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Jasmine Paolini: ripartire, obiettivo Olimpiadi

Jasmine Paolini: ripartire, obiettivo Olimpiadi

I successi e l'emozione di una tennista, oggi nr 5 al mondo, che con la professionalità frutto di duro lavoro e passione è arrivata come una meteora non annunciata ai più alti livelli del tennis mondiale

Mercoledi, 17/07/2024 - Il femminile di giornata / diciassette. Jasmine Paolini: ripartire, obiettivo Olimpiadi
Di tennis non so quasi niente, ma grazie a Sinner e ora a quella forza della natura che è Jasmine Paolini è scattata una curiosità di capire e seguire che va al di là della specifica pratica sportiva e che sembra coinvolgere tante e tanti oltre me. Conseguenza del magnetismo di due atleti molto diversi, ma che comunicano, contemporaneamente al successo e/o alla sconfitta, “una semplicità”, un'idea di umiltà da veri campioni, impegnati, sia lui che lei, ad andare oltre. Qualcosa che li proietta oltre il tennis e ricorda il vero senso dello sport.
Jasmine, una scoperta improvvisa ed esplosiva. Lei con la racchetta era al lavoro da anni, da quando da bambina coinvolta da suo zio paterno, sognava davanti alla tv di arrivare ai campi d’erba di Wimbledon, proprio dove è arrivata in finale in questo luglio 2024. La sua formazione: fatica, una lunga gavetta fatta di alti e bassi fino all’incontro con il coach Renzo Furlan: l’occasione che ha fatto la differenza. Abbiamo appreso tutto insieme riguardo la sua carriera sportiva e anche il suo profilo di giovane donna, seguendo i suoi esplosivi successi. Due mesi magici, giugno e luglio, l’hanno vista imporsi e divenire finalista, a Parigi e a Londra; prima l’8 giugno al Roland Garros contro la polacca Igas Swiatek e poi il 13 luglio sul mitico prato di Wimbledon - unica italiana nella storia - contro la ceca Barbora Krejcikova. Due finali mitiche. Jasmin non è una meteora, ma la testimone di un duro lavoro tecnico, fisico e psicologico durato anni. E non è casuale che dopo un breve momento in cui ha accusato il dispiacere della sconfitta si sia espressa così: “vedere questo stadio pieno è un sogno realizzato. Oggi sono un po' triste ma cercherò di continuare a sorridere perché da bambina guardavo in TV le finali di Wimbledon tifando per Federer. Giocarne una è pazzesco. Mi sono goduta ogni momento. Grazie a tutti, proprio tutti, quelli che rendono possibile questo torneo. Il pubblico è stato incredibile, sentire il vostro affetto è stato pazzesco come gli ultimi due mesi. Grazie al mio team, alla mia famiglia a tutti quelli che mi hanno sostenuto sempre. Senza di loro non sarei qui. Vi voglio bene”. Un atteggiamento che colpisce e coinvolge, quello di Jasmine,  ribadito e confermato nelle tante interviste che sono seguite, chiedendole anche, ovviamente, della sua preparazione e aspettative per le Olimpiadi prossime. Domande a cui,sfoderando quel suo sorriso irresistibile, ha sempre risposto che ogni torneo è difficile e ha una sua storia. Non è facile confermare i successi ottenuti ma ce la metterà tutta. E con la semplicità e concretezza che la distingue e che mette di buon umore ha esortato - sorridendo - a continuare a tifare per lei. E così Jasmine con i suoi 163 cm d’altezza con la velocità che i suoi piedi e le sue gambe le regalano, con la sua racchetta ovale, con la professionalità costruitasi con lavoro instancabile che l’ha portata ad essere la numero 5 al mondo, si prepara alle Olimpiadi. E mi piace pensare che lì, oltre la sua capacità di tennista, potrà rappresentare la sua ricca identità d’italiana con papà toscano di Bagni di Lucca, mamma polacca e nonno materno del Ghana. Una cittadina del mondo, un'atleta tanto pragmatica quanto sognatrice, che al tennis femminile ha regalato un successo imprevisto e una nuova attenzione.
Paola Ortensi

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