Poesia - Un’antologia poetica che raccoglie voci italiane e straniere contro i conflitti mediorientali
Benassi Luca Venerdi, 29/05/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2015
È convinzione comune che la poesia non serva a nulla, se non forse a comunicare qualche sentimento, e che non sia compito della parola poetica provare a cambiare una realtà afflitta a livello planetario da violenze, guerre, disastri ambientali. Non tutti la pensano allo stesso modo: il poeta, saggista ed editore, prematuramente scomparso nell’ottobre del 2014, Gianmario Lucini era fermamente convinto che l’unico antidoto alla violenza e allo sfruttamento dei popoli fosse la poesia come strumento di pace capace di connettere sensibilità, intelligenze, superando barriere culturali e stereotipi. La sua casa editrice, Edizioni CFR, aveva raccolto le migliori voci del panorama letterario contemporaneo e fin dal 2011 ha incominciato a pubblicare antologie poetiche tematiche: “L’impoetico mafioso - 105 poeti per la legalità e la responsabilità sociale” (2011), “Nun si cuntunu i ciri nta l’artari (non si contano i ceri sull’altare)” (contro il pensiero mafioso, 2011), “Oltre le nazioni” (in memoria di Vittorio Arrigoni, giornalista pacifista ucciso a Gaza nel 2011, sul tema della solidarietà fra i popoli, 2011), “Ai propilei del cuore” (poeti contro la xenofobia, 2012), “Il peso del vento” (contro la ‘ndrangheta, 2012), “Cuore di preda” (contro la violenza sulle donne, 2012), “Il ricatto del pane” (antologia di poeti per il lavoro, 2013), “Cronache da Rapa Nui” (miscellanea di scritti e immagini su temi ecologici, 2013). Lucini, poeta civile e autore di scritti politici lui stesso, aveva l’abilità di raccogliere poeti e poetesse di esperienze e capacità diverse, tutti democraticamente impegnati attorno i temi più scottanti del nostro tempo, dal lavoro, all’ecologia, alla guerra, alla violenza contro le donne, al fenomeno mafioso. Questi progetti non erano solo editoriali: le antologie venivano presentate in giro per l’Italia, soprattutto nelle scuole e nelle biblioteche pubbliche. Al momento della scomparsa del poeta, era in stampa l’antologia “Keffyieh, intelligenze per la pace”, a cura di Lucini e Mario Rigli che raccoglie voci italiane e straniere sui conflitti mediorientali, soprattutto israelo-palestinesi, dalla quale sono tratti i testi qui pubblicati. L’eredità di Lucini, che voleva che le antologie girassero per il Paese e che le voci dei poeti gridassero la loro collera per l’ingiustizia e smuovessero le coscienze, è stata raccolta dalla moglie Marina Marchiori e dagli amici. In particolare Maria Corsi, poetessa e redattrice del semestrale di ricerca e cultura critica Poliscritture ha organizzato una serie di incontri per presentare l’antologia e ricordare l’infaticabile lavoro di Gianmario Lucini.
MARCELLA CORSI
Desert Storm
preghiere che sventolano gli alti piani
dello sguardo, bianche lenzuola distendono
di casa in casa desideri di paci cittadine
perché l’anima ha un peso di monte
che va di faggio in faggio e s’apre
col vento alle punte del cielo
perché l’anima ha un peso di mare
che va di vela in vela a salutare il fondo
le ventose rapprese al braccio del corallo
perché l’anima ha un peso di terra
di braccia di pelle di panna a montare
su treni lanciati su ponti caduti o da cadere
e troppo spesso la gente non la dà a vedere
LAURA CORRADUCCI
a Gianmario
la puzza del vomito sul ponte
ci scostava la speranza un po’ più in là
i documenti schiacciati nello stomaco
avevano il sapore bianco del pane
mentre la plastica delle bottiglie
si scioglieva nelle albe senza sole
seduto a terra mi contavo gli anni
con le mani pensando a mia madre
che diceva “scrivi appena ti sistemi”
la sera sentivo i brividi alle gambe
e un vento che passava fra le costole
un ladro venuto a rubare la paura
il futuro iniziava così
negli sputi degli uomini alla notte
con i sogni appesi intorno come stelle
GIOVANNA IORIO
Dimmi quante sono le guerre.
Dimmi chi le fa.
Dimmi perché le fa.
Dimmi chi guadagna con tutte le guerre.
E dimmi come si fanno le guerre.
Dimmi chi fabbrica le armi.
Dimmi chi le compra.
Dimmi chi le vende.
E dimmi come si fa a combattere contro tutte le guerre.
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