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Istruzione al bivio

Istruzione al bivio

Russia - Sconcerto e proteste per la riforma che rende facoltativo l’insegnamento di materie come matematica, lingua e letteratura russa e introducono il nuovo corso di storia politica “patriottica”

Cristina Carpinelli Lunedi, 18/04/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2011

In Russia, la riforma dell’istruzione secondaria superiore (equivalente alla nostra scuola media superiore) potrebbe essere introdotta da quest’anno. È già stata approvata dal Consiglio federale sulle norme riguardanti l’istruzione professionale del ministero dell’Istruzione e della Scienza, discussa alla Duma di Stato e alla Camera Pubblica. La riforma prevede una giornata scolastica articolata nel modo seguente: una parte di essa sarà riempita per impartire le classiche materie (lingue straniere, lingua e letteratura russa, matematica, fisica ecc.), mentre un’altra parte per dare lezioni finalizzate all’educazione della personalità nello spirito delle idee patriottiche, e per svolgere lavori di ricerca sui “campi della gloria militare” (il nuovo corso di storia politica “patriottica” si chiamerà “Russia nel mondo”).

Inoltre, il numero delle materie d’istruzione sarà ridotto a metà: delle attuali diciotto, ne rimarranno solo nove, di cui quattro saranno obbligatorie: 1) educazione fisica; 2) principi di base per la sicurezza (nozioni di pronto soccorso, gestione delle emergenze, ecc.); 3) “Russia nel mondo”; 4) maturità civica. Le altre cinque - a scelta. Sarà, dunque, obbligatorio, insegnare “educazione fisica”, mentre diventerà facoltativo l’insegnamento di materie come matematica, lingua e letteratura russa, o lingue straniere. Certo, gli studenti russi potranno decidere di studiare tre lingue straniere contemporaneamente, ma potranno anche scegliere di eliminare la letteratura classica russa (Tolstoj, Cechov, Dostoevskij, ecc.), poiché questa materia, con la riforma, diventerà un insegnamento opzionale.

J. Kuzminov, capo della Commissione per l’Istruzione pubblica ritiene che la riforma sia necessaria: “Finora abbiamo formato diplomati che hanno un sacco di teoria in testa ma non conoscono le cose fondamentali della vita come, per esempio, aprire un conto in banca, tenere adeguati rapporti con il proprio datore di lavoro, concludere accordi immobiliari o tanto meno avviare un’attività in proprio”. L’editore A. Kondakov, che sta preparando i libri di testo, afferma: “Negli ultimi anni la scuola si è limitata a dare conoscenze, dimenticandosi di educare. Questo spiega il malessere della gioventù. Ma ora si cambia, aiuteremo la crescita di cittadini nuovi con un alto livello morale e con un grande senso di responsabilità”.

È noto che il livello d’istruzione è un indice fondamentale per un paese proiettato verso un futuro di progresso. Attualmente, i paesi leader, in questo campo, sono Cina e India. Afferma Julija Latynina, osservatrice della “Novaja gazeta”: “Nelle università statunitensi studiano 57mila cinesi, 64mila indiani e 1.500 russi. Alcune università cinesi e indiane eguagliano già le migliori università americane. Uno dei contesti più stupefacenti per gli stranieri che si recano in Cina sono le gigantesche librerie piene zeppe di studenti che leggono, in traduzione cinese, i libri più aggiornati di fisica e matematica. Libri che nemmeno in Europa sono letti da così tanti studenti. Il volume generale delle borse di studio per gli studenti cinesi è cresciuto da 240 milioni di dollari nel 2006 a 2,7 miliardi di dollari nel 2008”. Mosca è, invece, attiva nello stanziare fondi per le forze dell’ordine e la difesa, tagliando la spesa a sanità, scienza, cultura e istruzione. Solo di recente, la Scuola Superiore di Economia ha pubblicato dei dati, in cui si viene a conoscenza che in molte regioni gli stipendi degli insegnanti russi sono cinque volte inferiori, in media, rispetto a quelli dei loro colleghi dei paesi economicamente sviluppati, e anche significativamente inferiori a quelli in crescita in Cina.

L’ex URSS aveva garantito un’ottima istruzione tecnico-scientifica. Sostituire l’insegnamento dell’algebra o della fisica con lavori di ricerca sui campi della gloria militare è il segno di una società che non scommette sul suo futuro. “Sarebbe interessante - afferma ancora Julija Latynina - sapere dove saranno impiegati coloro che eccelleranno nella materia “amor patrio”. Forse alla Rosnano (Corporazione russa per le nanotecnologie - n.d.a.)? Ohe! Dmitrij Anatol’evič! (presidente Medvedev - n.d.a.) Reagisca (…): come valuta le prospettive di modernizzazione di un paese, in cui uno scolaro non conosce la legge di Ohm, ma sa che il maledetto Occidente ha di nuovo offeso la Russia?”. Soprattutto, prosegue Latynina, chi sarà disposto ad insegnare l’amore per la patria per soli 13.500 rubli (circa 340 euro) al mese? I ragazzi sanno bene qual è l’entità dello stipendio degli insegnanti russi. Chi di questi studenti, una volta adulto, sarà disposto a rendersi ridicolo nel raccontare che la Russia è una “fortezza assediata” che va difesa dai nemici esterni, in cambio di una retribuzione così misera? O un perdente totale o un nazista convinto - conclude l’osservatrice di “Novaya Gazeta”. “La Russia nel mondo” è una materia ideata dal partito “Russia Unita” al potere, i cui aderenti ritengono necessario formare gli scolari al patriottismo: parte, dunque, dall’alto la volontà di distruggere le basi del sistema d’istruzione risalenti ai tempi delle celebri riforme dello zar Alessandro II.

La riforma dell’istruzione secondaria superiore, elaborata da un gruppo di esperti con a capo A. Kondakov, ha sollevato sin da subito critiche accese da parte di molti russi, dopo quelle già espresse con l’introduzione del test-standard per entrare nelle università, il cui scopo era quello di porre fine alla corruzione nel criterio selettivo d’ingresso che privilegiava i ricchi rispetto ai poveri, gli abitanti delle città rispetto a quelli delle province. Tuttavia, l’introduzione di questo test non ha, di fatto, modificato le cose, anzi le ha peggiorate trasformando il processo educativo in un “meccanismo automatico del cervello” capace di memorizzare fatti e dati, ma non di testare le capacità intellettive degli studenti.

Da gennaio è stata messa in rete dai bloggers una lettera aperta ai cittadini (destinatari: presidente D. A. Medvedev, primo ministro V. V. Putin, speaker della Duma di Stato G. B. Gryzlov, Ministro dell’Istruzione e della Scienza A. A. Fursenko) di contestazione al progetto di revisione del sistema scolastico per le classi 10a e 11a, che ha raccolto in soli due giorni più di 10mila adesioni. La raccolta delle firme è ancora in corso. Questa lettera suggerisce un approccio alternativo alla proposta di riforma del ministero, suggerendo in sintesi un progetto educativo teso a promuovere l’unità interetnica e l’integrazione sociale attingendo al grande patrimonio della cultura e letteratura russa, e a porre l’accento sull’importanza strategica dell’insegnamento delle materie tecnico-scientifiche. L’indirizzo che assumerà la riforma dell’istruzione sarà determinante nello stabilire quale destino la Russia vuole darsi: essere un paese “chiuso e militarista, economicamente e tecnologicamente sottosviluppato”, oppure “aperto all’innovazione e competitivo con i paesi del mondo”.

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