ITALIA OGGI: Commercialisti, la riforma fiscale scivola sulle quote di genere
Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti costretto a integrare in corsa la Commissione presieduta da Carlo Cottarelli inserendo due esperti donna, cioè Paola Profeta, dell’Università Bocconi di Milano e Silvia Giannini dell’Università di B
Mercoledi, 23/09/2020 - ARTICOLO PUBBLICATO IN 'ITALIA OGGI' il 22/9/2020
I commercialisti corrono ai ripari e integrano con due donne la commissione Cottarelli per la riforma fiscale. Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti è stato costretto a integrare in corsa la Commissione presieduta dall'economista Carlo Cottarelli inserendo due esperti donna, cioè Paola Profeta, dell’Università Bocconi di Milano e Silvia Giannini dell’Università di Bologna, dopo le proteste montate nella categoria per denunciare la presenza di soli esperti tributaristi uomini. "La Commissione voluta dal Consiglio nazionale dei commercialisti incaricata di elaborare una proposta di riforma fiscale coordinata da Carlo Cottarelli amplia il suo organico e comprende ora anche due esperte in scienza delle finanze", si legge in una nota del Cndcec. "Si tratta delle professoresse Paola Profeta, dell’Università Bocconi di Milano e Silvia Giannini dell’Università di Bologna. Della Commissione facevano già parte, oltre a Cottarelli, Angelo Contrino (ordinario presso il Dipartimento di Studi Giuridici dell’Università Bocconi), Giuseppe Corasaniti (Professore diritto tributario Università di Brescia), Maurizio Leo (professore ordinario di diritto tributario della Scuola Nazionale dell’Amministrazione – Presidenza del Consiglio dei Ministri ), tutti esperti esterni al Consiglio nazionale dei commercialisti. Come membri interni alla categoria fanno parte del gruppo di lavoro Pasquale Saggese (coordinatore area fiscalità Fondazione nazionale commercialisti), Enrico Zanetti (commercialista, ex Viceministro dell’Economia), i due Consiglieri nazionali dei commercialisti delegati alla fiscalità, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal e Tommaso di Nardo (coordinatore dell’area economico-statistica della Fondazione nazionale commercialisti). A loro si aggiunge adesso anche Paola Rossi, ricercatrice della Fondazione nazionale dei commercialisti.
Le professioniste non avevano ben visto l'assenza di donne nela nuova commissione, e hanno tempestato i social e la mail del presidente Massimo Miani, di post e lettere di protesta. «E' davvero sconfortante che, scorrendo i nomi dei componenti, non vi sia alcun nome femminile», hanno scritto a Miani le rappresentanti della rete femminile Noi Rete Donne, Daniela Carlà, Marisa Rodano, Antonella Ida Roselli e Daniela Manicardi. «Le donne professioniste costituiscono oggi circa 40mila degli Iscritti all'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e sono destinate a diventare un numero sempre crescente. Sorge, quindi, spontanea la considerazione che è davvero inopportuno non avvalersi della grande professionalità della componente femminile appartenente all'Ordine da lei presieduto, e che la partecipazione femminile al Tavolo de quo sicuramente apporterebbe una visione complementare a quella maschile nell'individuazione delle problematiche che investono l'attuale società civile, il lavoro autonomo e dipendente, nonché la conciliazione vita lavoro e la condivisione delle problematiche di cura, al fine dell'individuazione delle ipotesi di riforme dell'assetto tributario e fiscale da proporre alla politica, fondamentale per il futuro dell'economia del nostro Paese», sottolinea la lettera. In seguito alle proteste provenienti anche dalla componente sindacale della categoria, il Cndcec ha fatto dietrofront e integrato la commissione. Che ha iniziato a lavorare, come spiega la nota del Consiglio nazionale: «Dopo la prima riunione tenutasi il 16 settembre, la Commissione tornerà a riunirsi già questa settimana. Al centro dei lavori ci sono la revisione dell’Irpef, delle relative addizionali e dei regimi di tassazione sostitutiva. Altri temi sui quali la commissione lavorerà sono l’abolizione dell’Irap, l’introduzione del criterio di “pura cassa” per la determinazione del reddito delle piccole attività produttive, la semplificazione degli adempimenti tributari e la razionalizzazione normativa».
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