Giovedi, 03/06/2021 - Una Palma d’Oro meritatissima, quella che vedrà Jodie Foster anche come ospite d'onore della Opening Ceremony Night martedì 6 luglio prossimo sul palco del Palais des Festivals, a Cannes: sarà infatti la regista, attrice e produttrice americana a dare il via alla 74a edizione del grande evento, quest’anno in presenza, che si concluderà il 17 luglio con gli onori del Presidente della Giuria, Spike Lee.
Dopo Jeanne Moreau, Bernardo Bertolucci, Jane Fonda, Jean-Paul Belmondo, Manoel de Oliveira, Jean-Pierre Léaud, Agnès Varda e Alain Delon, Jodie riceverà la Palma d'oro del Festival a salutare una brillante carriera artistica, una personalità davvero rara e preziosa, ad un tempo.
"Cannes è un festival a cui devo molto, ha cambiato totalmente la mia vita" - ha affermato la Foster poche settimane fa. Anche se avevo già filmato, la mia prima visita alla Croisette è stata decisiva. Presentare uno dei miei film qui è sempre stato il mio sogno. Ho avuto la possibilità di farlo, diverse volte, condivido ciò che ha detto Andy Warhol che aveva sempre voluto diventare un regista. Cannes è un festival del cinema d'autore che onora gli artisti. Sono molto sensibile ad esso".
Nel maggio 1976 aveva 13 anni. Al mitico Palais Croisette, aveva presentato “Taxi Driver”, insieme col suo regista, Martin Scorsese: partirono da lì con la Palma d'Oro. Quarantacinque anni dopo, riceverà ancora una Palma d’Oro, questa volta tutta sua. Tra queste due delimitazioni temporali, una filmografia a tutto tondo e variegatissima, un'alleanza di alti standards e popolarità, condivisa tra ‘performances’ (multipla, quasi 50 opere) e regia (4 lungometraggi), due Oscar (per “Les Accusés” nel 1989 ed “Il silenzio degli innocenti”, nel 1992), straordinari incontri ‘vis-a-vis’ con calibri quali Robert de Niro, Anthony Hopkins, Mel Gibson, Kristen Stewart, Denzel Washington, e regisseurs come David Fincher, Robert Zemeckis, Spike Lee, Alan Parker e persino il francese Claude Chabrol.
Una carriera, la sua, collegata con intelligenza e semplicità ad imprenditoria (l'industria hollywoodiana) e cultura (il cinema d'autrice/ore).
Autentica stella planetaria - un asteroide porta il suo nome in memoria del suo ruolo in “Contact” - Jodie Foster è anche un'acuta, colta e appassionata ‘cinéphile’. Ciò è dimostrato dal suo contributo attivo al restauro del lavoro molto personale di Dorothy Arzner, una delle poche registe nel cuore degli studi di Hollywood che ha filmato donne coraggiose esposte alle lotte di classe e di genere. Questo impegno è in linea con il suo. Per molto tempo e regolarmente, l'artista francofila ha parlato di parità nell'industria cinematografica, ad esempio al Festival di Cannes 2016 durante “Women in Motion”. Echeggiano anche i suoi discorsi in “Be natural”, la storia non raccontata di Alice Guy-Blaché, di Pamela B. Green, di cui Jodie Foster è ambasciatrice e narratrice.
Questo documentario dedicato alla prima regista della storia del cinema, da tempo cancellata dalla memoria, non poteva che risuonare molto forte con Jodie Foster, la cosiddetta ‘donna-cinema’ per eccellenza.
“Sono lusingata che Cannes – ha concluso - abbia pensato a me ed altrettanto onorata di poter trasmettere qualche parola di saggezza o raccontare qualche avventura ad una nuova generazione di registi”
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