Venerdi, 19/09/2014 - “Il nostro vivere era quasi provvisorio, osservavamo attenti la vita e quello che ci succedeva non faceva quasi parte di noi. Il ricordo che ho del nostro primo incontro è sensibilmente piacevole e in parte modificato dalla mia umana fantasia.”
Un incipit che mette in luce la mescolanza che si può avere quando ci si inoltra nei ricordi. Si guarda al passato cercando le spiegazioni di alcune decisioni in momenti di vita nei quali si ha il tempo per riflettere, il tempo per cercare verità.
“Nell’arcobaleno del bianco e nero”, edito nel settembre 2014 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni, è il nuovo romanzo di Paoletto Sassaroli. L’autore, nelle sue opere, porta avanti un percorso secondo il quale, ognuno di noi, può scoprire le proprie potenzialità ed esprimere, dunque, ogni attimo del presente. Questo modo di intraprendere la vita annulla i sensi di colpa verso se stessi quando si guarda al passato e dona la possibilità di nuove esperienze.
Paoletto Sassaroli è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune curiosità su “Nell’arcobaleno del bianco e nero”. Buona lettura!
A.M.: “Nell’arcobaleno del bianco e nero” è il titolo del tuo nuovo romanzo. Dipingi per noi un arcobaleno bianco e nero, ma in realtà che cosa vuoi comunicare ai tuoi lettori?
Paoletto Sassaroli: A chi legge vorrei trasmettere le mie sensazioni, i miei stati d’animo, le mie paure, le mie fantasie. A volte, in passato, ho pensato che quello che provavo fossero state delle mie sensazioni personali. Con lo scrivere ho capito che siamo in tanti a provare, a sentire… ad ascoltare… Sentiamo accomunandoci negli stessi stati d’animo. Con questo scritto voglio parlare e sentire me, voglio far sentire ai lettori me, uno qualsiasi che è parte di loro.
A.M.: La dedica del tuo libro è molto particolare, infatti, in genere un libro si dedica ad una persona cara. La tua dedica è: “Per me”. Qual è la motivazione di questa scelta? (domanda utile a far capire il tuo animo di letterato, è una forte dedica, non male saperne il motivo)
Paoletto Sassaroli: “Per me”. Per me è rivolto a chi legge. Come dicevo nella domanda precedente chiunque legga questo scritto potrebbe ritrovarsi, in una frase, in un messaggio da me elaborato sotto forma di scrittura. Nella testa di qualsiasi persona la parola inconscio evoca un insieme di stati mentali difficili da decifrare. Per me è anche inteso come uno studio di me stesso che osserva gli altri.
A.M.: Il romanzo vede come protagonista, Paolo, che da anziano ricorda la sua giovinezza ed il procedere degli anni. Che cos’è per te il passato?
Paoletto Sassaroli: Il passato per me è stato spesso doloroso, il passato relativo all’attuale è stato costruttivo. In questo scritto si nota forse questo ed è uno dei messaggi che voglio trasmettere a chi legge. Il racconto vuole essere artisticamente da urlo, narrativamente curioso e lucidamente divertente ma è parte del mio passato. Di un passato spesso trascorso con problematiche che potrebbero essere le problematiche di tanti miei simili.
A.M.: Ogni libro custodisce un po’ la vita del suo narratore. In quale percentuale pensi che la tua vita personale abbia inciso sulla trama?
Paoletto Sassaroli: Quello che è nel racconto è quello che è stato nella mia vita. Come detto nel libro, alcune sostanze (alcool, cannabis, ansiolitici, altri…) possono portare alla dipendenza. La dipendenza monopolizza il nostro tempo e obbliga a limitare le attività sociali, professionali e familiari, con conseguenze negative sulla salute fisica ed morale…
Nel racconto poi vengono esternate e di conseguenza descritte altre tematiche importanti. Una tra tutte è quella dell’interazione con chi nasce in modo fortunato di noi… il rapporto con persone penalizzate dalla società, con bimbi portatori di handicap.
A.M.: Una novità importante è la partecipazione de “Nell’arcobaleno del bianco e nero” alla Fiera di Francoforte ad Ottobre. Riuscirai ad essere presente?
Paoletto Sassaroli: Sì, la signora Cristina Del Torchio è una persona squisita, amministratrice della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni e mi ha comunicato pochi giorni fa che sarò presente a questa splendida Fiera del Libro.
A.M.: Sei un lettore di letteratura contemporanea? Ci puoi far qualche nome di autori che ti hanno interessato nell’ultimo anno?
Paoletto Sassaroli: Mi piacciono diversi scrittori francesi come ad esempio: Echemoz, Mauvignier, Toussaint, Enard. Gli spagnoli Enrique Vila-Matas, Andres Neuman. Gli italiani Niccolò Ammaniti ed Antonio Pascale. Mi piace leggere in momenti della giornata non programmati da me per la lettura: voglio di considerare la scrittura qualche cosa di alternativo al tutto.
A.M.: Hai altre passioni oltre lo scrivere?
Paoletto Sassaroli: Dipingo e passeggio. Faccio lunghe passeggiate al mare per pensare e rigenerarmi.
A.M.: Letteratura e Web. Paoletto, sei molto attivo sui social network e soprattutto su Facebook. Quanto pensi sia utile il mondo del web per uno scrittore d’oggi?
Paoletto Sassaroli: Considero i social un piacevole gioco di società. Mi divertono. In certe sfumature sono molto superficiali. A me piace leggere tra le parole e soffermarmi mentalmente mentre leggo un periodo che mi interessa. Con la velocità dei social spesso non ci riesco.
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Paoletto Sassaroli: Mi trovo benissimo. Mi ha dato la possibilità di esternare le mie sensazioni. Con la signora Cristina del Torchio ho un ottimo rapporto. L’ho ringraziata personalmente per la sua presenza nel campo dell’editoria.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Paoletto Sassaroli: Vorrei salutare con una citazione alla Paoletto Sassaroli. Il Paoletto del social Facebook, nessuna citazione di autori… eccomi! “Per vivere ci vuole un pene grande!” Questa frase non vuole essere di offesa per nessuno, è solo una esclamazione ed un sogno che faceva una mia cara amica, poi siamo andati a curiosare in una libreria delle regione Marche e abbiamo cominciato a leggere insieme Philp Milton Roth uno dei più bravi e scandalosi scrittori statunitensi Ora vi saluto, alla prossima!
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