Login Registrati
Io c’ero

Io c’ero

Brescia. Piazza della Loggia - Oltre un milione di messaggi nell'anfora della Staffetta UDI contro la violenza

Colanicchia Ingrid Lunedi, 18/01/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2010

Un minuto di silenzio per Hiina, Lorena, Maria, Francesca. Per tutte le donne violate o uccise per mano di un uomo. Un minuto di silenzio che ha fermato una piazza della Loggia colma di donne arrivate da tutta Italia per la manifestazione di chiusura della Staffetta dell’Unione donne in Italia.

A un anno dalla sua partenza da Niscemi, l’Anfora è arrivata a Brescia. Ha percorso centinaia di chilometri, ha incontrato associazioni di donne, commissioni pari opportunità locali, consigliere di parità, coordinamenti sindacali femminili della Cgil, Cisl, Uil e Ugl; è andata in aule consiliari di comuni, province e regioni; in aule universitarie, nelle carceri, in case; è andata in chiesa - in quella battista, cattolica, evangelica e valdese - e in più di 15 ospedali; ha assistito a corsi di autodifesa e a eventi sportivi; ha ascoltato parole pakistane, iraniane, moldave, slovene, albanesi, rumene…

Ha accolto dentro di sé oltre un milione di messaggi.

E con questo dolce peso è arrivata a piazza della Loggia in un bel pomeriggio di novembre.

È arrivata a Brescia con le donne e con gli uomini che hanno deciso di seguire questo cammino. Con le donne cui l’Udi ha chiesto di diventare protagoniste di questo evento, “per testimoniare la forza femminile e sconfiggere il sentimento di miseria che la violenza porta con sé”. E con quegli uomini che hanno fatto un passo indietro e che hanno testimoniato, semplicemente e discretamente, la loro presa di distanza dalla violenza maschile.

A condurre l’Anfora sul palco, due donne dell’Unione Italiana Ciechi e ipovedenti accompagnate da due donne di Sondrio, a farle da corona le ragazze del Brescia calcio. Ad attenderla donne di ogni età con striscioni e bandiere: le donne di Guspini, in Sardegna, le donne dell’Emilia Romagna, le donne salentine, le donne di Pesaro, le donne dell’Udi nazionale, persino qualcuna in collegamento via Skype.

Una manifestazione plurale senza simboli di partito, come ha sempre tenuto a sottolineare la delegata nazionale dell’associazione, Pina Nuzzo: “Il nostro compito - si leggeva nel comunicato diffuso a pochi giorni dalla conclusione della Staffetta - è quello di avviare processi politici e culturali che trovano nelle donne la propria misura e il proprio linguaggio perché, se è vero che si può fare politica nella società al di fuori degli schieramenti, noi non solo non siamo né governative né antigovernative: piuttosto, ci confrontiamo sempre con ogni formazione, verificando e svelando il maschilismo onnipresente”.

Tanti gli interventi che si sono succeduti sul palco. Commossa la portastaffetta della Lombardia, Maria Chiaramonte che ha ringraziato tutte le donne che con lei hanno costruito il passaggio dell’Anfora nella regione. Emozionata la giornalista Cristina Magnaschi che ha presentato l’evento. Non da meno Pina Nuzzo. “Il 21 novembre 2009 - ha detto a distanza di qualche giorno - rimarrà per me memorabile, non so ancora dire l’intreccio di ragione e sentimento che ho provato vedendovi arrivare dai diversi angoli della piazza, riconoscendovi - potrei dire una ad una - per poi abbracciarci. Mentre quel pomeriggio unico si materializzava mi tornava in mente il lungo anno che abbiamo vissuto organizzando eventi di vario genere e mi dicevo: come siamo state brave, come siete state brave!”.

Sono state recitate poesie; hanno cantato diverse artiste; due attrici, Cristina Colombo e Lina Coppola, hanno interpretato alcuni messaggi lasciati nell’Anfora; tutte insieme si è cantato l’“inno” della campagna 50E50… ovunque si decide.

La Staffetta però non si è conclusa in quel pomeriggio di commozione e di festa: ha continuato il suo viaggio, con un percorso simbolico che l’ha portata a fare quello che ogni donna violentata dovrebbe poter fare. Il 25 novembre è andata al Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Brescia (dove si applica un protocollo di intesa che fornisce tutte le cure necessarie e agevola il passo successivo che è la denuncia) e poi alla Questura.

Eppure, nonostante tanta partecipazione, a leggere i quotidiani nazionali sembra che nulla sia avvenuto.

“Ieri, 21 novembre, a Brescia - si legge in un comunicato dell’Udi nazionale del 22 novembre - le donne della Staffetta hanno riempito piazza della Loggia di suoni, di slogan, di testimonianze, di bandiere rosa, di striscioni coloratissimi e di girotondi. Ieri donne provenienti da ogni parte d'Italia hanno manifestato contro la violenza sulle donne concludendo un anno pieno di iniziative. Ieri noi in piazza c’eravamo. Ieri, come sempre, la Rai - il servizio pubblico - non c’era. Ieri, come sempre, i giornali non c’erano, compresi quelli che il 3 ottobre hanno manifestato per la libertà di stampa. Ma quale libertà? Quella di fare da sponda al teatrino della politica? E come era prevedibile ieri in piazza non c’era neanche una di quelle giornaliste o di quelle intellettuali che periodicamente scrive del presunto silenzio delle donne”.

A parte l’amarezza di questo silenzio, il 25 novembre per le donne dell’Udi è anche la data di rilancio della Campagna “Città libere dalla pubblicità lesiva” per ottenere l’applicazione della Risoluzione del Parlamento europeo del 3 settembre 2008 sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini. È una Campagna che vede coinvolta ogni donna in un’opera di sensibilizzazione nei confronti del proprio Comune e che ha già trovato risposta in alcuni Comuni italiani, a partire da quello di Niscemi. Per l’Udi è forte il suo significato simbolico, poiché è proprio da Niscemi che la Staffetta lo scorso anno ha iniziato il suo lungo cammino.





TESTIMONIANZE



Alla manifestazione c’ero anch’io e sono contentissima di avervi partecipato e di aver portato i miei figli, un futuro uomo ed una futura donna. Rosaria Iacobino



Sono ancora sotto l’effetto di ieri in piazza della Loggia. È una specie di frastornamento dolce e forte al tempo stesso. Laura Piretti



Abbracciarsi forte. Avere la sensazione di conoscersi da sempre. Simona Trabucco



Grazie a tutte perché in tante e, insieme a tante, in piazza c’eravamo. Le donne non sono in silenzio ma continua il silenzio sulle donne. Rosanna Galli



Io in piazza ieri non c’ero, però c’ero lo stesso. Sono indignata per il silenzio sia da parte della stampa che della televisione. Luisa Codato



La nostra è una lotta e sempre di più mi convinco che è durissima, perché si scontra con l’indifferenza nella migliore delle ipotesi, con la censura nella peggiore, anche di tante donne. Ma l'amarezza per questa constatazione è meno forte della gioia di sentirci insieme. Scrivo queste poche righe a caldo, così, senza pensarci troppo. Sono pensieri personali, ma pur sempre di una donna Udi orgogliosa di esserlo. Micaela Gavioli



Io c’ero… è stato un onore per me esserci, esserci con i miei figli. Mi stupiva che, parlando con i miei colleghi e le mie colleghe e con amici e amiche di questo evento, nessuno di loro ne sapesse nulla. La consolazione? Che nel tornare alla nostra auto, mio figlio mi abbia detto : “Io non sono un uomo così”. Simona Bettinelli



(gennaio 2010)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®