Ho un sussulto, Leo ha da poco compiuto quattro anni e so per certo che sono altri i personaggi dei cartoni animati che di solito guarda e non certo essi sono i cartoni animati di tanti decenni fa che dettero tanta fama al veloce topo che l’aveva sempre vinta sui suoi inseguitori.
Mia figlia dice a Leo - la nonna ha radunato molto tempo fa quei pupazzetti e non sono per giocarci e aggiunge, avendo intuito il mio stupore, che Leo all’asilo frequenta un corso di spagnolo e che la maestra glielo ha fatto conoscere e ha insegnato loro anche la canzone Speedy Gonzales.
Leo attende fermo dinanzi alla vetrinetta, il suo desiderio di avere in mano Speedy Gonzales è così palpabile, mi tocca, mi incita a farlo, apro le ante, tiro fuori la scatola che contiene quei pupazzetti dei corti d’animazione Looney Tunes che acquistai anni fa e che d’allora e per tutto questo tempo non avevo mai aperto.
Mentre apro la scatola, comincio a canticchiare: Speedy Gonzales ritorna da me…, Leo completa la strofa; che strano penso, un bambino così piccolo che canta di malinconia, di ritorno, di amore.
E mi ritorna in mente quel che io provavo in anni lontani a sentire la canzone dalla voce di Pat Boone e poi finalmente in italiano cantata da Peppino Di Capri e mischio i miei ricordi alla fresca memoria di Leo che davvero la sa cantare tutta la canzone e comincia a giocare con il mio Speedy Gonzales mentre mia figlia mi dice: ma sei sicura, mamma?
Sono sicura - le dico - e mi sento accaldata, partecipe e mi viene in mente quel personaggio de La Montagna Magica di Thomas Mann cui saliva la febbre se dalla donna amata gli arrivavano segnali di interesse, cosa tra l’altro pericolosa assai stando essi in un sanatorio.
E penso pure, guardando Leo che adesso sta giocando col pupazzetto del personaggio creato in anni lontani e lo fa interagire coi pupazzetti dei cartoni animati che lui guarda e che possiede in gran numero, quanto Thomas Mann mettesse nei suoi poderosi romanzi un leit motiv, che aveva derivato dalle composizioni di Wagner e mentre attendo alle mie faccende, mentre Leo gioca, non mi freno dal canticchiare Speedy Gonzales ritorna da me… e comprendo ancor più stamane che gli oggetti continuano a parlarci, hanno un’aura, d’altronde è proprio ad essi che dobbiamo tanti capolavori della letteratura, da Ovidio a Leopardi, a Proust, a Montale e a tanti altrie anche il cinema, fin dai corti d’animazione, fin da subito ce lo ha mostrato e con esso tutte le altre arti fin dagli inizi.
Guardo Leo di sottecchi, gli sono immensamente grata di avermi condotta ad aprire la scatola, finalmente, dopo tanto tempo e penso e mi auguro che proprio questo sarà il futuro, un tornare, un ritornare, un ritornello che stamane io e Leo abbiamo ripercorso assieme e che era nutrito di malinconia, di passione, di desiderio e che, questo è sicuro, l’intelligenza artificiale non potrà mai provare.
A corredo del testo: nove pupazzetti Looney Tunes ciascuno posizionato in un set cinematografico svolgenti funzioni alla ripresa di un film, facenti parte della Collezione dell’autrice.
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