Lunedi, 26/12/2011 - La crisi finanziaria cominciata nei paesi ricchi ha inasprito una crisi mondiale che minaccia di vanificare le conquiste ottenute attraverso dure battaglie nel campo dell’educazione e della salute nei paesi in via di sviluppo; e donne e bambini sono tra i più colpiti. Anche prima della crisi, la maggioranza della popolazione povera mondiale era rappresentata da donne e ragazze, che oggi precipitano sempre di più nella povertà e devono affrontare maggiori rischi per la salute, soprattutto se incinte. Le complicazioni della gravidanza e del parto sono le prime cause di morte per le donne nel mondo in via di sviluppo. Circa 200 milioni di donne che vorrebbero distanziare le nascite non hanno accesso ad una contraccezione sicura ed efficace. E la mortalità materna è la maggiore ingiustizia sanitaria nel mondo. Il 99% di tutte le morti materne avviene nei paesi meno sviluppati, con oltre mezzo milione di donne che ogni anno perdono la vita. E questo ‘divario della salute’, tra paesi ricchi e paesi poveri e all’interno di ciascun paese, non farà altro che aumentare, se non verranno prese iniziative forti per aumentare gli investimenti sociali, mantenere le conquiste ottenute nel campo della salute, ed ampliare la portata delle risposte per salvare la vita di più donne.
Al contrario della malattia, la morte materna non è un male al quale dover trovare una cura. Esistono interventi già collaudati: nei paesi e nelle comunità in cui le donne hanno accesso ai servizi della salute riproduttiva - come la pianificazione familiare, un’assistenza al parto qualificata e interventi d’emergenza neonatale e ostetrici - i tassi di sopravvivenza sono alti, e le morti materne e infantili rare. L’assistenza sanitaria riproduttiva, in particolare la pianificazione familiare e i servizi per la salute materna, aiutano donne e ragazze ad evitare gravidanze precoci o indesiderate, aborti insicuri, così come disabilità legate alla gravidanza. In questo modo, le donne godono di migliori condizioni di salute, sono più produttive, e hanno maggiori opportunità di educazione, formazione e occupazione, che, a loro volta, beneficiano intere famiglie, comunità e nazioni. L’attenzione alla salute riproduttiva offre a donne e ragazze un maggiore controllo sul loro destino, e più opportunità per superare la povertà. Garantendo l’accesso universale alle cure sanitarie riproduttive, si riduce di conseguenza il peso globale della malattia, migliorando così l’uguaglianza di genere, e riducendo la povertà. Oggi il mondo è troppo complesso e interconnesso per considerare i problemi in modo separato. Quando una madre muore, quando un orfano non riceve il cibo o l’istruzione di cui ha bisogno, quando una giovane cresce senza opportunità, le conseguenze vanno ben al di là della vita di questi singoli individui. La società nel suo insieme ne risente, e così le possibilità di pace, prosperità e stabilità. E’ necessario investire sulle donne, capaci di resistere a prove durissime, e disposte a sacrificare tutto pur di proteggere la salute e la vita dei loro figli. Il loro ruolo è fondamentale all’interno delle famiglie e delle comunità, e sono attori dinamici in qualsiasi contesto operino. In molti paesi del sud del mondo, sono le donne ad occuparsi dell’agricoltura e a sostenere l’economia dei villaggi attraverso microimprese. Investire dunque nelle donne, nel mondo e in particolare nei paesi che hanno ancora alti tassi di povertà, sembra essere l’unica strategia intelligente. Del resto un proverbio africano molto noto ricorda che “se educhi un bambino, educhi un uomo; se educhi una bambina, educhi una nazione.”
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