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Italiane in Germania e l'Appello alla Ministra Carrozza

Italiane in Germania e l'Appello alla Ministra Carrozza

Germania / ReteDonne - L’assemblea annuale di ReteDonne a Berlino lo scorso dicembre: il punto sulle iniziative e la Lettera aperta alla Ministra Carrozza. Video interviste al gruppo di Amburgo e di Francoforte

Lunedi, 20/01/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2014

Un mondo, anzi tanti i mondi delle italiane che vivono in Germania: un caleidoscopio di sentimenti, situazioni e storie individuali che si intrecciano, si allontanano per poi incontrarsi nuovamente in un fluire di esistenze che si rinnovano e si riprogettano. L'incontro di Retedonne del 7 dicembre dedicato alla Violenza di genere - e occasione dell’Assemblea annuale dell’associazione - è stato per NOIDONNE un momento fecondo di conoscenza di altri modi di vivere e guardare all’attualità. Con un vigore e una positività - tutto femminile - coinvolgenti. Hanno raggiunto Berlino arrivando da Amburgo, da Lipsia e da Monaco: donne di varie età e professioni emigrate in Germania da qualche mese oppure da decenni e che hanno in comune la voglia di fare e di proporre il loro sguardo, di dare un contributo fattivo alla società tedesca di cui vedono le positività e i limiti. Nel prossimi numeri racconteremo i loro progetti, ma intanto diamo conto di una iniziativa che ci riguarda molto da vicino. E della quale le ringraziamo. (Videointerviste su:  http://www.noidonne.org/videogallery-dettaglio.php?ID=0027 - http://www.noidonne.org/videogallery-dettaglio.php?ID=0028).



Lettera aperta alla Ministra della Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza



Interveniamo nel dibattito in corso in Italia sull’opportunità di abbreviare di un anno il ciclo di studi secondari per arrivare al conseguimento della maturità dopo un percorso scolastico di dodici anni anziché di tredici. Questo percorso è già in corso di sperimentazione in una scuola privata, con l’intento di estenderne l’attuazione alla scuola pubblica.

Noi siamo donne italiane residenti in Germania e conosciamo la scuola tedesca per averla frequentata a diversi livelli, sia in qualità d’insegnanti che di genitori, sia perché organizzate in associazioni, che sulla formazione scolastica locale esprimono dubbi e critiche da decenni.

In occasione della nostra assemblea annuale di Retedonne Germania ci sembrava doveroso mettere in guardia da una modifica del sistema scolastico, che in Germania si è rilevata perniciosa, tant’è vero che se ne è già attuata la parziale cancellazione in conseguenza di massicce proteste di studenti, genitori e docenti. Ridurre di un anno il curriculum scolastico si traduce nella prassi quotidiana in un sovraccarico nell’orario ed in una compressione nella trasmissione di competenze e nozioni proprio negli anni in cui gli adolescenti attraversano un processo evolutivo personale decisivo per la loro crescita e sociale. Noi abbiamo assistito ed assistiamo per gli alunni tuttora inseriti nel ciclo abbreviato alla drastica riduzione del tempo libero e delle attività connesse con gravi conseguenze sul profilo psicofisico, manifestazioni di stanchezza, nervosismo e aggressività, dovute alla sensazione di inadeguatezza e angoscia da stress. La paura di non farcela ostacola la riflessione ed impostazione dell’identità, essenziale proprio negli anni formativi, che precedono scelte di vita fondamentali.

L’istruzione e la formazione finiscono per essere ridotte a nozionismo e competenze tecniche sconnesse dalla funzione creativa e critica della cultura intesa nel suo più ampio significato costitutivo della personalità matura.

La pressione sugli studenti, che l’acceleramento del ciclo scolastico ha prodotto in Germania, viene percepita oggi da molti pedagoghi, nonché da coloro che vi sono stati coinvolti a vari livelli, come un ostacolo al raggiungimento di quella maturità, che la scuola si propone di perseguire.

I docenti universitari lamentano di doversi confrontare con matricole spaesate e disorientate, talvolta ancora minorenni, ancora immerse in problemi emotivi e psicologici, che non hanno avuto tempo di elaborare.

Non si avvii una riforma, che sconvolgerebbe un percorso acclarato anche all’estero, dove i nostri diplomati e laureati sono apprezzati per l’ampio patrimonio umanistico di cui sono portatori, risultato di una formazione comprensiva di tutte le tematiche connesse agli anni dello sviluppo della persona.



Marina Mannarini, Liana Novelli Glabb ed Eleonora Cucina e.V.

E Coordinamento Donne Italiane di Francoforte e.V

Donne Italiane Coordinamento di Amburgo





Amburgo 11 dicembre 2013

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