Intervista di Alessia Mocci a Valentina Cavera ed al suo La goccia e la civetta, Rupe Mutevole
La prefazione di Franco Loi. La Cavera in questa racconta, con molto tatto e gusto, imprime nei suoi versi il suo sunto personale su ciò che ha compreso del mondo circostante.
Venerdi, 27/04/2012 - “Sedevo al settimo piano di un edificio che dava sul Monte Rosa, sull’acqua e di rimpetto al cielo stellato. Le prime ispirazioni nascono proprio osservando la bellezza.”
Una sensazione di estrema veridicità in queste parole di Valentina Cavera che racconta le sue prime esperienze nel mondo della scrittura: osservando la bellezza. “La goccia e la civetta”, edito nel 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana editoriale “La Quiete e l’Inquietudine”, è una raccolta poetica che indaga sull’amore verso l’essere umano. La prefazione di Franco Loi. La Cavera in questa racconta, con molto tatto e gusto, imprime nei suoi versi il suo sunto personale su ciò che ha compreso del mondo circostante.
Valentina Cavera è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune domande per voi. Buona lettura!
A.M.: Chi è Valentina Cavera?
Valentina Cavera: Da quando sono piccola scrivo poesie, pensieri, pagine di diario, racconti.
Amante di viaggi e di letture, mi sono sempre spinta verso una ricerca interiore ed esteriore, frequentando in parallelo agli studi vari corsi che rendessero possibile questo approfondimento personale. Da sei anni riservo il mio tempo alla stesura di articoli di giornali e testi di critica.
A.M.: Secondo te, che cosa significa oggi scrivere poesia?
Valentina Cavera: Forse dedicarsi alla poesia oggi come oggi è demodé, ma in realtà stando
fuori dalle mode l’inclinazione a scrivere in versi si veste di molteplici significati: entrare nelle profondità di se stessi, della società, di un cielo che protesta, di un paesaggio incantato… avvicinarsi all’animo che si muove dentro senza il timore di venirne inghiottiti…
A.M.: Com’è nato “La goccia e la civetta?
Valentina Cavera: Essendo un diario non pensato raccoglie una selezione di testi che scrivo
da quando sono bambina; “La goccia e la civetta” è la promessa che mi feci allora, quando decisi di dare ascolto a quella voce che mi parlava da dentro come fosse il riflesso d’una realtà esterna, o vento che si posa. All’inizio erano solo parole che fuggivano via tra le ali di rondine poi sono diventati frasi su carta. La mia infanzia l’ho trascorsa in un luogo incantevole, sul
Lago Maggiore. Sedevo al settimo piano di un edificio che dava sul Monte Rosa, sull’acqua e di rimpetto al cielo stellato. Le prime ispirazioni nascono proprio osservando la bellezza.
A.M.: Quali sono le tematiche della tua raccolta poetica?
Valentina Cavera: Si manifesta un gioco d’opposti. In quella goccia che ne segna il titolo ed
è inoltre disegnata in copertina brilla l’essenza, un micro movimento, l’accenno, la leggerezza d’una lacrima, di una gocciola d’acqua, la fiamma di una candela, il bisbiglio come il bagliore, l’eternità di momento. La civetta invece rappresenta il cambiamento, la libertà, la fine.
A.M.: C’è una poesia de “La goccia e la civetta” alla quale sei maggiormente legata?
Valentina Cavera: La poesia che mi lega maggiormente a questa raccolta è “Zingarella”, perché in essa vive l’emozione di avventura che significa per me empatia, sofferenza,
amore per l’esistenza in tutti i suoi elementi.
A.M.: A chi dedichi questa vittoria editoriale?
Valentina Cavera: Sicuramente a chi ha trascorso con me il tempo impiegato a realizzare questa raccolta ed a Franco Loi che mi è stato vicino nell’elaborazione finale del testo, regalandomi un suo pensiero sulla poesia che ricalca la prefazione. Lo dedico in particolare a mio padre che è scomparso pochi mesi fa.
A.M.: Quali sono i generi letterari che preferisci?
Valentina Cavera: Le raccolte poetiche, le biografie, i saggi, i romanzi. Mi diverto con Oscar
Wilde e mi emoziono con Isabel Allende… leggo poeti contemporanei come la
Merini, il Loi e poeti storici come Lorca o Prévert…
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Valentina Cavera: È stato sempre un rapporto armonico che abbiamo costruito a distanza. Ed
anche se a distanza siamo riusciti a creare un testo ben fatto. Se mi chiedessero cosa penso della casa editrice risponderei in questi termini.
A.M.: Hai novità per il 2012? Puoi anticiparci qualcosa?
Valentina Cavera: Il 2012 lo dedico all’elaborazione di una raccolta di racconti.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Valentina Cavera: Come ha scritto Franco Loi per descrivere il titolo della sua raccolta di
testi poetici Acquabella, forse quella goccia sulla mia copertina “potrebbe anche essere l’acqua della poesia che in fondo come attestano molti poeti, è acqua purificante”.
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