Intervista di Alessia Mocci a Sonia Consolo Giaccotto ed al suo L’ombrello, Rupe Mutevole Edizioni
Un breve romanzo con un protagonista inusuale: Marcello, un ombrello con una sua propria coscienza che vive la sua vita da oggetto pensante. Un libro che sforna, in ogni pagina, delle occasioni per riflettere sulla quotidianità e sull’imprevedibi
Mercoledi, 08/02/2012 - “Quanto volte ci soffermiamo a pensare che chi ci sta di fronte non è una solo funzione sociale ma è una persona?”
Un interrogativo spiazzante quant’è veritiero. In questo modo Sonia Consolo Giaccotto risponde alla domanda sulla differenza tra il surreale ed il reale ne “L’ombrello”, edito nel gennaio 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “La Quiete e l’Inquietudine”. Un breve romanzo con un protagonista inusuale: Marcello, un ombrello con una sua propria coscienza che vive la sua vita da oggetto pensante. Un libro che sforna, in ogni pagina, delle occasioni per riflettere sulla quotidianità e sull’imprevedibilità degli eventi.
Sonia Consolo Giaccotto è stata molto disponibile nel rispondere a qualche domanda sulla sua nuova pubblicazione. Buona lettura!
A.M.: Quando hai iniziato a scrivere?
Sonia Consolo Giaccotto: Scrivo da sempre, da quando ne ho memoria: scrivere è sempre stato per me quasi un conforto nel mio privato, così come anche la lettura. Insieme, la lettura e la scrittura, hanno riempito gli spazi più intimi del mio tempo. Solo da poco ho sentito l'esigenza di scrivere pubblicamente, di cercare un dialogo col mondo esterno sulle emozioni del mio scrivere, sulle introspezioni che le parole portano alla luce. È stato in occasione di un dolore molto intenso, per la perdita terrena di una persona da me molto, molto amata, che ho pubblicato, per la prima volta un mio scritto sul social network facebook: era una poesia.
Scrivere in poesia e in narrativa è per me molto diverso, anche se egualmente appagante.
Con la poesia emergono sensazioni molto intime, a volte ignote anche a me stessa: sono emozioni intense ma fugaci che fisso nella scrittura eterna di un verso, cristallizzando l’attimo e sottraendolo così all'oblio. Nelle mie poesie vivo sia l’emozione sensuale dell'amore e della passione che la malinconia che da sempre ha accompagnato la mia vita ..
Scrivere in narrativa libera invece la mia fantasia: la mia narrativa la definirei molto scorrevole e semplice, condita da una sottile vena ironica. I miei personaggi sono sempre dipinti nel loro più intimo esistere, in una visione anche introspettiva: mi piace conoscerli e farli conoscere profondamente, mettere a nudo la loro anima ed i loro pensieri così come faccio io con me stessa, nella mia poesia. È questo il nesso del mio scrivere, il significato del diverso approccio al mondo della parola. Scrivo tanto, per me scrivere è aria pura; soffro la quotidianità anzi più che la quotidianità la ripetitività insita nel vivere quotidiano, soffro la massimizzazione di questa società che ci vuole tutti uguali o comunque rientranti in degli schemi di comodo, cerco l'individuo, la sua essenziale unicità, lo cerco tanto nella vita in cui i rapporti superficiali mi annoiano quanto nelle mie opere, cerco un incontro di anime e quando ciò, anche se raramente, accade, allora sento il miracolo della vita.
A.M.: Un titolo - oggetto. Che cosa rappresenta per te l’ombrello?
Sonia Consolo Giaccotto: L'ombrello per me rappresenta … posso dire una creatura?
Questo oggetto vive: senza cibo, senza acqua, si nutre solo delle emozioni dell'anima.
È un piccola creatura che già dal suo primo vagito si domanda quale sia il suo posto al mondo, il suo ruolo, la sua funzione. E, una volta appreso, ha un istante di sbigottimento, quasi paura. L'ombrello, come me, non intende soccombere alla rigida etichettatura che mondo e società gli vogliono tatuare, facendogli credere che la sua funzione si esaurisca nel mero ruolo di proteggere l'uomo da pioggia, neve e grandine. E così, pur prendendo coscienza di ciò, da un gruppi di vecchi saggi, ormai straziati dalla vita ed abbandonati, perché inservibili,
non si arrende ad una vita così limitativa, scopre le emozioni, lavora su stesso, si nutre di queste emozioni umane attendendo trepidante quei rari istanti in cui ciò accade… anche un solo istante da senso a tutta la vita.
