Login Registrati
IO NON SONO PAZZA

IO NON SONO PAZZA

Lavoro teatrale dell'associazione culturale Il Teatro delle Donne di Milano "IO NON SONO PAZZA" sulla poetessa Alda Merini.

Sabato, 26/11/2016 - PERCHÉ SCRIVERE PER ALDA MERINI



Ci chiedono perché scrivere un testo teatrale, che in realtà non è proprio un testo teatrale, su Alda Merini, dato che già in tanti ne hanno scritto, parlato o letto pubblicamente le sue poesie? Perché hanno letto e presentato le sue poesie o parlato della sua vita senza mai mettere in discussione lo stigma della follia, senza mai cercare di capire cosa e chi ha portato una ragazzina di 16 anni a farsi ricoverare per un mese nella clinica Turro a Milano. Può darsi che Alda sia stata scioccata dalla guerra e magari avrebbe avuto solo bisogno di una condizione che la tranquillizzasse ? Può darsi che l'incontro con i grandi intellettuali: Luciano Erba, Padre Maria Turoldo, Manganelli che tra l'altro senza dirle che era sposato ebbe una storia con lei quando aveva appena 16 anni, l'abbiano destabilizzata? L'incontro, non sentimentale ma solo sessuale, con Salvatore Quasimodo quando lui aveva quasi 50 anni e lei 17 anni può essere stato un ulteriore shock? Una ragazzina di 16 anni senza strumenti culturali potrebbe essere stata stravolta a cospetto degli intellettuali che per lei erano Dei? Ragazzina a cui non era stato permesso di frequentare l'istituto Manzoni perché non abbastanza brava in italiano ma in realtà solo troppo povera, e povera lo era diventata per colpa della guerra in quanto prima suo padre era un impiegato e la sua famiglia non ricca ma media. Ecco noi per lei abbiamo scritto: per una ragazzina di 16 anni che si è trovata in un mondo troppo grande per lei, dove ha conosciuto gli analisti Fornari e Musatti che le dicevano che tutti i problemi derivano dal sesso... e lei credendogli come si crede a degli Dei decide di risolvere il suo problema andando con Manganelli, bene ci chiediamo questi Dei che responsabilità hanno avuto?



Un atto unico, dedicato alla poetessa Alda Merini, che ha preso spunto dalla risposta di una delle figlie a una nostra e-mail, la risposta terminava così “vorremmo che si discostasse una volta per tutte lo stigma della malattia mentale, dalla sua figura. Cordiali saluti” Da qui la volontà di suscitare una riflessione sulla definizione di poetessa folle: Alda soffriva moltissimo perché tradita, picchiata, ma soprattutto perché si sentiva poco amata dal marito e per lei l’amore era tutto. Era la sensibilità, se proprio vogliamo individuare la sua diversità, la sua particolarità, una sensibilità esasperata, dote e condanna di tutti i poeti. “Dote” che non le permetteva di sopravvivere alla “normale crudeltà” del mondo e di soffrirne come se fosse inflitta a lei stessa; una sensibilità che le imponeva la verità, sempre! Ed è stata l’incapacità di mediare, di adattarsi, come fanno i più, che le ha impedito una vita “normale”. E se non fosse stata poetessa ma donna qualsiasi quasi sicuramente avrebbe avuto la stessa reazione furiosa ai comportamenti del marito, stessa reazione che avremmo avuto molte di noi. Dunque quando parliamo della sua follia dobbiamo accettare che quello è successo a lei sarebbe potuto succedere anche a molte di noi… Tutto questo lo raccontiamo attraverso un incontro che piano piano mostrerà due vite intrecciate, genitori “pazzi” e figlie che invece di accettare le versioni “ ufficiali” ricercano le vere cause del disagio e scoprono ferite e fragilità e ingiustizie subite, insopportabili per la mente umana… e il dolore può portare alla follia… oppure alla poesia, Alda ha conosciuto entrambe.

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®