Maristella Lippolis Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2006
Irpinia / Donne e lavoro, luci e ombre
Anche nella provincia di Avellino il quadro dell'occupazione femminile presenta segnali preoccupanti, come d'altra parte ormai in tutte le regioni italiane. Ma qui i dati sono davvero allarmanti, e ci dicono che l'occupazione delle donne è la metà di quella degli uomini, mentre la disoccupazione in un anno passa dal 15% al 18%. Da una indagine, in via di pubblicazione, realizzata dalla Consigliera di parità, Domenica Lomazzo, emerge inoltre tutta l'ostilità che il mondo del lavoro rivela nei confronti delle donne: il maggior numero di quelle che lavorano infatti è collocato nella fascia di età che va dai 30 ai 39 anni, quella cioè libera dalle incombenze della maternità, e infatti meno della metà di loro risulta essere madre di un figlio. Le donne all’interno delle imprese svolgono sostanzialmente mansioni di segreteria e di addette all’ufficio di amministrazione con l’attribuzione di livelli retributivi più bassi rispetto a quelli degli uomini. Inoltre tutte le aziende sono accomunate dalla totale mancanza di strutture a sostegno dei genitori e dall’uso assai limitato di forme contrattuali flessibili, e nessuna azienda ha fatto ricorso ai finanziamenti per la flessibilità previsti dalla legge 53/2000 o ai finanziamenti relativi all’istituzione nelle aziende di asili nido e micro-nidi. La conseguenza è che una donna su dieci abbandona il lavoro alla nascita del primo figlio. Risulta invece in crescita il ricorso al part-time e agli avviamenti a tempo determinato e, comunque, alle nuove forme di flessibilità introdotte dalla legge 30/03, che nel Mezzogiorno d'Italia interessano in misura maggiore le donne, proprio perché vengono usate come forma di ingresso precario nel mondo del lavoro. Un dato positivo viene invece dall'imprenditoria: a fine 2005 le imprese femminili risultano essere 14.988, pari al 33,66% del totale, con un incremento pari all’1,29% rispetto al 2004 e del 3,2% rispetto al 2003. Anche questo è un dato che fa riflettere, e che presenta una duplice chiave di lettura: in un mercato del lavoro così ostile alle donne, mettersi in proprio rappresenta per tante l'unica possibilità per un'occupazione; ma ciò significa nello stesso tempo che molte donne decidono di scommettere su se stesse e sulle proprie forze. La netta maggioranza delle imprese femminili è costituita da ditte individuali, ma sono in crescita anche aziende di tipo più complesso. E' interessante notare la forte presenza nel settore dell’agricoltura, pari al 50% del totale complessivo. In questo settore, inteso nella sua nuova veste di impresa polivalente con un ruolo strategico di sviluppo rurale e ambientale e del territorio, la presenza delle donne ha inciso profondamente in termini di apporto per lo sviluppo locale. Crescono inoltre le attività femminili nel commercio, nel turismo e nella ristorazione, tutti settori che possono segnare una fase di sviluppo nuovo per la zona.
Verona / Nasce lo ‘SPAZIO CONCILIA-AZIONI’
Sappiamo tutte che conciliare il tempo del lavoro con le incombenze legate alla maternità e più in generale alla genitorialità rappresenta uno degli scogli più grandi contro cui si infrangono tanti desideri femminili e maschili di vivere serenamente il tempo della cura dei figli senza dover rinunciare al lavoro, per chi è dipendente, o al reddito per chi esercita una attività autonoma. Per fare fronte al problema è stata varata nel 2000, su iniziativa della allora Ministra Livia Turco, la legge n. 53, che concede contributi alle aziende che attivano progetti individuali di flessibilità all’interno delle aziende per aiutare le proprie dipendenti a conciliare i tempi, e alle imprenditrici o imprenditori (o titolari di studi professionali) che possono farsi sostituire nella conduzione dell’azienda per dedicarsi alla cura dei figli. Si tratta di una normativa piuttosto complessa, non ancora sufficientemente conosciuta e utilizzata, tanto che i finanziamenti stanziati ogni anno, che sono di 20 milioni di euro, non sempre vengono spesi tutti. Per questo molte consigliere di parità portano avanti iniziative di diffusione e conoscenza delle procedure della legge, ma la Consigliera di parità della provincia di Verona, Maria Luisa Perini, ha fatto qualcosa di più: ha deciso di impegnare tempo e risorse per istituire lo Spazio concilia-azioni, un servizio che si rivolge alle aziende, ai lavoratori e alle lavoratrici e alle parti sociali, e che offre informazioni, assistenza e consulenza per la presentazione di progetti di azioni positive per la conciliazione.
