Login Registrati
Istituzioni musicali: quote rosa nei CdA

Istituzioni musicali: quote rosa nei CdA

Fondazione donne in musica - Le proposte della Fondazione Donne in Musica in un convegno internazionale a Fiuggi

Maria Fabbricatore Domenica, 01/09/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2013

Quote rosa nei Consigli di Amministrazione delle istituzioni musicali. È l’appello lanciato da Fiuggi nel luglio scorso durante il convegno annuale del network Women in Music Uniting Strategies for Talent (Wimust), un progetto a cui aderiscono 51 organizzazioni in 31 Paesi, promosso da Patricia Adkins Chiti, Presidente della Fondazione Donne in Musica. “Dopo il ‘grimaldello’ della legge Golfo-Mosca, che ha permesso alle donne di accedere ai Sancta sanctorum dei Consigli di Amministrazione delle società quotate in Borsa e delle Aziende partecipate, è necessario studiare un analogo meccanismo di ‘quote rosa’ per consentire una valorizzazione del loro talento di compositrici e specialiste quali componenti dei CdA delle istituzioni musicali”. Con il sostegno dell’eurodeputata Silvia Costa (PD), l’appello verrà rilanciato il 12 settembre a Londra all’Europe House insieme alla collega Mary Honeyball della Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere, proprio tenendo conto che le discriminazioni di genere colpiscono il mondo della musica a livello internazionale. La Fondazione Donne in Musica con i suoi 35 anni di attività rappresenta la più grande e longeva rete musicale in Europa e, forse, nel mondo. Il suo obiettivo, grazie all’impegno e alla tenacia di Patricia Adkins Chiti, è quello di valorizzare la musica al femminile che si scontra con un ambiente culturale ferocemente maschile. Nel campo musicale, infatti le donne sono più del 50% ma i ruoli di ‘comando’, nell’89% dei casi, sono ricoperti da uomini. Una petizione, lanciata dalla Fondazione nel 2011, invita l’Europa ad introdurre al più presto nelle legislazioni nazionali le disposizioni previste dalla Risoluzione del 2009 approvata dal Parlamento europeo per garantire un’effettiva parità di genere nel campo della cultura, della musica e dell’arte. A sostenere questo percorso anche la Regione Lazio, con la consigliera Silvana Denicolò (M5S), percorso definito anche sul piano operativo. Il prossimo 13 novembre, infatti, la Fondazione presenterà a Bruxelles un documento sulle ‘cattive pratiche’ che caratterizzano il mondo dell’industria musicale in Europa. Le compositrici incontrano numerosi ostacoli e discriminazioni. Dagli abusi sessuali alla mancanza di fondi, come evidenziato dalle esperienze narrate da alcune partecipanti al convegno: Alexandra Nilsson (Svezia), Joanna Bruzdowicz (Francia), Gudrun Metting (Germania), Anne Marie Vang (Danimarca), Selen Gülün (Turchia), Joan Cartwright (Usa), Alona Epstein (Israele), Defina Zeqiri (Kosovo), Lenka Kilic (Repubblica Ceca), Margaret Lucy Wilkins (Regno Unito), Elisabetta Capurso (Italia) e molte altre. Nel documento, in particolare, gli Stati membri sono invitati a cancellare le discriminazioni di genere in ogni declinazione della cultura, sotto il profilo della produzione culturale o della gestione di istituzioni, accademie ed università, ad attuare una reale parità di trattamento economico tra uomini e donne.



Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®