Note ai margini - Negli “Stati generali sul lavoro delle donne in Italia”, due importanti leggi approvate l’anno scorso: la riforma delle pensioni e la riforma del mercato del lavoro.
Castelli Alida Domenica, 05/05/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2013
Negli “Stati generali sul lavoro delle donne in Italia”, organizzati dalla seconda commissione CNEL e dalla Consulta delle donne nel mese di aprile, ci si è proposti di valutare in ottica di genere due importanti leggi approvate l’anno scorso: la riforma delle pensioni e la riforma del mercato del lavoro.
Al di là delle riflessioni sui singoli provvedimenti sicuramente di grande interesse, vorrei sottolineare alcune questioni di metodo che mi sembrano rilevanti.
Queste iniziative si configurano come azioni di valutazione in itinere. Il vero problema però che qui voglio segnalare è che non vi è traccia negli atti parlamentari di una valutazione ex ante. L’iniziativa del CNEL è quindi ottima, ma si è dovuta muovere a cose fatte, senza che fosse possibile invece valutare, dopo un certo lasso di tempo, se gli effetti che le leggi in questione avevano previsto, si fossero realizzati.
Allora ricorro nuovamente come ho fatto in articoli precedenti alla legge vigente, al solito articolo 1 comma 4 del Codice delle Pari Opportunità, quello che recita “L'obiettivo della parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini deve essere tenuto presente nella formulazione e attuazione, a tutti i livelli e ad opera di tutti gli attori, di leggi, regolamenti, atti amministrativi, politiche e attività” per ricordare - a me a tutte noi - che esso impone di valutare ex ante ogni provvedimento. Concretamente significa che se io voglio fare una riforma delle pensioni, ad esempio, non basta che mi ponga degli obiettivi di risparmio, cosa che si è fatta, non basta che io proietti questi obiettivi nel futuro più o meno lungo (e su questo, grafici e tabelle ce ne sono parecchi), ma è assolutamente necessario che io valuti come questi risparmi influiranno sulla vita delle persone - uomini e donne - concretamente. Allora innanzitutto devo sapere non solo quando risparmio, ma che effetto avranno concretamente le misure adottate sulle persone coinvolte nelle misure che sto adottando, prima di adottarle. Quindi quante donne e quanti uomini saranno da subito coinvolti, quanti nell'anno prossimo e così via e cosa cambierà per loro. Difficile? Forse. Ma solo così avremmo saputo subito quanti e quante esodati/e si sarebbero creati/e. Forse avremmo capito che, vista l'anzianità media di contribuzione delle donne, una grande maggioranza rischia d'ora in avanti - e senza possibilità di porvi rimedio - di rimanere senza pensione.
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