Il servizio a sportello, in cui opera una esperta appositamente reclutata e formata, è attivo due giorni alla settimana in Provincia presso gli uffici della Consigliera di Parità, mentre negli altri giorni la consulente opera nel territorio in base alle esigenze e alle richieste. Gli interventi finanziabili possono consistere in forme di flessibilità di orario e dell’organizzazione del lavoro, ma anche in ore di formazione per il reinserimento al lavoro dopo il periodo di congedo di maternità, paternità o parentale, e nella sostituzione della titolare di impresa o della lavoratrice autonoma che durante il periodo di congedo può farsi sostituire da un'altra imprenditrice o lavoratrice autonoma. In nome del principio della suddivisione dei compiti di cura tra uomini e donne, sancito dalla legge, di tutti questi provvedimenti possono beneficiare anche gli uomini-padri.
Lo Spazio concilia-azioni ha preso avvio nel settembre 2005, e ha già portato all'approvazione e finanziamento di cinque progetti. Tra questi se ne segnala uno che si intitola “Un po’ di tempo per stare con la mia bambina”. Il progetto è stato presentato da un fotografo, titolare di una ditta artigiana, con l’obiettivo di delegare parte della sua attività, per un periodo di due anni, ad un sostituto per sottrarre dal suo tempo di lavoro due pomeriggi da dedicare alla figlia piccola e per permettere altresì alla moglie, libera professionista, di ricominciare a lavorare in modo più continuativo. Per chi desidera mettersi in contatto con lo sportello questi sono i recapiti: Spazio concilia-azioni , tel 045 92.88.885 . mail: consiglieraparita@provincia.vr.it
Lodi / Le 12 regole d'oro
Tra i numerosi opuscoli redatti allo scopo di dare informazioni utili per orientarsi nella giungla delle diverse tipologie contrattuali, la guida realizzata dalla Consigliera di Parità della Provincia di Lodi presenta una caratteristica che la rende particolarmente utile: 12 regole d’oro da tenere a mente nel momento in cui si inizia un nuovo rapporto di lavoro. Vediamole.
1. Prima di firmare i contratti flessibili (o precari) è opportuno consultare esperti/e quali: consigliera di parità, sindacati, operatori del centro per l’impiego.
2. Firmare con tranquillità il contratto se si tratta di contratto nazionale, di lavoro dipendente a tempo indeterminato o lavoro dipendente a tempo determinato. (Se si tratta di tempo parziale, fissare l’orario all’atto della firma del contratto).
3. Non sottoscrivere dimissioni in bianco all’atto dell’assunzione.
4. Non esiste obbligo di fornire informazioni sulla propria vita privata all’atto della selezione per il posto di lavoro.
5. Se si lavora senza contratto: a) è lavoro nero e la responsabilità non è di chi lavora, ma di chi da lavoro (solo i pensionati, se lavorano in nero, rischiano, per quel periodo, la pensione); b) è opportuno conservare ogni documento relativo al proprio lavoro (contratti, buste paga, fotocopie assegni, ordini scritti, ecc).
6. Ricordarsi che presentare le dimissioni significa perdere dei diritti, come il sussidio di disoccupazione.
7. Periodo di prova: a) esiste nei Contratti Collettivi nazionali di lavoro (CCNL); b) nelle cooperative esiste se c’é nel regolamento, altrimenti no, quindi chiedere sempre di vedere il regolamento); c) in tutti gli altri casi contrattuali non esiste.
8. Rendere sempre le chiavi del luogo di lavoro, appena il rapporto s’interrompe.
9. Non accettare responsabilità di cassa, cioè denaro, a meno che non vi sia un’ assicurazione che è stata consegnata. Non accettare se vi è solo indennità monetaria.
10. Sono nulli, e quindi non valgono, gli impegni di assunzione.
11. Nei contratti flessibili è opportuna una clausola contrattuale dove la durata dell’accordo sia inferiore all’impegno lavorativo, per dare la possibilità di un periodo di riposo e/o malattia non previsti dalle norme generali.
12. Nel contratto a progetto è opportuna la definizione di indicatori precisi per verificare l’esistenza del progetto, l’attuazione dello stesso e delle sue fasi, al fine di ridurre le contestazioni rispetto all’adempimento degli impegni assunti.
L’opuscolo è il frutto di una sinergia tra soggetti diversi: un percorso di collaborazione tra le Consigliere di Parità di Lodi e quella di Lucca , Ornella Veglio e Emanuela Tempestini, l’apporto professionale dell’Avv. Dario Marcassa per la stesura del testo e il contributo, derivato dalla lunga esperienza lavorativa all’interno del Centro per l’Impiego di Lodi, di Giovanna Arioli, Anita Boioli, Nicoletta Cattaneo, Emilia Donati, Tiziana Geri, Giuseppe Quazzoli, Mariangela Salvo, Elga Zuccotti, del Lodi. L’Assessore provinciale alla Formazione Professionale e alle Politiche del Lavoro, Luisangela Salamina, ha dato il suo patrocinio e le OO.SS. provinciali CGIL – CISL – UIL hanno sottoscritto la Guida insieme alla Consigliera di Parità.
Fabio Vettori infine ha gratuitamente concesso l’uso delle immagini che illustrano l’opuscolo, e che ripetono con variazioni il motivo grafico delle formichine qui riprodotte.
(27 settembre 2006)
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