A tutto schermo - Una ragazza-madre piena di verve pianifica senza drammi l’adozione del suo bambino
Colla Elisabetta Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
Una sedicenne del Minnesota, schietta, intelligente e decisa, Juno McGuff, è la protagonista del film-rivelazione Juno, vincitore dell’ultima Festa del Cinema di Roma, firmato dal regista Jason Reitman. Si tratta di una commedia originale, con risvolti paradossali e trasgressivi, che intende però lanciare, con un linguaggio tutt’altro che usuale, un messaggio “educativo” alle famiglie ed alle ragazze che possano trovarsi in difficoltà: se vi capita una gravidanza indesiderata – sembra dire il film – non perdetevi d’animo, ci sono molte soluzioni, fate come Juno. Per le tematiche che affronta con stile scanzonato ed ironico e per l’assoluta spontaneità dei dialoghi (si è scelto un gergo del tutto simile a quello parlato oggi dai giovani), il film si colloca in uno spazio cinematografico nuovo, a metà fra il filone scolastico-adolescenziale e quello delle nuove tematiche familiari: la genitorialità consapevole, la famiglia allargata, l’adozione. Juno, pochi mesi dopo aver scoperto il sesso con Bleeker, un coetaneo timido e goffo alla sua prima esperienza, si rende conto di essere incinta e da subito decide, con grande lucidità e senza drammi eccessivi (il che non significa a cuor leggero) di non tenere il bambino e mette a punto, in conseguenza di ciò, una sua personale strategia. Per cominciare comunica la notizia ai genitori, il padre e la matrigna, i quali pur non essendo entusiasti assumono tuttavia un atteggiamento di massima collaborazione, sostenendo la ragazza ed aiutandola nei suoi intenti. Successivamente, scartata l’idea dell’aborto, Juno decide che la cosa più sensata da fare sia quella di cercare una coppia di genitori adottivi per il suo bambino ed inizia a rispondere agli annunci sul giornale (in USA sarà legale?): ovviamente li vuole benestanti, anticonvenzionali, belli, intelligenti ed amanti del rock. Quando incontra Mark e Vanessa, una coppia che vive nei quartieri alti e non può avere figli, sembra che tutto vada per il meglio, ma il finale del film riserva ancora nuove sorprese e Juno dovrà fare appello a tutte le sue energie di sedicenne, appesantita dalla gravidanza ed esclusa temporaneamente dal mondo dei suoi coetanei, per governare i cambiamenti. Una volta sistemata la faccenda del bambino, Juno riprenderà, con una nuova e più adulta consapevolezza, la sua vita di sempre ed il flirt con Bleeker potrà trasformarsi in un sentimento meno confuso. Le considerazioni, esplicite ed implicite, relative all’importanza di superare le convenzioni sociali e di prendere atto delle nuove forme familiari e sociali esistenti, sono affrontate con naturalezza disarmante e con atteggiamento laico ma mai superficiale, chiavi del successo del film. La sceneggiatura originale, che ha vinto diversi premi, è stata realizzata da una giovane blogger di nome Diablo Cody, studentessa genialoide che durante il college ha lavorato anche come spogliarellista. Bravissima, nei panni di Juno, l’intensa attrice canadese Ellen Page, giovanissima come richiedeva il ruolo, il cui look di ribelle riflessiva contribuisce non poco a fare di Juno un personaggio indimenticabile.
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