Che dire, penso sia chiara la metafora con ognuno di noi stessi, con la nostra società ed i suoi infiniti interrogativi che vanno dal ruolo marginale degli anziani ( i vecchi saggi) relegati in un angolo ed abbandonati a se stessi, poiché ormai inservibili e quindi non più in grado di assolvere al loro ruolo sociale, al senso della vita, alle domande che ciascuno di noi, quotidianamente si pone. L’ombrello sono io.
A.M.: Chi è Marcello?
Sonia Consolo Giaccotto: Marcello è la parte umana di questo oggetto, un oggetto insignificante proprio perché molto comune, passa di mano in mano, di proprietario in proprietario, alla ricerca di chi possa nutrire per lui un affetto sincero e lo rispetti e lo curi e … lo tenga con lui per sempre. Marcello si trova in una posizione di assoluta passività, essendo un ombrello non ha alcuna autonomia, non può muoversi e andare dove vuole, non può scegliere, deve essere scelto, può amare, ma questo amore non lo può manifestare, lo deve tenere per se. In questa situazione molto passiva si percepisce tutta la sofferenza di un animo, il suo urlo silenzioso che nessuno ascolterà…
Io vorrei che il lettore andasse oltre questa storia, scoprendo tutto ciò che dietro c’è alle spalle di questo ombrello e delle sue avventure. Senza dimenticare il finale, che non voglio svelare e che apre lo spazio a considerazioni molto più variegate.
A.M.: Reale e surreale. Qual è la loro percentuale in “L’ombrello”?
Sonia Consolo Giaccotto: Di surreale il mio libro ha solo l’involucro esterno, il suo apparire.
Certo nessuno di noi si sognerebbe mai di dare un’anima agli oggetti che quotidianamente si usano, ma se andiamo oltre le apparenze ecco le note reali: quante volte noi nella società odierna ci muoviamo ed agiamo, ci rapportiamo con i nostri simili, dimenticando che sono persone, come noi: ci sarebbe un elenco infinito.
Quanto volte ci soffermiamo a pensare che chi ci sta di fronte non è una solo funzione sociale ma è una persona?
Vorrei sottolineare anche la considerazione che Marcello ha del denaro, uno scambio di carte colorate che trova senza senso, privo di alcuna emozione: per cui l’inutile affanno alla ricerca di ciò che il denaro non può comprare: le emozioni dell’anima.
A.M.: Qual è, secondo te, il target di lettori che leggeranno “L’ombrello”?
Sonia Consolo Giaccotto: Questa domanda mi lascia esitante… vorrei dire una fascia intermedia… ma in realtà vorrei avere la presunzione di non porre limiti… è un libro semplice per chi ci vuole trovare solo un lato giocoso, ma lascia aperta la strada a chi vuole trovare delle domande più profonde in una società che poco considera le persone nella loro individualità… Quante volte ci siamo sentiti trattare da ombrelli, quando siamo stati annoverati in numeri, matricole, percentuali…. È adatto a tutti e spero che lasci qualcosa al lettore.
A.M.: Quali sono gli scrittori che segui e che ti hanno ispirato?
Sonia Consolo Giaccotto: Non ho avuto particolari ispirazioni per l’ombrello da autori esterni, mi ha ispirato la vita comune. Leggo di tutto, anche se preferisco letture in cui i personaggi sono molto “elaborati” e si lasciano conoscere. Per fare qualche nome la Allende, Coelho, Modignani, Vitali, Faletti, ma l’autrice che adoro di più in assoluto è la Mazzantini e la sua opera “Venuto al mondo” per me è qualcosa di più di un libro, lo adoro.
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Sonia Consolo Giaccotto: Mi trovo molto bene con Rupe Mutevole, Silvia Denti è la mia consigliera, mi sento apprezzata e seguita. La consiglierei senza esitare.
A.M.: Hai qualche novità per il 2012 che vuoi condividere con noi?
Sonia Consolo Giaccotto: Ho una grande novità per il 2012 , subito dopo il mio esordio letterario de “l’Ombrello” uscirà il mio primo libro di poesie, sempre edito da Rupe mutevole, dal titolo “Dal cuore all’Eros” e, che farà parte della collana Heroides.
Sono due opere diverse, che completano la mia esperienza letteraria, con l’occhio sempre volto al futuro e tanta volontà di crescere.
A.M.: Sonia, ti ringrazio per la spontaneità delle tue risposte ed aspetto con molta curiosità la tua nuova avventura letteraria!
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