Keramik Symposium da Gmunden a Faenza - di Rossella Ciani

La mostra espone le opere di 12 giovani artisti ceramici, di età compresa tra i 40 ed i 28 anni, che sono stati ospitati per un mese presso la Gmundner Keramic della città di Gmunden in Austria , che gli ha messo a disposizione ambienti,materiali ed assistenza tecnica. Lo scopo di questo mese di seminario è stato quello di favorire la conoscenza reciproca di giovani artisti, una mutua ispirazione ed anche l’aiuto reciproco. Il MIC di Faenza è stato invitato ad aderire a questa iniziativa e ne sta ospitando le opere. Tra questi 12 artisti, otto sono donne.

Le opere esposte tradiscono la maturazione artistica ancora acerba degli autori, anche se la coloritura e gli smalti denotano una tecnica già bene appresa. Camminando tra le sale espositive si ha una sensazione di malessere, quasi di fastidio. Viene da dire che le artiste sono “donne che stanno male”; che hanno un malessere che si sprigiona da manufatti piuttosto informi,di piccole dimensione e posati per terra. A nulla vale l’utilizzo del modello perfetto di una casa stilizzata bianca, con forma geometrica e particolarmente curata, a dare un poco di respiro alla mostra, eseguito dall’artista italiana Silvia Mornati. Solo Elisabeth Wedenig – Austria – ha l’intuizione di coniugare la ceramica con i fili di lana, il pizzo di cotone e le calze di nailon colorate ; usa questi materiali tipicamente femminili per adornare le sue opere;arriva anche a “fare un maglioncino” ad una grande sfera, che sembra protetta e scaldata da questo lavoro a maglia che la avvolge tutta. I quattro artisti uomini,che sono presenti, non esprimono nulla di diverso dalle otto giovani donne: hanno creato opere di dimensioni più grandi, ma la informalità indefinita appartiene anche a loro.

La mostra non vale il viaggio, ma il MIC di Faenza , appena raddoppiato, è una tale miniera di capolavori ceramici, che da solo merita una visita.



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