Cannes - Vincitrice come miglior attrice, Binoche è simbolo di una recitazione autentica
Colla Elisabetta Lunedi, 19/07/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2010
Chi non ricorda la dolce Juliette, giovanissima protagonista-rilevazione di film come L’insostenibile leggerezza dell’essere (1988), dal romanzo di Kundera, o del toccante Film Blu, della Trilogia dei colori di Krzysztof Kieslowski? “La Binoche”, come la chiamano in Francia, dopo aver vinto un Oscar come miglior attrice non protagonista nel 1997 per Il Paziente inglese di Antonhy Minghella, ha ottenuto quest’anno a Cannes la palma come miglior attrice protagonista per la sua interpretazione in Copia Conforme (Certified Copy), l’ultimo lavoro del regista iraniano Abbas Kiarostami, girato a Teheran con attori non professionisti. “L’Iran è un paese particolare - afferma l’attrice- più vicino a noi di quanto pensiamo, le donne iraniane sono come le italiane, piene di passione ed energia, donne colte che conoscono letteratura, film e musica. Nelle strade di Teheran sono stata avvicinata da donne in burqa completamente in nero che sapevano tutto di me e dei miei film”. Juliette Binoche, che ha spesso interpretato personaggi spirituali ed appassionati, pieni di umanità e verità, si è messa a piangere in conferenza stampa a Cannes quando ha saputo che un regista iraniano suo amico, Jafar Panahi, imprigionato per aver espresso l’intenzione di girare un film sulle elezioni iraniane del 2009, aveva iniziato lo sciopero della fame. Oggi Panahi, regista sensibile alla condizione delle donne in Iran (dopo Il Cerchio, il recente Offside su una ragazzina che si traveste da uomo per poter entrare allo stadio), è stato liberato: la Binoche è diventata così una sostenitrice informale della causa iraniana.
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