Domenica, 25/02/2024 - Iole Mancini, staffetta partigiana per amore nella Roma occupata e ultima testimone degli orrori nazifascisti perpetrati a Roma nel carcere di Via Tasso, il 19 febbraio 2024 ha compiuto 104 anni. Il suo amore per Ernesto, declinato nel modo più ampio e complesso che il termine possa evocare, ha significato per la giovane Iole un impegno, con altri compagni e compagne di lotta, per la libertà e per la democrazia del suo paese.
Una storia che, dopo decenni di silenzio, è divenuta finalmente patrimonio collettivo grazie al libro “Un amore partigiano” scritto con lei dal giornalista Concetto Vecchio (ed Feltrinelli), che l'ha raccolta e narrata.
La festa di compleanno che l’ANPI, sezione di Roma, ha organizzato per lei, si è presentata come un tempo di speranza, privo di retorica, proprio grazie a Iole, e denso, a più voci, di “suggerimenti” necessari per non abbassare la guardia e lavorare a quel futuro, ancora una volta, di libertà di cui non si vuole fare a meno.
Numerosa e affettuosa la partecipazione: dirigenti dell’ANPI, dalla sezione romana organizzatrice dell’evento, a rappresentanti nazionali e tanti iscritti dell’associazione; personalità che hanno parlato e sottolineato i tratti salienti della vita di Iole. Miguel Gotor, Assessore alla cultura di Roma Capitale, è tra i primi che, mel consegnare la medaglia del Comune a lei che della sua Città è innamorata e ha contribuito a difenderla dalla barbarie, ha ricordato come proprio l’esserci di Iole per il compleanno, con i suoi 104 anni, a raccontare una volta in più la resistenza al fascismo, ci dice che non è ancora storia passata se è ricordato da qualcuno che il fascismo lo ha subito e combattuto. E poi Elly Schlein, segretaria nazionale del PD, che l’ha abbracciata commuovendosi e dicendole, fra le altre considerazioni, come per lei Iole rappresenti non solo un esempio, ma energia reale e pulsante per andare avanti. E ancora tanti a rivolgerle gli auguri, tutte e tutti accompagnando le proprie testimonianze con magnifici mazzi di fiori.
Infine una vera festa, con una torta capace, nella sua grandezza, di onorare i 104 anni di Iole Mancini, anni pieni di buono e di energia positiva.
Per chi c’era e ha ascoltato con attenzione sono proprio le sue parole e la sua lucidità ad impongorsi come protagoniste dell’evento. Iole si sofferma su idee e proposte, intrecciando tutto con sottile ironia, come il gioire della sua “veneranda” età senza nascondere la precarietà del suo tempo e, contemporaneamente, affermare:”..spero di riuscire a vedere il cambiamento!”
Quando sottolinea, rispondendo a qualcuno degli interlocutori, che la “libertà” è per lei una parola magica, questo corrisponde a un attimo di davvero magico silenzio.
Il suo ricordo è fatto di insegnamenti, come sottolinea con quella sua voce, affaticata dagli anni, ma che più parla più sembra trovare nuova freschezza. Spiega che se lei e gli altri e le altre - partigiani e staffette - hanno fatto quel che hanno fatto, è stato possibile perché erano uniti. Se non hanno parlato sotto tortura è perché avrebbero condannato “gli altri”. Ed è qui che cita il suo amato marito Ernesto, che dalle torture subite dai nazifascisti rimase segnato per sempre in modo indelebile.
Essere uniti, qualcosa che oggi sembra mancare, a chi si oppone a questo governo, dice qualcuno.
L’unità, l’umanità, torna a ripetere Iole, erano la nostra forza.
Fra i presenti che prendono la parola per salutarla c’è una donna, la cui nonna Iole incontrò quando la sbatterono in una cella di Via Tasso, dove il terrore, dice, era immediato nell’assalirti. Racconta come nessuno parlasse quando ti mettevano lì, perché si sapeva che nelle celle venivano infiltrate delle spie. Eppure, dice Iole alla nipote: tua nonna mi aprì le braccia accogliendomi in silenzio e io assorbii il suo calore che mi diede l’energia di resistere.
E a ulteriore conferma del valore della vicinanza tra chi ha vissuto momenti simili ci sono le parole di Lucia Romoli, di ben 10 anni più giovane (94 anni), anche lei staffetta partigiana e sua amica, che dice a Iole che con lei vorrebbe stare insieme nella stessa casa: “per rivivere la nostra storia perché sappiamo, come nessuno, quello che siamo state”.
L’incontro va avanti in un'atmosfera di positività e speranza di chi non rinuncia a lottare contro qualunque attacco alla democrazia e va avanti mentre nella piazza del Campidoglio una fiaccolata unitaria si svolge, in contemporanea, dedicata a Navalny, e raggiunta anche da Gotor e Schlein che la ricordano, lasciando la festa di Iole Mancini, per potervi partecipare.
Paola Ortensi
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