Lunedi, 20/04/2015 - “Se volessi, potrei, scrivere in metrica,/ ma non voglio./ Versi un po’ stanchi mi inseguono./ Sono liberi./ Sono strascichi informi di canzoni/ tutte le canzoni che ho cantato/ riverse ora, qui, in quest’inchiostro/ che mi dileggia inutilmente./ […]” da “È così che va”
Sin dalle prime liriche della raccolta “Rosanero” Patrizia Stefanelli racconta ai lettori i suoi intenti poetici. L’autrice sente la pressione di versi che fuoriescono su carta, versi che sin dalla loro genesi sono liberi da schemi precostituiti.
“Rosanero” è stato pubblicato nel 2015 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana editoriale “Poesia”.
Patrizia Stefanelli è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune domande sulla sua produzione poetica. Buona lettura!
A.M.: Ciao Patrizia, è un piacere sentirti per conoscere un po’ la tua ultima pubblicazione intitolata “Rosanero”. Ci racconti la genesi del libro?
Patrizia Stefanelli: La genesi, che bella parola! Nascita, origine, creazione. Ecco, ogni libro che nasce è un’originale creazione. In sé racchiude un piccolo/grande tempo/spazio. Lo spazio della poesia nel caso di “Rosanero” e il suo tempo che batte furtivamente alla mia porta ogni volta che mi addormento. Sì, perché le poesie più intense le scrivo quando dormo, nell’attimo in cui il sogno comincia ad aprirsi un varco nella coscienza. Mi rammarico a volte di non ricordarle perfettamente. I sogni si sa, vengono come vogliono, a volte son rosa, a volte neri.
A.M.: Nell’introduzione Nazario Pardini scrive a proposito della tua lirica “Un tappeto di velluto su cui scorrono i sentimenti”: “Poesia intensa, zeppa di amore, di vita, di slanci oltre il comune senso dell’esistere. Un connubio di grande intensità emotiva che riesce a scalare le vette dell’anima,
con passi di velluto.”. Ti riconosci in questa descrizione?
Patrizia Stefanelli: Mi riconosco, anzi mi conosco forse, soltanto attraverso ciò che scrivo e attraverso la lettura attenta e sensibile di chi, come il mio maestro Nazario Pardini, va oltre la forma nei miei voli sintattici e fonosimbolici. Semplice complessità la mia natura, fatta di strati come la mia scrittura ed Eros. Tangibile e spirituale, ogni sentire in noi tutti cerca l’assetto verso il divino. L’equilibrio che è dato dalla vita insieme alla morte, ogni morte.
A.M.: August Strindberg sosteneva “Cos'è la poesia? Non è la realtà, ma più della realtà... Non è un sogno, ma sognare da svegli.” Ti senti partecipe di questa risposta?
Patrizia Stefanelli: Incredibilmente ho già risposto. Sto leggendo le domande una ad una per non crearmi schemi o strutture di pensiero. Il surreale, il trascendente, sono per me gli spazi della Bellezza. La natura ci veste di sogni ad occhi aperti, fatti di fantasie e ad occhi chiusi fatti di scariche elettriche o chissà cosa. Magari presagi o desideri, come diceva una vecchia canzone. La poesia sublima lo spazio temporale, la natura e gli accadimenti del quotidiano, li spersonalizza facendone immagini di perfetti suoni, dissonanti a volte e alquanto misteriosi. Nessuna risposta può dare una poesia e nessuna verità. Giungere all’emozione il suo unico segno sensibile. Di chi scrive e di chi legge. Mi sta dando tante soddisfazioni la poesia, spesso la paragono al rimedio omeopatico: il tuo simile in natura. La malattia che cura. Ho partecipato a qualche importante concorso letterario solo dal 2012 ricevendo molti premi e soltanto perché il primo l’ho vinto. Pensavo allo scherzo di uno dei miei attori, quando mi giunse la telefonata del Direttore del Premio Lirico Leoncavallo, Roberto D’Alessandro con Michele Mirabella e Rosanna Cancellieri. Poi, sono venuti premi internazionali e un bellissimo premio speciale per “Guardami” il mio primo libro, al “Voci” di Abano Terme. Sono un po’ pigra nell’inviare testi a concorso ma voglio provarmi ancora. Incrociamo le dita.
A.M.: Nella lirica “Nel dimenticatoio del tempo” citi un castello fatato nel quale vive una fanciulla. Ci racconti la simbologia nascosta dietro ai versi?
Patrizia Stefanelli: Una poesia questa che quasi non avrei voluto mettere, nella raccolta eppure, chi legge, spesso me la riporta. Amo le favole tanto e ancora. Il mito, i castelli, gli eroi. Di me bambina ricordo le favole in cui mi rifugiavo ed ero principessa o fata, come ogni bambina. Molti di quei sogni si sono realizzati e il castello è di pietra viva, una pietra filosofale che risana la materia che si disfa e trasforma in oro rendendoli incorruttibili, i ricordi. Il bene e il male sono il rosa e il nero. Rendono possibili le scelte di ognuno. Il fanciullino pascoliano però, non deve abbandonarci mai. Ci accompagna, se vogliamo, lungo i sentieri erti della nostra vita, il cui pane quotidiano (il granaio) è l’amore in tutte le sue declinazioni.
A.M.: Ti consideri una lettrice? Quali sono gli autori che ti hanno maggiormente colpito e guidato in questi anni di produzione?
