Mercoledi, 07/08/2024 - Il femminile di giornata / venti. Kamala Harris e Tim Walz ufficialmente in corsa per la Casa Bianca.
Conquistato il numero sufficiente di delegati, Kamala Harris è la candidata del Partito Democratico per la Presidenza degli Stati Uniti d’America. Una realtà che le ha permesso di nominare anche il suo “running mate”, ovvero il suo compagno di viaggio: il candidato alla vicepresidenza, nella figura del Governatore del Minnesota Tim Walz , scelto tra gli altri possibili candidati fra cui Josh Shapiro che sembrava fino all’ultimo essere il più probabile in quanto governatore della Pennsylvania, ago della bilancia nel risultato di novembre.
I tempi strettissimi per la campagna elettorale hanno consigliato ai democratici di agevolare e accelerare al massimo le procedure per la nomination e quindi la Convention che si terrà a Chicago dal 19 al 22 agosto, incoronata col massimo onore e riconoscimento Kamala Harris e il suo designato vicepresidente, sarà dedicata ai programmi e ai punti salienti da presentare e far apprezzare agli americani in vista delle elezioni di novembre.
La tempestività delle procedure, intelligentemente scelta, prevede poi l’immediato inizio di un viaggio negli Stati per incontri elettorali, partendo proprio dalla Pennsylvania, arrivata alla ribalta anche per l’attentato a Trump.
L’inizio della corsa ufficiale del ticket Harris - Walz ha immediatamente esasperato e ingigantito l’attacco di Trump contro i democratici, peraltro già scatenato verso Kamala in modo offensivo e volgare.
Sfruttando il lunedì nero delle borse globali con pesanti ripercussioni e paure a Wall Street, Trump ha etichettato la candidata con lo slogan: “Trump cash vs Kamala Crash” (Trump soldi vs Kamala rovina).
Uno scontro violento destinato a crescere.
La candidatura di Harris ha letteralmente cambiato le carte in tavola rispetto ai pronostici prima della rinuncia di Biden. Per Trump i temi della campagna elettorale si sono capovolti così come le distanze di gradimento sono profondamente cambiate. Nuovo è l’entusiasmo dei democratici e i sondaggi vedono diminuire sensibilmente il distacco tra Trump e Harris. Per la candidata democratica si parla persino di sorpasso. Guai sarebbe, in ogni caso, se non si avesse chiaro come la partita sia difficilissima, anche per le peculiarità del sistema elettorale americano. Vale la pena di ricordare che Hillary Clinton prese molti più voti di Trump ma le modalità di calcolo dei voti diedero la vittoria a Trump.
Comunque, al di là delle difficoltà che proprio il crollo delle borse ha esacerbato per Kamala, lei sta esprimendo una carica, una determinazione, una sicurezza nel rispondere a Trump e alle offese sue e del suo secondo Vance, che di politico hanno davvero poco, che comunica energia positiva.
Siamo solo agli inizi ma l’ottimismo della volontà - che percepiamo essere in azione per Kamala - ci porta a seguire con speranza ed entusiasmo la sua campagna elettorale. Peraltro la volgarità e la violenza delle risposte di Trump esprimono forse una paura non prevista: che la sua vittoria non sia affatto facile e tantomeno scontata come sembrava pensare.
Non potevamo non segnare l’ufficialità dichiarata della corsa Harris contro Trump, pur con l’intenzione di tornarci per soffermarci sui contenuti che d’ora in poi prenderanno consistenza e sul definirsi con sempre maggior chiarezza del profilo da Presidente in pectore che è Kamala e del suo vice Walz, figura di notevole interesse per le caratteristiche che andiamo scoprendo dalle notizie che l’accompagnano, esaltate nella notte del 6 agosto a Philadelphia; dove Kamala ha ufficializzato la sua scelta. Tim Wanz, uomo del Midwest 4 volte senatore, 2 volte governatore del Minnesota ancora poco noto ma con le carte in regola per conquistare “il popolo dei lavoratori” a cui si rivolge il suo interfaccia: J.D. Vance. Alla prossima!
Paola Ortensi
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