Laicità - E' una faccenda seria. Avere il Vaticano in casa e doverci fare i conti costantemente .....
Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2006
E' una faccenda seria. Avere il Vaticano in casa e doverci fare i conti costantemente su ogni questione è per la politica in generale un problema e per il governo di centrosinistra fonte di ulteriori ostacoli. A ben guardare, le continue esternazioni di esponenti delle più alte gerarchie ecclesiastiche sono rivolte con maggior insistenza solo ad alcuni aspetti della vita privata e pubblica. Dalle scelte riproduttive al diritto di ciascuno di decidere se e come porre fine alla propria vita, dal matrimonio all'aborto alla ricerca scientifica, la Chiesa indica la sua posizione e pretende attenzione dalla politica italiana. In questo non punta solo sull'autorevolezza del messaggio, ma mette in campo anche i numeri, contando su alcuni parlamentari sicuramente sostenitori di quelle posizioni. Mentre si registra una sorta di ossessiva presenza per le questioni che riguardano la bioetica e le nuove frontiere della scienza - in questi campi le dichiarazioni assumono toni ultimativi quali "sulla vita non si negozia" – sono affidati a sobrie raccomandazioni ufficiali gli interventi sui temi epocali che attengono ai disastri ecologici, alle guerre per l'acqua o alle quotidiane stragi dei bambini che muoiono per fame o Aids. Per venire a questioni di casa nostra, ma di non minore importanza fatte le dovute proporzioni, ci si domanda perché la Chiesa non sferra un attacco contro la corruzione dilagante, l'evasione fiscale e il malaffare diffuso che strangola l'economia italiana, ruba risorse alla collettività e impedisce una giustizia sociale. E' noto, ma non è così chiaro a tutti, che la carenza di risorse pubbliche incide sulla qualità e quantità dei servizi pubblici erogati e che i tagli incidono solo tra le fasce più fragili della popolazione: anziani, bambini, poveri, donne, emarginati. Sarebbe assai di conforto per la politica 'sana' registrare condanne e ultimatum della Chiesa nei confronti di faccendieri e mestieranti che procurano danni economici incalcolabili, ma che soprattutto sono dei pessimi esempi, ma purtroppo vincenti, di come si debba vivere in modo rispettoso del prossimo. In un recente confronto Gustavo Zagrebelsky, domandandosi quali siano le mire della gerarchia ecclesiastica, osservava che forse "una Chiesa che fa fatica a formare le coscienze abbandona il piano della morale pretendendo di intervenire sul piano giuridico". Questa prospettiva analitica riporta all'affermazione di Giancarla Codrignani, che nell'articolo pubblicato su questo numero di 'noidonne' scrive con preoccupazione "Mi sono venuti dei brutti pensieri: che il Papa abbia paura". I nostri tempi sono difficili per tutti, ma le donne e gli uomini di umili capacità e ordinarie ambizioni non hanno il tempo e gli strumenti culturali per vivere le loro esistenze in modo critico. Il compito di segnare le strade, fare luce e accompagnare con sapienza ed equilibrio passaggi storici come quello che attraversiamo è attribuito alle grandi fonti di elaborazione del pensiero come la politica, la filosofia e le religioni, che non potranno più esprimere pensieri neutri. Compito delle donne è essere presenti e attente protagoniste. Se la nostra società è sempre più (e inevitabilmente) aperta, multietnica, variopinta, flessibile, plurale e se la politica cerca risposte equilibrate agli inevitabili problemi che inedite convivenze e nuovi linguaggi pongono, perché la Chiesa appare arroccata su posizioni difensive? Non si può ragionevolmente credere che tanta storia non abbia insegnato che è impossibile fermare il cammino dell'umanità. Altro è il compito di chi, come la Chiesa, è deputato ad educare le coscienze e a puntare sull'autorevolezza, perchè la partita dell'autoritarismo e dell'imposizione l'ha perduta da un pezzo e non è riproponibile.
(12 luglio 2006)
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