Lunedi, 19/10/2015 - Dagli Anni Cinquanta ad oggi, ha girato 152 film, Claudia Cardinale, nome d'arte di Claude Joséphine Rose Cardinale, nata a Tunisi e residente a Parigi, ma è ancora richiestissima in Italia e all'estero, e non ha paura di invecchiare. Ha lavorato con i più grandi nomi del panorama internazionale: l’evoluzione come attrice, con Pietro Germi (Un maledetto imbroglio, 1959), la maturazione artistica con Luchino Visconti con l’esperienza del Gattopardo (1963), la sicurezza di sé con Mauro Bolognini, con cui girerà cinque film, fra i quali alcuni dei suoi preferiti: Senilità, Libera, amore mio! e soprattutto, La viaccia. Vittorio Zurlini la sceglie per La ragazza con la valigia, basato sulla storia di una ragazza madre con cui si identifica dolorosamente, anche per la sua vicenda privata. Sia La viaccia che La ragazza con la valigia, concorrono al Festival di Cannes 1961. Alla Croisette l'attrice ventiduenne non è paragonabile alle due dive italiane presenti, Sophia Loren (premiata per La ciociara) e Gina Lollobrigida, ma la rivista francese Paris Match, le dedica una copertina, identificandola come la rivale di Brigitte Bardot: “La chiamano già CC. È Claudia Cardinale la giovane rivale di BB”. Girerà poi film con Fellini, Monicelli, Damiano Damiani, Marco Ferreri, Carlo Di Palma, Blake Edwards, Marco Bellocchio, Sergio Leone, Antonio Pietrangeli, Luigi Comencini, Franco Zeffirelli, Bolognini, Squitieri, fino a Werner Herzog, per citarne solo alcuni, lavorando con i più grandi colleghi del panorama nazionale e internazionale, da Mastroianni a Sordi e Tognazzi, Burt Lancaster, Tomas Milian, Rock Hudson, John Wayne, Anthony Quinn, Sean Connery, Steve McQueen, Rita Hayworth, Tony Curtis e Sharon Tate. Nel 1966, l’attrice è diventata una vera e propria diva, tanto che la casa editrice Longanesi pubblica l'insolito volume, Cara Claudia... Lettere dei fans alla Cardinale. Nel 1984 vince il Premio Pasinetti come miglior attrice alla 42ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per Claretta, di Pasquale Squitieri. Tra gli altri premi: Leone d'oro alla carriera, Orso d'oro alla carriera al Festival di Berlino, 5 David di Donatello, 5 Nastri d'argento e, l’anno scorso, un premio alla carriera a Parigi. La Cardinale accetta volentieri opere prime di giovani registi. L’Abbiamo incontrata in occasione della presentazione di Ultima fermata, opera prima di Giambattista Assanti, una storia delicata e nostalgica che si snoda lungo i paesaggi e le problematiche legate alla dismissione della tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta-Sant’Antonio, che collegava Campania, Puglia e Basilicata, inaugurata nel 1895 per volere di Francesco De Sanctis e chiusa nel 2010 dalla Regione Campania.
Cosa l’ha portata ad accettare di girare il film? Il tema, senza dubbio affascinante: la ferrovia collega territori e persone e la storia di questa tratta, è particolarmente significativa perché la sua chiusura è stata dannosa per un enorme bacino di utenti che si sono visti privare improvvisamente di un importante mezzo di trasporto. Ho accettato di buon grado poiché il soggetto che mi è stato proposto, mi ricordava l’infanzia e mio padre, che era ferroviere a Tunisi. Io viaggiavo fino a Cartagine e pertanto il treno nella mia vita, ha rivestito un ruolo fondamentale. Nel film io mi chiamo Rosa, che corrisponde a uno dei miei nomi veri e il personaggio che rappresento, una sarta, custodisce un segreto che è un pezzo di storia collegato a quello del treno, una storia intensa, sospesa nel tempo e nello spazio. Spero che il film riesca a sensibilizzare fino a far ripristinare la tratta dismessa, indispensabile per il territorio.
Com’è stato lavorare con un regista esordiente? Mi piace molto lavorare con giovani registi, quasi tutti i miei ultimi film, sono primi film. E poi amo continuare a lavorare, anche se ho 77 anni. L’anno scorso ho girato diversi film, dappertutto: due in America, uno in Austria, uno in Spagna, uno a Venezia con Emma Thompson. Con Assanti mi sono trovata molto bene: la sua opera è stata apprezzata in Polonia, dove ha partecipato al Festival del cinema indipendente di Cracovia e in Francia, dove anche grazie alla proiezione all’Istituto di Cultura Italiana a Parigi, sarà distribuita nelle sale cinematografiche. Con questo film, inoltre, ho scoperto l’Irpinia, un territorio stupendo che andrebbe maggiormente valorizzato poiché ha molto verde, magnifici siti archeologici e architettonici e una buona tradizione culinaria.
Lei è madrina di un'associazione per la lotta contro l'AIDS e particolarmente sensibile alla causa dei diritti delle donne Sono ambasciatrice Unesco(Goodwill Ambassador) e mi occupo molto di donne, la cui condizione nella nostra società è, per quanto possa sembrare paradossale, complicata dalla politica. Ho interpretato diversi ruoli femminili nei miei film, dalle donne sottomesse a quelle che lottano per emanciparsi. Sono sempre stata battagliera e ho partecipato alle lotte femministe degli Anni Sessanta, per affermare il ruolo della donna libera e indipendente, che aspira alla parità sia nei rapporti affettivi, sia in quelli professionali.
Cosa pensa del quotidiano dramma dei migranti? Provo una tristezza infinita quando vedo annegare tutti quei poveri bambini… Io stessa sono nata a Tunisi, figlia di migranti: i miei nonni erano siciliani emigrati in Africa. Noi siamo un popolo di emigranti: in America o altrove, un po’ ovunque, ci sono tanti Italiani, perché non aprire e accogliere i migranti di altre nazionalità?
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