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Iris Noelia Palacios Cruz

Iris Noelia Palacios Cruz

La donna del mese - Era honduregna Iris, e chissà quanto le pesava aver lasciato i suoi cari, che campavano con i soldi che lei e la madre mandavano in patria, frutto del loro lavoro

Giuliana Dal Pozzo Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2006

C’è chi per tutta la vita cerca la sua identità e si sforza di scoprirla in vari modi e con diversi tentativi. Così si addentra nelle pericolose vie dell’avventura fine a se stessa o si cimenta in competizioni di ogni genere, fisiche, intellettuali, carrieristiche. Lui - o lei - salta più in alto degli altri, spara meglio a caccia, scrive cose più interessanti, è arrivato al successo come pittore o dirigente d’azienda, scavalcando chi era meno dotato di lui. Qualcuno, nella ricerca di se stesso, ha bisogno di un aiuto e di un aiuto qualificato, e si sottopone a un numero indeterminato di sedute dallo psicologo che scava nel passato e mette a nudo l’anima della inquieta creatura distesa sul lettino. Poi c’è - ma questo è un altro discorso e si tratta di un grave problema politico e sociale che coinvolge molte persone e non un singolo individuo - chi di identità ne vorrebbe un’altra oppure una seconda da aggiungere alla prima: una folla di affamati e disperati che lasciano i loro paesi rischiando spesso la vita e sperano di essere considerati lavoratori nella nuova terra, alla quale offrono la fatica delle loro braccia e la loro intelligenza. E’ questo il dramma degli emigranti, un dramma che gli italiani hanno conosciuto bene per averlo patito in altri tempi sulla loro pelle: emigranti che vengono definiti extracomunitari, con una parola che con extra suggerisce una esclusione.
Ed ecco la storia di Iris Noelia Palacios Cruz, venuta da lontano per guadagnarsi il pane e un avvenire, una storia che spazza via di colpo la nebbia di incomprensioni e diffidenze che troppe volte colpisce gli extra come un’altra ingiustizia.
Era honduregna Iris, e chissà quanto le pesava aver lasciato l’Honduras, i parenti, i fratelli che campavano con i soldi che lei e la madre mandavano in patria, frutto del loro lavoro. E poi gli amici, le sue radici e quel clima irripetibile di tradizioni, abitudini, odori, sapori, musiche e suoni che si respira nella propria terra. Il suo compito, presso la famiglia italiana che l’aveva assunta, era di occuparsi di una bambina di dieci anni. Stavano sulla spiaggia dell’Argentario in un caldo giorno dell’estate appena finita e avevano deciso di fare il bagno. Tutto sembrava tranquillo, ma per qualche motivo imprevisto o qualche imprudenza infantile, la piccola si trovò presto in difficoltà e cominciò a gridare e a chiedere aiuto.
Iris le fu subito vicina e fece appena in tempo a metterla in salvo su uno scoglio, che fu travolta dalle onde agitate. La sua vita si era conclusa in una terra non sua, ma quella della bambina che le era stata affidata era stata messa al sicuro dal suo coraggio e dal suo senso di responsabilità.
Giustamente il Presidente della Repubblica ha voluto dare un solenne riconoscimento al gesto della giovane honduregna rendendo onore al suo sacrificio con una medaglia d’oro al valor civile, consegnata alla madre Dunia. E’ significativo anche il fatto che per la cerimonia si sia scelta la data dell’inaugurazione dell’anno scolastico, quasi a sottolineare il valore educativo dell’eroismo di Iris. E’ quanto esprime la motivazione ufficiale dell’onorificenza: «Con generoso slancio e coraggiosa determinazione, non esitava a tuffarsi nel mare mosso per le forti correnti, in soccorso della piccola Letizia Vassallo che rischiava l'annegamento. Nel disperato tentativo, stremata dallo sforzo, veniva travolta dalla corrente perdendo la vita. Luminosa testimonianza di generoso altruismo, spinto fino all'estremo sacrificio che ha riscosso l'unanime ammirazione della Comunità nazionale».
Scrive Borges, “Qualunque destino, per quanto lungo e complicato sia, consta in realtà di un solo momento, quello in cui uno sa per sempre chi è”.
Un momento, un solo momento, quello che è bastato a Iris per passare dalla vita alla morte ed ha rivelato a milioni di persone, più di qualsiasi documento, la vera identità di una ragazza venuta da lontano per lavorare, ma soprattutto per trovare un paese amico.
(15 ottobre 2006)

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