Domenica, 09/08/2009 - La sana nostalgia del grande Maestro ricordata dalla favolosa chitarra solista di Francesco Saverio Porcello, la voce narrante di Tiberio Pangia, la voce e la chitarra di accompagnamento di Carlo Ridi, la pianola e la voce di Alessandra Puccini. La bella serata musicale in onore del grande cantautore genovese è proposta all’anfiteatro “La Vantina”, da Gisella Venturini, presidente dell’Associazione Culturale “Giuseppe Verdi”, con la collaborazione del Comune di Capoliveri. Due amici, Carlo e Alessandra, appassionati di De Andrè decidono di coinvolgere il noto chitarrista Saverio, fuggito dal suo mondo musicale milanese di Branduardi, Finardi, Fossati e altri, per vivere a Capoliveri in mezzo alla natura, alla gente semplice, al mare, insegnando chitarra ai bambini. Eccetto Saverio, tutti fanno altro nella vita, ma amano l’arte e i valori trasmessi dal grande Maestro. S’incontra la voglia di umanità con la melanconica dolce voce amatoriale del cantante, il raffinato trasporto della giovane pianista, per far rivivere un pezzo di storia che non muore mai. La serata inizia con la Canzone di Marinella: una storia vera, che costringe una sedicenne orfana a prostituirsi, per poi finire scippata, uccisa e gettata nel Tana, ma il cantautore la riscatta facendola rivivere. È il 1967, e anche De Andrè è in crisi su cosa fare: cantautore o avvocato? Fortunatamente continua a cantare, e Bocca di Rosa la conosce davvero, quando i suoi sono fuori casa: a vent’anni se ne può pure fregare della morale! Lo scompiglio si risolve bene, con feste e onori nel paese vicino. In Via del campo le donne finiscono per fare la vita, ma riescono a sopravvivere i sentimenti più nobili. Nella Canzone dell’amore perduto si riflette la sua crisi di coppia, il malinconico ricordo di un amore perduto e la ricerca di un nuovo amore. Il piano e la voce della giovane pianista agraria, figlia d’arte, e la voce romantica del ragioniere rendono il livello amatoriale gradevole facendo rivivere l’opera del grande Maestro, fondata sull’uomo e sui suoi valori. Professandosi ateo, nessuno più di lui resta colpito dalla figura di Gesù, che offre al mondo con la Buona Novella. Il Pescatore ritorna ai valori del Cristo di carità e perdono. Preghiera in Gennaio è scritta per il suo amico Luigi Tenco, dove si può sperare in un Dio buono, che non punisce, ma accoglie i suicidi nel migliore dei modi, e l’Inferno esiste solo per chi ne ha paura! La serata prosegue con Giordie, che puntualizza i soprusi del potere, e La guerra di Piero, con i ricordi narrati da suo nonno quando Fabrizio era piccolo, dove la guerra, al di là degli eventi di massa, era soprattutto l’uomo contro l’uomo, con il dolore di chi resta. Sully,un giovane che esce di casa affrontando per la prima volta la vita, passando per tutte le esperienze che lo trascinano nel degrado, in un percorso senza ritorno. E Rimini, contro la borghesia e i sogni visionari di una ragazza che salva Cristoforo Colombo, poco simpatico per non rispettare popoli e tradizioni, soprattutto gli Atzechi e gli Incas: “Ai marinai non regalate terre promesse a chi non le mantiene”. Gli ultimi tre brani tratti da Anime salve, con il racconto del viaggio fatto dal cantautore con Ivano Fossati nel sud Italia, e dal quale rimasero scossi dopo una sosta a Matera, dove si confrontarono con la povertà e la semplicità della vita, e un anno dopo, in 40 minuti composero la canzone Ho visto Nina volare. La serata si ripeterà, con delle varianti, il 29 agosto.Tra le tante iniziative estive dove il pubblico calca le piazze per ritrovare quel senso sano di appartenenza, il vero presente, oltre a circa 400 persone, era veramente Fabrizio De Andrè!
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