Justice League, i comics salvano il mondo - di mrs.r
A proposito di film sui supereroi e supereroine: è imperativo, prima o poi vanno visti. Tutti
Giovedi, 16/11/2017 - Che genere di film!
Recensioni amatoriali da un punto di vista di genere
NoiDonne, novembre 2017, mrs.r
#JusticeLeague , novembre 2017
Justice League, mi rendo conto è imbarazzante anche solo il titolo, ma c’è un gruppo di persone piuttosto vasto a cui proprio non importa di tutte le discussioni che si possono fare in punto di diritto o di carattere filosofico su questi temi. A noi importa di fondo una sola cosa: i(le) supereroi(ne). Dicevo tempo fa a qualcuna che per noi è imperativo, prima o poi i film sui supereroi e supereroine vanno visti, tutti e la cosa si estende per quanto mi riguarda ad almeno un paio di altri generi. Il quadro concettuale (antropologico se preferite) in cui ci muoviamo è questo, e facendo l’ennesimo coming out, faccio parte di quel piuttosto ampio gruppo di persone. Ho accumulato parecchi ritardi, d’altra parte non per tutte/i è un lavoro, ma l’ottica è quella della familiarità. Donna avvisata mezza salvata.
La storia è questa: alcuni personaggi della scuderia DCcomics si uniscono per salvare il mondo da un megalomane supercattivo. Questa volta il pericolo coinvolge l’umanità tutta e i nostri- unica donna Wonder Woman- si trovano a fare squadra. Parliamo di persone (non è vero: sono supereroi/na) che di solito agiscono in proprio e qualcuno è anche decisamente “caratteriale”. Non c’è molto altro da dire sul plot e per la maggior parte delle storie di superheroes tanto basta, perché il punto non è questo, quello che ci interessa è vedere come i caratteri sono portati sullo schermo, come si relazionano tra loro, se ad esempio Batman o Wonder Woman sono sempre loro, se hanno una nuova vitalità e se reggono al nostro vaglio più o meno carico di aspettative. Ammetto che io sono arrivata con una paura da Lanterna Verde (film che rappresenta per me l'archetipo del film sbagliato su supereroine/i) e sperando al meglio qualcosa alla WonderWoman (lo ripeto in caso di dubbi: non è un film femminista). Mi siedo in poltrona e la scena d’apertura mi prende in contropiede: «allora si fa sul serio». Le immagini e le riprese iniziali mi hanno ricordato la sequenza introduttiva di Watchmen (2009), quella meravigliosa, in cui ogni fotogramma è da incorniciare. In effetti dimenticavo, la regia è firmata in entrambi i casi da Snyder che anche in questa overture mantiene la stessa cifra: pellicola e musica (“Everybody Knows” interpretata da Sigrid, una cover del pezzo di Leonard Cohen del 1988) ci accompagnano per mano dentro al quadro, evocando en passant l’inchiostro dei fumetti ma con una prospettiva cinematografica (l’uomo all’angolo della strada con il cartello “I tried” mi ha fatto rientrare in alcune pagine sfogliate diverso tempo fa). Wow, bene! Ed è sempre un piacere quando si può dire “bene”.
Non è però tutto il film come la scena iniziale. Ma vediamo gli altri elementi che ho trovato convincenti oltre al modo di rendere ambienti e atmosfere e sicuramente le musiche (Danny Elfman). Potrei sintetizzare in due elementi: Flash e Aquaman. Finalmente si è evitato l’evitabile: l’uomo di Atlantide non è fastidioso come poteva essere e sorprendentemente, nonostante il nuovo look tra il rozzo e il selvaggio, il personaggio interpretato da Jason Momoa non cade nello stereotipo: burbero un pò ma neanche troppo, discretamente simpatico e decisamente meno arrogante di altri. Meno male.
L’altra ottima scelta è Ezra Miller nei panni di Flash: ci mette del suo, il suo personaggio tra gli altri brilla per caratterizzazione, esprime delle sue peculiarità. E’ quello che meglio di tutti riesce a far percepire chi è, anche se non ci sono significativi approfondimenti. Inoltre se ve lo ricordate come me lo ricordo io in “...e ora parliamo di Kevin” ( 2011, diretto da Lynne Ramsay ) apprezzerete ancora di più la performance dell’attore. Quasi dimenticavo, anche Henry Cavill nel suo Kal-El rimane “più umano degli umani” e infonde calore al film mettendoci un pò di trasporto e con la sua sentita semplicità .
Purtroppo lo stesso non si può dire degli altri, certo Bruce Wayne non si presta all' interpretazione di sentimenti soprattutto con la super-tuta integrale e Ben Affleck fa del suo meglio, ma le grandi occasioni perse sono Cyborg e ancora una volta Wonder Woman. E questa rimane la nota dolente.
A me Gal Gadot per misteriosi motivi sta simpatica, ma la sua Diana Prince rimane piatta, non so se il problema è la sceneggiatura (di Chris Terrio e Joss Whedon, che per altri versi funziona bene) o come viene diretta o se proprio non ci si può fare nulla. E’ un peccato davvero così come è un peccato che gli altri due personaggi femminili rilevanti, Lois Lane e Martha, non ci dicono granchè e non si dicono nulla. Condividono un lutto importante che rimane didascalico. Peggio ancora, il personaggio di Lois, dopo aver fatto una domanda rilevante in un dialogo a due con il redivivo Clark Kent, trancia proprio sul più bello la risposta che stava prendendo una piega interessante e divertente. In favore di cosa? Di riportare la scena al ruolo affettivo. Sia chiaro, comunque meglio loro due anche prese singolarmente che Wonder Woman. Sic. Neanche a dirlo ancora una volta si manca il superamento del bechdel test, ma l’avevate di certo immaginato.
Volutamente tralascio Cyborg e il cattivone di turno, Steppenwolf.
Per i miei gusti la parte più propriamente d’azione o alcuni spiegoni sono stati fin troppo abbondanti, ma tirando le somme è un film di genere che diverte, la cui forza è più nell’atmosfera e soprattutto in alcuni momenti, nelle immagini, nello sviluppo di alcuni personaggi e nelle loro relazioni più che nella storia in sé o nell’ azione. Su quest’ultima però c’è da fare la tara, non è una delle cose a cui presto molta attenzione o che mi spinge ad uscire di casa per andare al cinema. Il film si chiude con un’altra cover che ho apprezzato: “Come Together” ad opera di Gary Clark Jr. e Junkie XL. LINK: Apertura "Watchmen" (2009)
Trailer di "...e ora parliamo di Kevin "
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