Rilanciata la raccolta firme per scongiurare l'esecuzione dell''operatrice umanitaria curda
Riceviamo da Amnesty International e pubblichiamo
La nona sezione della Corte suprema iraniana ha respinto la richiesta di rivedere il verdetto di colpevolezza e la condanna a morte nei confronti dell’operatrice umanitaria curda Pashkhan Azizi. Di conseguenza, Amnesty International ha nuovamente aperto l’appello per scongiurare l’esecuzione.
L’organizzazione per i diritti umani ha ribadito che Pashkhan Azizi ha unicamente svolto attività umanitarie, ad esempio in favore delle donne e delle bambine sfollate nel nordest della Siria o nella regione curda dell’Iraq dopo gli attacchi del gruppo armato Stato islamico a partire dal 2014.
Pashkhan Azizi è stata condannata a morte dalla sezione 26 del Tribunale rivoluzionario di Teheran nel luglio 2024 per il reato di “baghi”, ribellione armata contro lo stato.
L’avvocato di Pashkhan Azizi, Amir Raesian, si è detto scioccato dalla notizia e dalla ripetizione, nel verdetto della Corte suprema, degli stessi errori rilevati nel precedente processo. Ha inoltre avvisato che la condanna a morte, in assenza di ulteriori possibilità di ricordo giudiziario, potrebbe essere eseguita in qualsiasi momento.
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