Intervista di Alessia Mocci a Massimo Bianco ed al suo Capelli, Rupe Mutevole Edizioni
La particolarità di questo thriller è che il protagonista non è la polizia o la vittima, ma bensì il serial killer, dunque il lettore si immedesima ed impara a conoscere la mente dell’assassino, come giustamente recita il sot
Venerdi, 13/07/2012 - Massimo Bianco è nato e residente a Savona. Nel 2006 ha pubblicato “Per gloria o per passione” (Edizioni Di Vincenzo) romanzo ambientato nel mondo del calcio giovanile e dell’adolescenza.
Inoltre su alcuni siti internet specializzati sono reperibili numerosi suoi racconti brevi. “Capelli” è il suo secondo romanzo edito nel giugno del 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “La Quiete e l’Inquietudine”. La particolarità di questo thriller è che il protagonista non è la polizia o la vittima, ma bensì il serial killer, dunque il lettore si immedesima ed impara a conoscere la mente dell’assassino, come giustamente recita il sottotitolo del romanzo: “Dentro la mente di un serial killer”.
Massimo Bianco è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune domande riguardanti la sua passione letteraria e la sua recentissima pubblicazione. Buona lettura!
A.M.: Quando nasce la tua passione per la scrittura?
Massimo Bianco: Io leggo praticamente da sempre, sono quello che tecnicamente viene definito un "forte lettore", anzi, fortissimo, cioè con all'attivo varie decine di libri all'anno, di narrativa come di saggistica. Credo quindi che il desiderio di cimentarmi con la scrittura sia sopraggiunto naturale. Ci provai una prima volta a metà anni '90 con risultati in verità sconfortanti. Scrissi un paio di racconti ed iniziai un romanzo, ma ben presto m'interruppi, perché incapace di completarlo ed a corto di idee, perciò rinunciai, domandandomi dove trovassero tutte le loro idee i veri scrittori. Anni dopo, ad inizio millennio, ci riprovai ma per puro caso, avendo recuperando i miei vecchi scritti al solo scopo di esercitarmi al computer,
che avevo appena comprato e su cui scrivevo con troppa lentezza. Mi accorsi allora con sorpresa che qualcosa in me era scattato: completai di getto quel lontano primo (dilettantistico) romanzo e le idee stavolta mi venivano ed, anzi, con il successivo trascorrere degli anni anziché diminuire hanno preso a fioccare, mai banali, tanto che la creatività è diventata uno dei miei punti di forza.
A.M.: Massimo è più uno scrittore da carta e penna o direttamente da tastiera?
Massimo Bianco: Da quando ho acquistato il mio primo pc scrivo tutto esclusivamente al
computer, una necessità per me, perché sono disordinato e mi correggo in continuazione: con carta e penna i miei scritti diventerebbero dei guazzabugli incomprensibili ai miei stessi occhi.
A.M.: “Capelli” è un thriller che vede come protagonista un serial killer. Come nasce l’idea di questo romanzo?
Massimo Bianco: Non è facile per me spiegarne la genesi, perché io di idee ne ho tante e di rado ricordo da dove derivi l'incipit originario. Ciò che posso dire è che quello sui serial killer è un tema che mi stuzzicava parecchio e su cui inevitabilmente prima o poi mi dovevo cimentare. Sono apparse miriadi di romanzi sull'argomento e volevo dire pure la mia, anche perché ero convinto che non tutto sui serial killer fosse già stato detto, soprattutto perché i
serial killer nei romanzi sono quasi sempre ridotti a semplici macchiette prive di spessore, di
cui nulla si sa fino alle ultime pagine e che fungono soltanto da necessarie controparti per mettere in risalto le qualità degli investigatori lanciati sulle loro tracce. Ciò che io volevo, invece, era provare ad esplorare dall'interno una di queste menti malate per discernerne le ragioni ed i moventi, rendendola una figura "vera" e credibile. Un altra scommessa era quella di riuscire a costruire una storia ricca di suspence pur rivelando fin quasi dall'inizio l'identità dell'assassino e credo sinceramente di esserci riuscito.