Patrizia Stefanelli: Sono una lettrice che va a momenti. Ho sempre un libro sul comodino o più di uno. Il libro per me è un amante. Tale lo considero se mi prende e mi sceglie e lo scelgo. A volte sto sveglia fino a tardi per finirlo. E lo rileggo anche, spesso due volte. La seconda lettura mi regala emozioni nuove. Preferisco volumi non troppo spessi circa il numero di pagine perché sono incostante nella lettura in termini di tempo. Leggo molta poesia contemporanea e soprattutto quella di amici. Mi piacciono diversi stili e forme. Mai manco di rileggere Leopardi nei suoi canti e D’Annunzio e Montale. Per quanto riguarda la narrativa, “Il nome della rosa” di Umberto Eco resta tra i più validi trattati di linguistica che abbia mai letto. Ancora adoro Baricco che in “Seta” è magico e Steven King che mi porta nel mondo della paura e dell’ansietà che sono catarsi per me. Ma solo per citarne qualcuno.
A.M.: Hai altre passioni oltre alla poesia?
Patrizia Stefanelli: Certamente, guarda Alessia, avessi un’altra vita farei il muratore, la parrucchiera, la cuoca, mentre intanto faccio anche teatro. Sono laureata in DAMS con una specializzazione in regia teatrale. Ho scritto diverse commedie per il teatro e le ho anche rappresentate. Dirigo al momento e da qualche anno, la Compagnia Teatrale Mimesis, dell’omonima associazione di cui sono vicepresidente e il Direttore artistico per il Premio Nazionale Mimesis di poesia che, O fortuna! Si conferma tra i più importanti premi letterari italiani per numero di partecipanti e qualità professionale. Tra le mie commedie hanno vinto alcuni premi e ottenuto consensi critici di settore e di pubblico la “Qui si sana?”; “Non scherzare con il morto”; “Tre tazze e una zuppiera”; “Il mistero di Don Giovanni”, ultima commedia rappresentata in teatro con il tutto esaurito. Sentire il battimani di 650 spettatori sorridenti è davvero un premio straordinario, specialmente quando il testo è tuo. L’adrenalina sale alle stelle, la responsabilità si scioglie insieme al timore, negli occhi lucidi dei tuoi compagni di lavoro.
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Patrizia Stefanelli: Benissimo! Mi colpì subito la prima telefonata con la titolare Cristina Del Torchio con la quale si è instaurata una collaborazione proficua e devo dire molto generosa da parte sua, anche con il Premio Mimesis. A volte, come si dice, non tutte le ciambelle riescono col buco, ma, sempre ho trovato grande disponibilità nella casa editrice. In un momento non troppo fortunato per il mondo letterario e per l’editoria, la Rupe Mutevole riesce in veri e propri miracoli. Intanto sceglie con cura gli autori in cui crede davvero. Non li prende certo per la gola facendogli sborsare fior di euro, scusate la franchezza ma è così. C’è chi pubblica di tutto pur di far cassa, facendo dei danni enormi e chi pur di vedersi in un libro pagherebbe qualsiasi cifra. Occorre senz’altro equilibrio e uno dei compiti dell’editore, oggi più che mai, è riabituare il lettore alla buona e sana lettura. Quante sfumature ci vorranno al raggiungimento di questo obiettivo? Naturalmente, qui nessuno si mette in cattedra. Tutti hanno diritto, se vogliono a far sentire la propria voce ma la responsabilità è enorme. D’altronde i cambiamenti più importanti nella storia, sono arrivati sempre dalla parte che non ti aspetti. Il successo poi, dipende da molti fattori. Intanto occorre un buon lavoro, poi una buona promozione sia da parte dell’editore che da parte dell’autore. Presentazioni, reading o quant’altro, possono aiutare. I social network e i blog letterari seri, anche. E nondimeno i Circoli cultuali e le associazioni.
A.M.: Hai delle novità da condividere con me e con i lettori? Qualche presentazione del libro?
Patrizia Stefanelli: Sicuramente farò una presentazione di “Rosanero” al più presto. Sarà una festa per i non addetti ai lavori con musica e recitazione. Per il 24 maggio, sto organizzando ad Itri (LT) una serata incredibile piena zeppa di artisti: poeti, musicisti, cantanti, e perfino WBE Channel con Pasquale Sorabella. WBE è un canale televisivo pensato per essere la televisione degli italiani all'estero. Il suo quartier generale è a Sarasota in Florida, da dove trasmette sul canale nazionale dello Stato di Manathee, in chiaro. Attraverso la piattaforma Italica TV che trasmette dallo Stato di New York, è visibile in 72 paesi nel mondo. La serata è legata al IX festival internazionale “Palabras en nel mundo” attraverso Gabriel Impaglione che è uno tra i più influenti poeti argentini, fondatore insieme a Tito Alvarado del progetto Palabra en el Mundo, lettura in simultanea mondiale di poesia, composta da readings organizzati dai poeti interessati nel loro luogo d’origine ,che si svolge in piazze, teatri, pub, centri culturali, scuole, progetto che oggi coinvolge più di 300 città in tutto il mondo. E poi, ad agosto la serata finale del Mimesis con l’antologia edita sempre da Rupe che regala la pubblicazione al vincitore. Per chi è interessato il sito dà ogni indicazione e il bando di concorso.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Patrizia Stefanelli: “Aria di fessura porta in sepoltura!” (lo diceva mia nonna, Pasquetta Toffetti)
Cari saluti Alessia e a tutti. Grazie!
A.M.: Carissimi saluti anche a te Patrizia, grazie per questa intervista ma soprattutto per le tue risposte sincere! Alla prossima!
Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un’e-mail (info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana “Trasfigurazioni” con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it
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