Dalla Nigeria alla presidenza dei Tories: la nuova leader del partito conservatore è il simbolo di un'Inghilterra sempre capace di innovazioni che spiazzano. E preoccupano
Martedi, 05/11/2024 - Il femminile di giornata / trentadue. Kemi Badenoch e l’imprevedibile Inghilterra
La polarizzazione e l’interesse per le elezioni americane ha in qualche modo dato meno spazio e messo in ombra altri avvenimenti politici dI indubbio interesse e di grande peso politico.
Fra questi, impossibile non citare l’elezione della nuova leader Tory, Il partito dei conservatori inglesi, nella persona di Kemi Badenoch, nata per caso a Londra - sua madre era lì per questioni mediche - che le ha dato la cittadinanza britannica, ma di fatto Nigeriana, il paese dove ha vissuto fino a 16 anni prima di iniziare la sua vita di studio e lavoro in Inghilterra. Kemi, il cui nome di battesimo è Olukemi Olufunto Adegoke, è la prima donna nera a guidare un grande partito occidentale. Kemi. Ha 44 anni, un marito banchiere bianco, Hamish Badenoch, e tre figli. Ogni notizia arrivata nell’informazione al momento della sua elezione, frutto del voto di 130mila membri tories, la descrive come un personaggio dalla personalità determinatissima, proiettata a misurarsi puntando a divenire primo Ministro.
C’è qualcuno che già la definisce come la possibile seconda Tacher . A chiamarla alla carriera politica è stato Boris Johnson, che le diede subito diversi ruoli da vice segretario; è stata anche Ministra dell’Industria e del Commercio, avendo iniziato come consigliera comunale di Londra.
Kemi Badenoch racconta di essere divenuta conservatrice dopo aver incontrato "gli stupidi ragazzi bianchi di sinistra” all’Università del Sussex, dove si è laureata in informatica. Soffermandosi, sempre p
Per quanto abbiamo imparato dai giornali, si sa che è grande sostenitrice della Brexit e che voglia riesumare le deportazioni in Ruanda degli emigrati; nonostante sia nera ha sbeffeggiato ”Black Lives Matter”.
Figlia di un medico e di una professoressa di fisiologia, avendo lavorato in un McDonald’s per mantenersi all’università si definisce “working class” oltre che emigrante di prima generazione. Per andare poi al suo essere una donna, è lei stessa a raccontarsi come “femminista critica della teoria gender” e a proposito di critiche polemizza sul congedo di maternità per lei “eccessivo”, tanto che per uno dei suoi figli - quando era a capo del settimanale conservatore Spectato - si dimise piuttosto che accettare il congedo.
E’ fermamente contro l’ideologia “Woke”. Da ministra delle Pari Opportunià, ulteriore incarico avuto, non ha sostenuto una legge contro la discriminazione delle donne in menopausa.
Quel che appare chiaro dalle prime notizie è che la nuova rappresentante dei Tories ha idee chiare e che sembrano corrispondere a una visione forse davvero coerentemente conservatrice.
Certo non sembrano mancarle coraggio, energia, carisma, combattività.
La sua elezione sembra preoccupare non poco il primo Ministro laburista, Keir Starmer che si trova a confrontarsi con una donna nera e determinata come pochi. Una personalità così forte che secondo un sondaggio, subito dopo la sua elezione per la prima volta in tre anni ha visto i Tory superare i Labour: 29% contro 28%.
Avremo modo di seguire e capire meglio la personalità della nuova lady di ferro e dibattere su quanto non condividiamo o sottoscriviamo dei suoi programmi, ma non si può negare come l’Inghilterra sia in grado di presentare scelte decisamente alternative e imprevedibili, che scardinano comportamenti e modalità usuali. Mentre scriviamo si stanno decidendo le sorti della futura Presidenza del Stati Uniti dove - come è noto - si gioca anche la possibilità di avere la prima donna su quel podio. Ma questa è un'altra storia su cui torneremo a risultati definiti.
Paola Ortensi
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