A.M.: Descrivici il tuo protagonista con cinque aggettivi.
Massimo Bianco: Autentico, perché per raccontarlo ho scavato nei meandri della mente
umana: qualcosa di lui è presente in molti di noi.
Crudele: perché sta bene solo quando uccide.
Innamorato: solo che è incapace di trasmettere le proprie emozioni ed i propri sentimenti e interiorizza tutto.
Intelligente: impara in fretta come agire per massimizzare i risultati.
Vanitoso: incapace com’è di conquistare le donne, gode dell'interesse spasmodico suscitato nei media e della paura nata dal suo personaggio.
Scelgo questi cinque aggettivi ma potrei abbinarne anche altri.
A.M.: Il tuo rapporto con internet è davvero innovativo. Ci vuoi parlare un po’ di come stai pubblicizzando il tuo romanzo?
Massimo Bianco: La tua domanda mi sorprende, perché non credevo che il mio fosse un
metodo innovativo. Lo trovo anzi piuttosto logico e naturale e ti spiego perché. Ok, la quarta di copertina serve a fornire un'idea generale sul testo, fondamentalmente però io sono un perfetto sconosciuto ed in quanto tale nel mare magnum delle pubblicazioni odierne rischio di sparire senza lasciare traccia. Ed allora mi sono chiesto, perché la gente dovrebbe acquistare il mio romanzo? Sulla fiducia? No di certo, sono solo un nome tra tanti e con tutti gli incapaci che ci sono in circolazione... Perché la gente acquisti il mio libro occorre che sia convinta di non stare buttando il proprio denaro e l'unica maniera è verificare di persona come scrivo. Senza, per carità, alcuna pretesa di essere un genio, io sono convinto dei miei mezzi,
invito quindi tutti i potenziali lettori a leggersi le prime pagine del mio romanzo e poi magari ad andare anche a visitare il mio spazio personale sul sito specializzato in letteratura che si chiama neteditor.it:
www.neteditor.it/users/massimo-bianco
lì oltre al prologo di "Capelli" troverete anche decine di miei racconti brevi o di media lunghezza di vario genere, tra cui due racconti noir dedicati ai serial killer e cioè "Le tre
crocifissioni" e "Io sono un veggente (e vedo i serial killer)". Leggetevi pure quelli e poi giudicate voi stessi se ci so fare oppure no e se può valere la pena di acquistare il mio libro.
A.M.: Che cosa ne pensi del booktrailer?
Massimo Bianco: So che esiste e basta. Essendo io ancora fortemente legato alla carta
stampata, onestamente fino ad ora non mi sono mai posto il problema e non
saprei quindi dare un giudizio.
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Massimo Bianco: Bene, sì. Per ora la mia impressione è senz'altro buona e potrei anche
consigliarla, ma in fondo vi sono appena approdato e forse è ancora presto per parlarne.
A.M.: Hai qualche progetto per i prossimi mesi? Ci puoi anticipare qualcosa?
Massimo Bianco: Beh, per la verità io ho già pronti un altro romanzo, diversi racconti
inediti e ho idee anche per ulteriori scritti sia brevi sia lunghi, quindi volendo non avrei problemi a pubblicare di nuovo. Non mi pare però il caso di fare concorrenza a me stesso, quindi, no, non ho altri progetti a breve termine. Ne riparleremo eventualmente nella seconda metà del 2013 se non addirittura nel 2014.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Massimo Bianco: Una citazione? Ahi, ahi... No, guarda, io non sono tipo da citazioni, c'è
il rischio che tra una settimana ancora non ne abbia trovato una che mi convinca e che mi illuda di rappresentarmi almeno in parte. Allora dico ai lettori solo questo:
venitemi a conoscere, sono certo che vi saprò donare qualche ora piacevole.
Rupe Mutevole Edizioni sarà presente ad ottobre alla Fiera Internazionale del Libro di Milano:
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