Intervista di Alessia Mocci a Fernando Mirra ed al suo Mielinconie, Rupe Mutevole Edizioni
Il particolare titolo della raccolta è un neologismo dell’autore, formato da due parole “miele” e “malinconia”, una sorta di proclamazione di dolcezza anche nella malinconia, dolcezza nel vedere il mondo, comprenderlo e tramutarlo in vers
Sabato, 28/01/2012 - “Se sono uscito allo scoperto è quindi per poter far conoscere le mie emozioni e fare in modo che anche chi legga si emozioni.”
“Mielinconie”, edito nel gennaio 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni”, è la prima raccolta poetica del promettente Fernando Mirra (1976, Asti). Una cinquantina di liriche che denotano una forte intensità emotiva. Il particolare titolo della raccolta è un neologismo dell’autore, formato da due parole “miele” e “malinconia”, una sorta di proclamazione di dolcezza anche nella malinconia, dolcezza nel vedere il mondo, comprenderlo e tramutarlo in versi così che ogni lettore possa aver la percezione dell’altro, del diverso.
Fernando Mirra è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune domande presentandosi amabilmente ai lettori.
A.M.: Scrivere in versi e scrivere in prosa. Perché si diventa poeti?
Fernando Mirra: Non esiste, secondo me, un perché si diventi poeti. Una persona può avere momenti poetici, oppure neanche uno nel corso della vita. Ci si nasce, ma si cresce anche come poeti. È una cosa che hai dentro e può rimanerti in fondo per tutta la vita, senza che nessuno, nemmeno tu stesso, te ne accorga. Io ho iniziato per caso, come la maggior parte delle volte in cui ti accade qualcosa di meraviglioso. Sono sempre andato bene nelle materie umanistiche, c’ero portato. Avevo, e spero di averla mantenuta, una fantasia molto accesa nel raccontare storie e sono stato molto spigliato nel parlare. Un giorno un amico mi ha chiesto di scrivere una poesia da dedicare ad una ragazza che gli piaceva. L’ho fatto, era il 1993, ma fino al 1996 non avevo mai preso seriamente in considerazione scrivere poesie. Ma un’estate sono stato colto da una voglia irrefrenabile di buttare su un foglio i miei pensieri, quel che mi passava per la testa e da allora non ho più smesso. Si può dire che si è risvegliata in me la vena poetica, anche perché le persone che avevo intorno, mi spronavano a continuare e si complimentavano con me per la mia bravura. Bravura che, sinceramente, non ho mai sostenuto di avere.
A.M.: Cinque anni di scrittura e finalmente una raccolta. Qual è stato il motivo principale del tuo voler uscire allo scoperto?
Fernando Mirra: Come tutti gli aspiranti scrittori, soprattutto quando sono giovani ed inesperti, ero preso dalla frenesia di dover pubblicare, magari con un editore famoso e di fare successo. Un bel pensiero, ma anche una bella favola ed i brutti risvegli sono all’ordine del giorno. Le provi tutte per farti conoscere, soprattutto con il passaparola. Poi chiedi in giro, cerchi un editore nella tua zona, e vieni freddato da tutta una serie di scuse, prezzi di stampa inaccessibili e poi ti ostentano un sorriso diabolico, quello che si stampa in faccia alle persone che credono di avere davanti uno sprovveduto che vuole fare il grande salto subito… ed in effetti era così! Veramente la mia intenzione era di pubblicare un libro, un romanzo od anche solo dei racconti, ma evidentemente non era arrivato il momento. Mi hanno poi spinto gli amici più cari a provare a pubblicare per prima le poesie, in modo da farmi conoscere, anche se, effettivamente, il genere poetico non è molto popolare, non vende (Almeno è questa l’impressione generale!). A me non interessa vendere, interessa emozionare. Amo emozionare, certo e questo lo posso fare anche attraverso i racconti, ma la poesia è più diretta, calda, che crea subito l’atmosfera. Se sono uscito allo scoperto è quindi per poter far conoscere le mie emozioni e fare in modo che anche chi legga si emozioni.
A.M.: Un titolo molto particolare. Ci puoi spiegare l’essenza di “Mielinconie”?
Fernando Mirra: Nel libro è descritto molto bene cosa sono le “mielinconie”. Immagino sempre che tutte le nostre storie, le nostre avventure, i nostri amori, ma anche l’amicizia ed in generale tutte le situazioni che coinvolgono in modo particolare il cuore, lascino in ognuno un ricordo particolare. Spesso, se la situazione è stata dolorosa, il ricordo rimarrà doloroso per molto tempo. Ma a mente fredda, quel ricordo non sbiadisce, rimane indelebile dentro di noi e acquista a suo modo una dolcezza che contrasta con il sentimento iniziale, quasi un “bel ricordo”; dico quasi, perché appunto la malinconia è sofferenza nel ricordare qualcosa che forse poteva essere, ma che non sarà più, viene però addolcito dalla memoria del tempo, come se noi stessi ci addolcissimo da soli la nostra pillola amara.
A.M.: Quali sono le tematiche predominanti della raccolta?
