Login Registrati
J'ACCUSE

J'ACCUSE

Ordinaria storia di violenza - La lettera di una donna che sta vivendo il dramma della violenza e che non trova attenzione da parte di chi dovrebbe proteggerla

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2007

Il presente scritto è volto non tanto ad esporre una drammaticamente usuale storia di violenza familiare, quanto a rendere noto l'abbandono in cui versano coloro che, in conclamato stato di pericolo personale, ingenuamente si rivolgono a quelli che, per il cittadino, DOVREBBERO essere gli organi preposti alla sua sicurezza: organi Legali, di Magistratura, Pubblica Sicurezza.
Essendo io in attesa della modifica della sentenza di affidamento emessa dal Tribunale dei minori e che attualmente sancisce i giorni del mese in cui il padre può tenere con sé la figlia, mia figlia (modifica che dovrà andare ad impedire ad un padre violento ed in conclamato stato di parossismo psicologico, di vedere la bambina nonché di avvicinarsi ad una tot distanza da abitazione, scuola, posto di lavoro e quant'altro) in attesa – dicevo – di tale sentenza e trovandomi nella vitale necessità di proteggere l'incolumità psico-fisica della bambina, mi sono sentita rispondere dall'avvocato che mi “assiste”: “Signora, non dovrei dirglielo, ma non FACCIAMOCI trovare"; dall'Ispettore del Comando di Pubblica Sicurezza: “Io non posso fare nulla finché il suo ex marito non viene colto in flagranza di reato grave e non sarà comunque un pezzo di carta che vi salva la vita” (leggi: o muori o qui non si muove nessuno); dal Comandante della Stazione dei Carabinieri: “Signora, sapesse quanti casi ci sono come il suo, ma...non potrebbe cambiare città e sparire?”.
Dal che si evince che è fin troppo chiaro il motivo per cui la cronaca è piena di casi di omicidi perpetrati ai datti di mogli o ex mogli, compagne ed ex compagne, nonché della malcapitata prole! Ma quale tragica “fatalità”, gli assassinii vengono in realtà commessi a causa della latitanza degli organi preposti, a causa del vuoto istituzionale che lascia le persone, fatte oggetto di violenze e minacce, da SOLE!
Come è altrettanto evidente che dietro ad ogni delitto “familiare” commesso, ci siano montagne di denunce, esposti, querele presentati a chi di dovere e con tanto di testimoni, ma nessuno può farci nulla, nessuno può arrestare l'allungarsi della funerea lista di delitti che cresce giorno dopo giorno, tra una pletora di Ponzi Pilati che NON possono, NON HANNO l'autorità, NON SONO titolati, eppure non ci siamo mica rivolti al droghiere o ad un impiegato di banca!
Dovendo, in sovrappiù, ascoltare schiere di “esperti” ed addetti ai lavori parlare di telefoni rosa o azzurri o del colore che si preferisce.
Oppure dei progressi compiuti dall'emancipazione delle donne, leggi: discussione, al massimo, delle “quote rosa” senza neanche tentare di analizzare PERCHE' ancora si debba parlare dell'assenza delle donne dalle cariche politiche.
E tutto ciò alla faccia della ormai obsoleta PREVENZIONE DEL CRIMINE, Agenti di Polizia, Carabinieri, Magistrati non sono altro che lugubri becchini chiamati a “constatare il decesso”.
NESSUNO si senta assolto dalla colpevole latitanza in materia, tutti coloro che hanno un ruolo nella gestione del Paese sono complici della strage infinita che imbratta di sangue le nostre case e riempie di angoscia le nostre esistenze e quelle dei nostri figli. Ma solo le nostre, di esistenze, le esistenze di coloro che sono vittime della violenza più vile, quella perpetrata ai danni di bimbi che hanno nel loro padre il più feroce degli aguzzini.
Questo vuole dunque essere un J'ACCUSE! Che dovrebbe bussare alla porta della coscienza di chi ce l'ha, ed avrà senso solo se esiste ancora un posto per parole come professionalità, etica, morale, impegno nello svolgere il proprio lavoro a tutela della così detta società civile visto che, nel frattempo, esistono cittadini privati del diritto a vivere una vita sicura, o a vivere una vita e basta, eppure, e qui mi rivolgo in particolare alla Magistratura, il legislatore, con una serie di accorte e mirate modifiche, (vedi la legge sulla tortura e i suoi emendamenti) coglie l'esigenza di prevenire la violenza privata di chi: “...infligge forti sofferenze fisiche o mentali” ad altre persone. Dunque, non servono altre leggi, ma occorre la cultura per applicare quelle già in vigore.

Lettera firmata
(03 aprile 2007)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®