Provincia di Bologna - La cultura non è lusso ma valore condiviso. Le donne motore e fruitrici di offerte culturali
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2007
Dieci anni fa nasceva 'Invito in Provincia', iniziativa che racconta, mensilmente, tanto della cultura promossa nel territorio. Tanto, ma non tutto perché 'Invito in Provincia' non è semplicemente un cartellone di piccoli o grandi eventi culturali, ma il centro di una rete "di cui tutti siamo protagonisti", come afferma Simona Lembi, Assessora alla Cultura e alle Pari Opportunità.
Spesso si sostiene che la cultura sia un qualcosa di superfluo, di cui si può fare a meno soprattutto se le risorse sono limitate. Che ne pensa?
Non sono d'accordo. Scegliere di investire in cultura significa credere nella nostra parte più autentica, nei nostri valori, nella nostra dimensione pubblica. E' qualcosa non misurabile, ma che è strumento per renderci persone autonome e cittadini liberi.
Perchè una rete della cultura?
Invito in Provincia è un patto che annualmente la Provincia e i Comuni stipulano con soggetti privati (fondazioni, aziende, cooperative) per promuovere la rete culturale territoriale, composta dalla Provincia di Bologna, da 59 Comuni, da 4 quartieri del Comune di Bologna da 3 comunità montane, 4 parchi per un totale di circa 600 eventi all’anno. In dieci anni tante cose sono cambiate. Dieci anni fa un bolognese su quattro aveva un indirizzo di posta elettronica e iniziava a navigare in internet, oggi è diffuso internet per reperire informazioni, leggere i quotidiani e fare acquisti. Nonostante ciò i consumi culturali del territorio non sono diminuiti. C'è da osservare che la capacità degli enti pubblici di comunicare le politiche culturali non è andata di pari passo con quella dell’utenza di reperire informazioni.
Da questo punto di vista, quali gli interventi effettuati e quali quelli previsti?
Abbiamo incrementato la dotazione delle biglietterie elettroniche nei nostri teatri (Zola, Pieve di Cento, Sasso Marconi) e ci sono prospettive positive per Porretta e Crespellano. Sarà più facile quindi reperire informazioni sugli spettacoli e acquistare on line il biglietto per uno degli spettacoli previsti nei 51 luoghi dedicati al teatro senza spostarsi da casa o, in mancanza di internet, recandosi alla più vicina biglietterie elettronica. C'è un sito, www.teatrinvito.it, che promuove questo lavoro, realizzato insieme con Charta. Il nostro obiettivo è quello di incrementare per gli appassionati e facilitare l'accesso ai potenziali spettatori che restano tagliati fuori.
Qual i risultati evidenziati dalla recente ricerca del Centro Demoscopico Metropolitano sui consumi culturali nella provincia ?
Sono emersi numerosi elementi interessanti. Uno che spicca è che la maggior parte della fruizione culturale è delle donne, sia negli aspetti di eccellenza che in quelli più mediocri. Su dieci bolognesi 6 consumano eventi in continuazione, e per lo più sono donne, spesso sotto ai 30 anni. Ma anche quando crescono e mettono su famiglia continuano a consumare cultura. Magari meno libri, magari meno teatro, sicuramente tutto ciò che riescono a conciliare con i figli e la famiglia (dvd, internet, altro ancora), ma non cessano di consumare cultura. Mi chiedo se non sia ora per i teatri, per i cinema, per i musei, di andare incontro a queste tipologie di consumatori, a queste eccellenze, parte dinamica della società bolognese.
Ha qualche idea, qualche proposta?
Certo! Possiamo cominciare a strutturare i nostri eventi come veri e propri servizi e non solo come svago? Dieci anni fa gli orari degli uffici pubblici, comprese le banche e gli uffici postali, erano più rigidi. Qualcosa, anche se ancora poco, è cambiato e allora perché non cominciare a pensare ad orari diversi per gli eventi culturali o magari a fornire servizi per i bambini accanto agli spettacoli ?
Scelte strategiche. Altre proposte?
Si è discusso sull'utilità di promuovere grandi eventi sul territorio, ma io sono a favore di una rete diffusa di eventi invece che investire sui grandi eventi. Avere il grande nome avrebbe un effetto nell'immediato e, probabilmente, finiremmo su tutte le cronache nazionali. Ma passata la sbornia cosa rimarrebbe sul territorio? Ritengo che non può essere compito della politica aumentare le disuguaglianze tra le persone. Semmai è il contrario, anche e soprattutto per promuovere la crescita di una società dinamica, capace di innovare e di rispondere ai grandi cambiamenti del nostro tempo
Non possiamo forzare nessuno ad andare a teatro o a leggere libri, ma possiamo agevolare le persone e facilitare questa scelta. Lo abbiamo fatto mettendo a disposizione pullman gratuiti per venire a Bologna ad assistere ai concerti di Musica Insieme al Manzoni e anche chiedendo all’orchestra Mozart di tenere concerti nei teatri (anche piccolissimi) della provincia.
(15 marzo 2007)
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