Fernando Mirra: Fondamentalmente scrivo meglio quando sono triste. La tristezza è una scintilla che fa esplodere quello che ho in me. E naturalmente, cosa, se non l’amore può rendere, sì felice, ma anche triste? Ma, oltre che di amore, in questa raccolta si parla di amicizia (Fratello Lupo; Filo d’erba; Abbracciami), di morte (Cara Signora Morte), ma contiene alcuni testi molto più spirituali, che ripercorrono alcuni momenti della vita di Gesù (Io sono il cammino), della Madonna (La Madre e la rondine), ispirata ad una leggenda che avevo sentito quando ero bambino, oppure dedicata a San Francesco e Santa Chiara (Il ponte delle nuvole), questa ispirata invece da un sogno raccontatomi da una persona a me cara (Nuni, a cui ho dedicato la raccolta).
A.M.: Hai una poesia della silloge poetica a cui sei legato in modo speciale?
Fernando Mirra: Sono molto legato a tutte le poesie che ho scritto, anche quelle che ho omesso dalla raccolta, ma pensandoci bene, mi viene in mente la poesia “Nome”. Dedicata ad un mio zio, fratello maggiore di mio padre, a cui ero molto legato, ma con cui, per varie ragioni famigliari, non ho avuto modo di frequentare per un bel po’ di tempo, fino a quando, ormai alla fine, sono riuscito ad andarlo a trovare, perché sofferente e prossimo alla fine. Infatti, dopo una settimana è venuto a mancare. Un’altra è “La madre e la rondine”. Da bambino, alle elementari per la precisione, la maestra ci raccontò di una leggenda, seconda la quale le rondini avevano la pancia nera, finché una di loro non si andò a posare nel grembo di Maria, mentre questa piangeva per Gesù Crocifisso, e le lacrime sbiancarono il petto della rondine. Non l’ho mai scordata questa storia.
A.M.: Qual è, secondo te, il target di lettori interessati a “Mielinconie”?
Fernando Mirra: La poesia, la cultura in genere, appartiene a tutti. Tutti possono leggere tutto. È opinione di molti che le donne siano più interessate ed inclini alla poesia che gli uomini, ma questa forse è una risposta un po’ sessista. Ho conosciuto molti uomini che scrivono poesie e che quindi possono essere potenziali miei lettori. Ma al di là del sesso, penso che un pubblico dai 25 anni in su possa trovare interessante il mio libro (Ma spero di sbagliarmi! Dai 0 ai 99 e oltre anni possono benissimo comprarlo!)
A.M.: Cosa ne pensi della pubblicità della poesia tramite il booktrailer?
Fernando Mirra: Da appassionato di cinema, teatro, e dei meccanismi che lo compongono, sono fortemente interessato ad un’iniziativa del genere. Perché poi solo i film devono godere di una presentazione? Solo perché non ci sono nomi grandi? Azione? No, no. È senz’altro un’idea lodevole e quasi quasi faccio un pensiero per il mio; iniziano a venirmi certe idee…
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Fernando Mirra: Altroché! Anzi: l’ho già consigliata a quanti mi chiedevano come ero riuscito a pubblicare! Devo essere sincero: ho scritto e riscritto a più riprese a molte case editrici, più o meno famose. Ho avuto la fortuna di trovare voi, ma avete avuto voi l’accortezza di spiegarmi per filo e per segno tutto il meccanismo che si nasconde dietro ad un libro, compreso l’enorme lavoro di redazione, dal primo contatto con l’autore, fino ad arrivare alla distribuzione e via anche dopo: la cura del libro, la pubblicità etc... Ovviamente mi avevano avvertito del pericolo che serpeggia tra questi editori che vogliono solo soldi, danno solo promesse e mantengono meno ancora!!! No, no: con Rupe Mutevole mi sono trovato più che bene. Anche per quell’atmosfera (sia pur tramite e-mail), di confidenza che si è venuta a creare. Tu, Alessia, mi ha trattato con una grande professionalità e cortesia ed il risultato finale, che ho sfogliato e sfogliato fino a consumare le pagine, è davanti a me e mi riempie di orgoglio!!!
A.M.: Ci saranno, a breve, delle presentazioni della tua silloge poetica?
Fernando Mirra: Non ho ancora organizzato nulla a proposito. Capirete: è il mio primo libro, sono nuovissimo in questa esperienza e non ho davvero pensato a nulla di concreto per presentarlo. Pensandoci qualche idea mi verrà in mente, ma non subito. Per quanto riguarda le novità… sì devo dire che ce ne sono. Non poesie questa volta. Per fare una raccolta decente ci potrei mettere una vita, visto che le poesie le scrivo solo quando mi arriva l’ispirazione e possono passare mesi tra una composizione e l’altra. Sto scrivendo una raccolta di favole, quattro per la precisione, che vorrei anche fare illustrare, poi mi concentrerò sul mio primo amore: i racconti. Ho in cantiere un buon numero di storie: alcune solo abbozzate, altre iniziate e alcune già pronte, ma sono state scritte più di dieci anni fa, quindi necessitano di una restaurazione, sia dal punto di vista linguistico, sia strutturale.
A.M.: Ringrazio Fernando per la disponibilità e la sincerità delle sue risposte … ed aspetto come voi lettori le novità editoriali di questo promettente autore!
La copertina di “Mielinconie”, “Miele di Fiele” è del fotografo Alessandro Murgia.
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