domani per manifestare il proprio appoggio al movimento delle donne iraniane. Tutto dopo che pochi giorni fa il Premio Nobel per la pace, Shirin Ebadi, ha esortato gli iraniani a manifestare l'8 marzo in segno di solidarietà con le donne.
Buenos Aires
La Centrale Unica dei Lavoratori ha convocato per l'8 marzo una manifestazione al centro della città con lo slogan “STOP alla violenza contro le donne; NO alla tratta; ABORTO legale, sicuro e gratuito; SI ai servizi per l'infanzia”. I manifestanti sono invitati ad indossare indumenti di colore nero, verde o viola.
Caracas
Si sta svolgendo nella capitale venezuelana la prima Conferenza Mondiale delle Donne dei gruppi di base. Delegazioni di più di 42 pesi proveniente dai 5 continenti stanno partecipando agli incontri, tavoli di lavoro, seminari nelle istallazioni dell'Università Bolivariana del Venezuela messe a disposizioni dal governo. l'incontro rappresenta un momento fondamentale per le articolazioni delle lotte delle donne progressiste e rivoluzionarie.
Nicaragua
In occasione dell'8 marzo, la Sezione italiana di Amnesty International promuove in Italia la campagna mondiale per chiedere al governo del Nicaragua di porre fine alla violenza sessuale, dilagante nel paese. Tra il 1998 e il 2008, riporta Amnesty, 14.337 donne e ragazze hanno denunciato di aver subito violenza sessuale. Nel suo appello al governo del presidente Daniel Ortega, Amnesty International chiede di «prevenire la violenza sessuale, proteggere le sopravvissute e garantire giustizia e risarcimento alle giovani vittime di stupri». In quasi la metà dei casi si trattava di ragazze al di sotto dei 17 anni di età. La maggior parte delle violenze e degli abusi avviene in ambito familiare. Nonostante l'evidente gravità del problema, denuncia Amnesty, «il governo del Nicaragua non si sta ancora occupando di questa emergenza nascosta dei diritti umani». Nonostante i dati impressionanti, l'organizzazione per i diritti umani sostiene che in Nicaragua, così come in altri paesi dell'America Latina, lo stupro e gli abusi sessuali siano reati poco denunciati, soprattutto se coinvolgono giovani ragazze e se avvengono in famiglia. «Il sistema giudiziario non riesce a proteggere le ragazze che hanno denunciato abusi sessuali o stupri alla polizia e molte di loro restano intrappolate in situazioni di violenza senza una via d'uscita nè giustizia», afferma Amnesty International.
Afghanistan
Malalai Joya, ex parlamentare afghana sfuggita a diversi attentati, ha dichiarato ad AKI - ADNKRONOS INTERNATIONAL, alla vigilia della Giornata internazionale della donna, che la situazione delle donne nel suo paese è “tragica” e rischia di “peggiorare”. “Violenze sessuali, violenze domestiche, attacchi, omicidi”, delitti d'onore: questi gli abusi e le violenze denunciati da Joya. A dieci anni dalla caduta del regime dei Talebani, le donne - dice - “non possono vivere una vita umana”. “Oggi la situazione della donna in Afghanistan è catastrofica come sotto il regime dei Talebani”, afferma, sottolineando come le afghane abbiano bisogno di “aiuto e solidarietà”, ma anche di “aiuti finanziari”. “C'è il problema dell'istruzione, la chiave per inserire le donne nel mondo del lavoro - dice - e c'è anche quello della giustizia”. L'aiuto però, sottolinea Malalai Joya, “non deve arrivare dalla cosiddetta comunità internazionale, Stati Uniti in testa”, che seguendo “politiche sbagliate” sostengono il processo di riconciliazione con i Talebani e “sono amici dei signori della guerra misogini. La condizione delle donne è stata uno dei pretesti usati dagli americani per invadere il mio Paese”, denuncia Malalai Joya, e ora, con il processo di riconciliazione “la situazione rischia di divenire ancora più catastrofica”. Ed è benvenuto, piuttosto, il “sostegno della vera comunità internazionale”, della società civile, ma anche del mondo degli intellettuali. Intanto Kabul si prepara alla Giornata internazionale della donna. All'iniziativa hanno aderito anche donne e bambini. La speranza è che domani le donne afghane si facciano vedere tra le strade di Kabul per rivendicare i propri diritti. Intanto, Malalai Joya augura “Buona festa della donna!”.
Guatemala
In un video realizzato dal CISV uomini e donne uniti contro la violenza.
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